Le prime forti piogge di ieri pomeriggio hanno toccato e riportato a galla (è il caso di dire, visto il livello raggiunto dall’acqua nell’urbe) anche uno dei più preoccupanti nervi scoperti rimasti in città, l’impraticabilità e la mancata messa in sicurezza di tante strade cittadine. Un problema grosso ed ovviamente annoso che va ad aggiungersi ai tanti che Viterbo vive di questi tempi, con sempre maggiore gravità. Nel silenzio rassegnato di una popolazione poco incline al pensiero critico e abituata a sottostare ai ricatti della politica, del lobbismo e del familismo più spregiudicati. Una città dei papi in uno stato di crisi più comatoso che preoccupante, con disoccupazione e sottoccupazione a livelli record ed un malessere sociale non sempre confessato da chi lo vive, ma sempre più diffuso. In questo contesto vanno ad inserirsi gli opachi criteri nella gestione della cosa pubblica da parte di una amministrazione comunale ripiegata su stessa e dei propri accordi interni, un disagio giovanile divenuto ormai in larga parte “emarginazione” e la mancanza totale di ogni programmazione seria in tutti i settori cittadini. Una situazione più che allarmante, disastrosa si potrebbe dire, che la politica “feudale” non fa nulla per risolvere quasi traesse beneficio nell’avallarla. Ti aspetteresti che il viterbese più influente d’Italia, l’onorevole Fioroni, facesse qualcosa per la sua città, perorasse la causa di quest’ultima presso il governo locale per tentare di risollevarne le sorti ed invece vedi l’”illustre statista”in tutt’altre faccende affaccendato, impegnato a tenere le fila dei suoi Moderati e Riformisti per indebolire e gestire meglio il “centro” del pd e non solo a livello locale, a dare spazio e visibilità al Centro Studi Moro e alla omonima Commissione di inchiesta; e ad organizzare la grande accoglienza in città per l’Onorevole Boschi che affiancherà nel perorare la causa del SI il prossimo 23 settembre all’Hotel Terme Salus. Lo confessiamo, non ci ha mai convinto il binomio Fioroni- Moro, a nostro avviso si tratta di figure politiche enormemente diverse, distanti anni luce anche nel modo di vivere il loro idem sentire democristiano: e non ci piace che la figura di un cattolico democratico di altissimo profilo come Moro venga usata come testimonial “storico” e rimando ideale di un Sì a riforme che poco ci convincono e hanno a che fare con le migliori tradizioni dell’Italia repubblicana. Avremmo gradito che l’onorevole Fioroni si fosse occupato in primis della sua città morente, ma evidentemente i tempi della politica non lasciano spazio all’amore per la propria terra e al benessere dei suoi cittadini.
Pasquale Bottone
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