Viterbo. Ma che succede a Fioroni? Perchè questa sindrome da cinico asso pigliatutto? E’ Natale, onorevole, festa di pace e solidarietà…

Ma che succede a Fioroni? Mai visto così competitivo, quasi con la voglia di umiliare gli avversari, di annientarli; non lo ricordiamo a memoria d’uomo tanto all’attacco come un bomber che dovesse realizzare 4 goals a partita per vincere la classifica cannonieri e aggiudicarsi il Pallone d’oro. Quasi fosse stanco di tattiche e volesse giocare a tutto campo. Il Fioroni di questo periodo non conosce soste, organizza, coinvolge, fonda, lancia, dichiara, pontifica, stravolge, maltratta: a cosa sarà dovuta questa sua inusitata frenesia? La voce ricorrente vuole che la paura faccia 9o e che il combattivo onorevole sia terrorizzato dall’idea di non accedere più a Montecitorio col Pd e se le stia inventando tutte per strutturare una nuova forza politica che possa sostenerlo; si parla di lui anche come il possibile nuovo sindaco di Viterbo, ma trattasi di voci, l’atteggiamento di questi ultimi mesi continua,  a parte tutto, a non essere chiaramente o almeno univocamente leggibile. A Fioroni , però, difficilmente potremo perdonare l’ostinata indifferenza con cui guarda alle sorti della sua città, anteponendo ad esse la politica che riguarda lui in prima persona e i suoi pasdaran: di qui l’invito davvero grottesco a Michelini ad andare avanti, nonostante la  definitiva spaccatura avvenuta in consiglio comunale. I suoi uomini non saranno certo gli unici responsabili della disastrosa amministrazione Michelini, ma non potranno nemmeno essere le uniche anime immacolate ed esenti da colpe. Dare del comunista ai dissidenti di partito, assolvere a tutti i costi solo chi è dalla sua parte e menare fendenti a chi non lo è è atteggiamento che in una libera dialettica democratica non dovrebbe mai avvenire: ma questo Fioroni lo sa benissimo, non ci è mai sembrato uno che fa le cose a casaccio, ma bensì un tattico esperto che difficilmente sbaglia un colpo, perchè sta esagerando tanto, in maniera così manifesta e ripetuta? Qualche motivo ci sarà, lo scopriremo poi; vorremmo solo che, consapevole della drammatica situazione  in cui versa la sua città, la sua esperienza politica potesse essere più utile a risollevarne gli umori, piuttosto che ad aumentarne la confusione e lo smarrimento. Pur con tutte le legittime aspirazioni che un politico del suo livello può avere: ma un Fioroni così astioso, istigatore di diaspore e di conflitti senza risoluzione, lo ammettiamo, non ci piace per niente ed auspichiamo che il Natale  alleggerisca almeno il suo animo da troppo accese passioni terrene.

Pasquale Bottone