Viterbo. Lo strano caso della “Casetta di Caffeina”. Chiediamo chiarimenti al Comune, ma ci sbattono il telefono in faccia… e l’architetto Capoccioni è introvabile…. Perchè?

Alcuni lettori che avevano già chiamato in Comune,  senza avere soddisfazione dagli impiegati e dai dirigenti interessati, in questi giorni ci hanno ricontattato spingendoci a chiedere noi informazioni a Palazzo dei Priori sulla casetta di legno di Caffeina posta in Piazza del Comune, sia per quel che riguarda la tassa di occupazione suolo che la salvaguardia e la valorizzazione del centro storico (rispettata? E la legge sull’ornato?). Chiamiamo, prima per l’occupazione di suolo. Ci risponde il signor Iacarelli, con un tono molto seccato e sbrigativo, ci dice che sì, è stato tutto pagato. Non ci consente però repliche, riattacca subito il ricevitore, con una “eleganza” tutta personale. Ora ci mettiamo in contatto con l’urbanistica, chiedendo dell’Architetto Capoccioni: ci viene risposto dalla sua segreteria, da un impiegato che rifiuta di qualificarsi (abbiamo chiamato intorno alle 11 del 10 dicembre) , che l’architetto è impegnato e sarà impegnato tutto il giorno in cose molto più importanti della nostra e che difficilmente ci richiamerà. Tutti ovviamente ci rimandano alla domanda di accesso agli atti, per il quale occorrono comunque 30 giorni di attesa. Facciamo presente che trattandosi di una “autorizzazione” che sta incuriosendo tanti viterbesi, sicuri che tutti gli obblighi di legge saranno stati rispettati, forse stavolta non ci sarebbe nulla di sconveniente nel rispondere subito o quasi per archiviare subito la cosa; ma ci rimandano all’infinito alla domanda di accesso agli atti. Allora uno prova a chiedere: scusi, ma visto che tutto funziona a dovere in questa città, perchè non si è pensato ad una sorta di piazza della solidarietà, concedendo una casetta di legno anche alle associazioni per la lotta al cancro, alla leucemia, alle  malattie rare, alla stessa Unicef o all’ Admo? La risposta è un ricevitore immediatamente abbassato. E’ chiaro che poi uno pensa: ma questi signori non sono stipendiati per essere al servizio dei cittadini? E lo stesso architetto Capoccioni non viene pagato con soldi pubblici, perchè  non è possibile parlargli al telefono o anche avere un appuntamento con lui? E poi ancora possiamo vederlo questo documento che attesta il pagamento di occupazione del suolo e la compatibilità ambientale della famosa casetta di legno? Michelini ha sempre dichiarato di volere un comune casa di vetro, perchè quando uno va a verificare poi questo vetro diventa appannato come dopo una fredda giornata di pioggia? E soprattutto perchè tanta maleducazione e arrogante sufficienza tra gli impiegati e i dirigenti comunali?

(Pasquale Bottone)

(La foto di Capoccioni è di proprietà di Tusciatimes.eu)