Viterbo. Fede e società. Mentre Papa Francesco si adopera per i poveri e gli esclusi, il Vescovo Fumagalli benedice solo i “paesani ricchi”. Chiesa e potere sempre a braccetto nella vetus urbs

Mentre in tutto il pianeta risuonano le parole vibranti di Papa Francesco che invita i potenti del mondo ad occuparsi degli ultimi e i governi europei a non dimenticarsi dei poveri…. mentre il Vescovo di Bologna Zuppi denuncia “la troppa indifferenza e poca socialità” dei suoi concittadini  e i preti coraggio Patricello e Manganiello rischiano la vita per non abbandonare gli emarginati di terra dei fuochi e Scampia e denunciare il malaffare….

Il vescovo di Viterbo Lino Fumagalli si concede per le inaugurazioni di circoli frequentati dai signorotti cittadini e dai loro amici. Mentre la città muore, la disoccupazione sale a livelli record e non si vede in giro uno straccio di proposta seria per il rilancio dell’urbe, l’alto prelato si dimentica di chi non ha “santi in Paradiso” e partecipa benedicente al battesimo di un nuovo cenacolo cittadino per “aspiranti politici e lobbisti” tenutosi nella villa della celebre Famiglia Ascenzi. E in tal modo conferma  ciò  che qualcuno magari aveva sempre sospettato, che la Chiesa a Viterbo è dalla parte dei “paesani ricchi”, delle dinastie storiche, di chi “comanda” in questa città da secoli: e che lo stato di salute della povera gente può tranquillamente passare in second’ordine, perchè ininfluente per quel che riguarda la distribuzione del potere cittadino. Evidentemente il vescovo Fumagalli si trova più a suo agio tra quelli che possono pagare 500 euro all’anno per l’iscrizione ad un circolo, a scambiare due parole con il figlio di… il nipote di …, il cognato di …. che in una corsia d’ospedale a donare speranza a chi soffre, in una scuola a parlare ai ragazzi, in una rsa a consolare i vecchi malati …  E certo per questo non gliene vorremo, i gusti sono gusti, le sensibilità sono personali, ma magari una capatina in giro per la città dolente il nostro vescovo potrebbe prima o poi  regalarsela anche per giustificare un’eventuale omelia domenicale poggiata sulla pregnante citazione dai testi sacri: “Gli umili si rallegreranno di nuovo nel regno del Signore…”.

Pasquale Bottone