E’ da ormai un po’ che nel corso dei consigli comunali l’ala più radical, contestataria, che non si sottrae all’occasione alla polemica virulenta viene impersonata dal consigliere d’opposizione Santucci che nei nuovi panni di movimentista civico comincia a trovarcisi in maniera compiuta e piuttosto comoda: un’area che ci aspettavamo fosse occupata dal portavoce dei Cinquestelle De Dominicis, così come avviene in ogni parte d’italia d’altronde. I pentastellati si pongono come chiara alternativa al sistema, non solo con atteggiamenti barricaderi e necessariamente spettacolari o provocatori, ma con toni e modalità non paragonabili al mainstream di governo. Capacità di incalzare l’avversario, di metterlo in difficoltà, di sfidarlo apertamente al confronto, di metterne in luce gli scheletri nell’armadio o la stessa incoerenza della sua politica. Una strategia d’attacco su tutti i fronti che contenga in sè anche una proposta costruttiva da tirare fuori al momento giusto in alternativa, ma che mai si limita ad un prudente attendismo. Visti questi presupposti, non riusciamo sinceramente a capire perchè proprio a Viterbo, città che più di altre ha bisogno di terapie d’urto, il Movimento 5 stelle abbia come portavoce un “moderato” che non sfigurerebbe nei partiti di centrosinistra, Gianluca De Dominicis. Tutto in lui è infatti tipico di un tranquillo militare con l’hobby della politica, nozionista formidabile in materia di regole, leggi, delibere, etc., ma assolutamente incapace di coinvolgere ed appassionare con i suoi interventi. Le sue lezioncine, dicevamo, sa mandarle giù a perfezione, ma il suo impegno politico ha un sapore di distaccato e burocratico che non scalda i cuori, li iberna. De Dominicis non è uno che aggrega, che conduce dalla sua parte, che spinge all’azione, alla mobilitazione, ma un portavoce ultralight che non ti deluderà magari per la conoscenza delle carte, ma che dopo aver ascoltato anche più volte mai ti convince, sempre ti sfiora con la grazia dei capoclasse che magari ti concedono anche un po’ del loro sapere, ma che due secondi dopo hai già archiviato insieme ai loro insegnamenti. Affermiamo queste cose dopo averci pensato a lungo, dopo aver valutato bene la situazione ed anche aver verificato un sovrappiù di spocchia saccente che accompagna il De Dominicis e aver verificato le reazioni timide e deluse di tanti potenziali elettori dei Cinquestelle nel corso dei suoi pubblici interventi, Non sono considerazioni che nascono da inimicizie o antipatie personali queste, ma originano tutte dalla consapevolezza che i cinquestelle debbano cambiare atteggiamento e direzione e non avere paura di attaccare con la necessaria decisione il potere costituito, le Triarchie del centrosinistra che dominano il territorio, le rendite di posizione feudali che opprimono l’intera città: altrimenti purtroppo la loro presenza potrebbe finire presto per divenire se non insignificante, un mero esercizio supersoft di pubblica moralità, la sonnolenta ballata a mezza voce del militare pentastellato…
Pasquale Bottone
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