Viterbo. Crisi al Comune. Ma perchè il libero imprenditore Michelini fa il capro espiatorio? Cosa l’attende? Il “giallo” del momento

La campagna elettorale di Leonardo Michelini, anche la sua stessa candidatura a Palazzo dei Priori, ricorderete, furono  accompagnate da attestati di stima e fiducia notevoli nei confronti dell’imprenditore viterbese,  da aperture di credito significative e da giudizi in ogni caso più che lusinghieri sulla sua persona:  tutto a ribadire che ci trovavamo dinanzi ad un fior di professionista prestato alla politica, che così come si era lasciato convincere a fare il sindaco avrebbe potuto tornare indietro e, in soldoni, mandare tutti al diavolo e tornare al suo apprezzato e soddisfacente lavoro. Salvaguardando i giudizi sul Michelini uomo e vivaista, che restano gli stessi, sono mutate le interpretazioni riguardo al suo approccio con la politica. Se doveva essere serio sì, ma  “sportivo”, smaccatamente temporaneo nei programmi, è diventato oggi totalizzante a tutti gli effetti. Crisi della giunta, spaccatura del pd, consenso popolare in netto calo, immagine non al top? Cosa sarebbe stata più giustificabile che una fuga dinanzi a problematiche tanto impegnative, di liberatorie dimissioni che anticipavano il  ritorno alle amatissime piante e fiori? Eppure Michelini, fior di professionista prestato alla politica, non ha neanche abbozzato il gran rifiuto a proseguire, anche dopo che 7 consiglieri della sua maggioranza  hanno apertamente bocciato  l’azione incerta e balbettante della sua sindacatura. Ad ogni contestazione ha risposto con silenzi infastiditi o replicando piccatamente come  se la politica, e non il vivaismo, fosse la sua principale passione. E non lo ha neanche spaventato dover impersonare il ruolo del capro espiatorio, mettere la faccia al fallimento evidente di una esperienza amministrativa: tanto che uno a questo punto non può non chiedersi perchè Michelini accetti tutto ciò, un professionista noto e apprezzato come lui? E’ una questione di tigna? Nonostante tutto ci ha preso gusto e prima di togliere il disturbo aspetta almeno che gli sia riconosciuto lo sforzo a cui si è sottoposto con un premio se non al merito alla pazienza? Non ha le idee chiare e prende tempo? Oppure semplicemente è un aspirante politico di professione che gioca per ottenere anch’egli in futuro una rassicurante, comoda poltrona? Sono domande al momento senza risposta, ma che ci auguriamo la abbiano al più presto: anche perchè  vederlo partecipare a questo terribile gioco al massacro sinceramente ci intristisce.

Pasquale Bottone