Viterbo. Crisi al Comune. L’enigmatico Michelini. Non dialoga con i dissidenti e aspetta il Pd… In palio la guida politica futura dei Moderati e Riformisti?

Della crisi della amministrazione Michelini (perchè di vera e grave crisi si tratta) quel che colpisce è proprio l’atteggiamento  tenuto sin dall’inizio dal primo cittadino: mai dialogante, chiuso in se stesso, a quanto pare disponibile a trattare solo con la direzione romana del pd.  Eppure avrebbe potuto tanto un suo gesto di apertura nei confronti del capogruppo Serra e degli altri 6 dissidenti. Si fossero incontrati almeno per cercare di ricomporre la frattura venutasi a creare, nulla, è stato solo un  continuo, imperterrito guardarsi in cagnesco reciproco, ma è possibile che un sindaco non faccia neanche un tentativo per ricompattare e rinsaldare la maggioranza che lo ha eletto? Non era forse nel suo interesse che quest’ultima funzionasse a dovere? Perchè aspettare solo le decisioni del Pd nazionale, in quale gioco più grande di lui si è trovato giocoforza a partecipare? Michelini è un imprenditore noto in città, non ci risulta sia mai stato in precedenza figura così ermetica e sfuggente, il suo atteggiamento deve necessariamente appartenere ad una strategia: aspetta forse Michelini di essere sfiduciato per poi presentarsi nuovamente candidato sindaco a capo dei Moderati e Riformisti di Fioroni e interpretare la parte del primo cittadino serio e responsabile vittima di fazioni interne alla maggioranza di centrosinistra che va a rappresentare una coalizione fatta dalle parti  neocentriste del centrodestra e del centrosinistra? Un’ operazione di cui sarebbero garanti Fioroni e Battistoni e che spaccherebbe entrambi i poli in nome del partito della nazione? Oppure Michelini aspetta che si creino le condizioni affinchè possa avere un proprio ruolo politico, non necessariamente a Viterbo? Certo è che lo strano modo in cui il sindaco di Viterbo sta gestendo questa crisi comunale lascia spazio a molte interpretazione: ma il fallimento di un’esperienza amministrativa in ogni caso, qualunque  ne siano le vere motivazioni, non può non coinvolgere in primis come responsabile chi ne era a capo.

Paco Severi