In questo periodo capita sempre più spesso di imbattersi in un Gianmaria Santucci molto combattivo e arrabbiato con lo status quo: nonostante la sua lunga tradizione di “moderato” al momento è il politico viterbese che manifesta più chiaramente la sua esasperazione per la mentalità cittadina eternamente rinchiusa in se stessa, per le inefficienze della amministrazione Michelini, la sua è la critica al sistema Viterbo più ripetuta e diretta. Leggere l’intervista per credere, prego.
- Senta Santucci, ma cosa è successo, perchè non ha firmato la mozione di sfiducia di ieri dei Cinquestelle?
- “Perchè io sono interessato a fare in modo che Michelini si dimetta davvero, non cerco colpi ad effetto; se presentavamo la mozione di sfiducia un mese esatto prima dell’ultima data utile che ha Michelini per dimettersi e andare al voto, avremmo fatto solo un buco nell’acqua, non ci sarebbero stati i tempi giusti, tenendo conto che loro avrebbero potuto presentare un mucchio di emendamenti per farla scadere. Poi vorrei dire a De Dominicis che sarebbe meglio discuterle tutti insieme prima di votarle le mozioni, non mi sono mai piaciuti i diktat”.
- Cosa farete allora per far sì che Michelini sia costretto ad arrendersi?
- “L’unica cosa era interessare la Prefettura, lo abbiamo fatto: ora possiamo andare tutti dal notaio e dimetterci da consiglieri, altre via d’uscita non ne vedo. La maggioranza cercherà di arrivare al voto il più tardi possibile, per motivi di loro opportunità politica preferirebbero un commissario per un anno per riorganizzare la loro coalizione, tirare fuori dai guai il Pd. Ma questo non è l’interesse della città che ha bisogno di un amministrazione nel pieno delle sue funzioni che inizi a pensare ai problemi gravissimi che ha la città, non di semplici adempimenti burocratici. Non capisco cosa abbia da rivendicare la Ciambella di questi due anni e mezzo di “governo”, ho visto solo confusione, tentativi di scimmiottare altre realtà davvero patetici, una totale mancanza di programmazione e di promozione del territorio. Sulle pagine dei quotidiani nazionali ci siamo finiti per i manifesti in inglese maccheronico, non per altro, vorrei ricordare a tutti.”.
- Cosa pensa che faranno i 7 dissidenti del Pd, continueranno nei loro propositi bellicosi, o qualcuno cercherà in extremis ad indurli a più miti pretese?
- “In ogni caso non torneranno ad appoggiare Michelini: o verranno con noi dal notaio o continueranno a non frequentare i consigli comunali finchè il sindaco non si dimetterà. Spero nella prima ipotesi, perchè qui nessuno ha più voglia di perdere tempo. L’amministrazione ha fallito su tutti i fronti, è da ritenersi conclusa la sua esperienza, su questo non ci sono dubbi. Michelini si è dimostrato incapace di tenere insieme le varie forze della sua coalizione, ha dimostrato troppa debolezza specie nei confronti del suo nume tutelare Fioroni. Il pd è un partito fortemente spaccato, litigioso al suo interno, da rifondare…”.
- Situazione generale non rosea, decisamente …
- “Sì, se vogliamo continuare a vivere nei film di Luigi Zampa ambientati in provincia, se non cambiamo completamente modo di pensare e di agire non abbiamo futuro. Dobbiamo darci una mossa, iniziare a pensare seriamente a come uscire dall’impasse, ragionare su come crescere, pensare, progettare, vivere il nostro tempo: se continuiamo in queste beghe da paese sottosviluppato la città non ce la fa a resistere, muore, perde la sua sfida con la modernità. Ci vogliono idee, teste pensanti, obiettivi da prefissarci ben precisi: dobbiamo uscire da questo isolamento culturale terribile in cui viviamo. Mi deve credere, alla mia età io non voglio fare altro che contribuire a risollevare le sorti della mia città: Viterbo non merita questo clima di eterna morte civile, andiamo, perchè non possiamo uscire fuori da questo assurdo guscio e costruire tutti insieme un futuro migliore?”.
Pasquale Bottone
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