Viterbo-Comune. Mostra Etruschi 3D in “sala giochi”? No, grazie, preferiamo le escursioni dal vivo…

Siamo entrati nella sala degli Almadiani in compagnia di un professore di storia dell’arte con cui avevamo fatto un tratto di strada insieme, nel corso del quale ci aveva parlato delle condizioni critiche in cui  versano i sarcofagi etruschi esposti nel chiostro del Museo Civico di Viterbo e di uno in particolare, importante per la nostra storia: estratto nel 1898 da una tomba del sito etrusco-romano di Musarna, fu venduto all’American Exploration Society e partì dal porto di Genova nel 1900, insieme ad altri sarcofagi, per San Francisco (a quei tempi  il canale di Panama non era ancora aperto ed i velieri dovettero passare per  Capo Horn).  Poco dopo il suo arrivo in America il sarcofago divenne addirittura un pezzo pregiato per il mercato degli amatori. Negli anni ’90, per fortuna,  fu il Comune di Viterbo a riacquistarlo, grazie ai fondi stanziati dalla Coop Toscana-Lazio. Un giro intorno al mondo che la donna contenuta in esso, Thana Alsinei, figlia di Larth, non avrebbe mai pensato di poter percorrere.  Il mio amico prof aveva recentemente parlato di tutto ciò con Edwige Lovergne, direttrice degli scavi di Grotta Scalina che ha anche pubblicato on line in questi giorni la sua rivelazione.

Dopo aver pensato a quanto appena espresso, l’ingresso nella sala degli Almadiani non poteva non essere accompagnato da un interrogativo: con una situazione così sconcertante che riguarda preziosi reperti che senso ha l’operazione “Etruschi 3D”? Almeno in una provincia come la nostra piena  di “testimonianze etrusche” visibili solo a pochi km di distanza, addirittura a qualche centinaia di metri: forse chi ha allestito il tutto pensava di doversi rivolgere ad un pubblico di bambini o di turisti frettolosi “fai da te”? Non si capisce perchè, infatti, un vero appassionato di storia debba preferire una “sala giochi”,  seppur carina, per carità, ad una vera esplorazione in territori vicinissimi a chi raggiunge Viterbo (citeremmo, ad esempio, la necropoli etrusca abbandonata a se stessa di Castel d’Asso).  Capiremmo se la mostra fosse stata messa su ad Amsterdam, New York o Helsinky: ma nella città dei Papi che senso ha? Semplicistico e banalmente divulgativo si potrebbe dire: tanto da non capire le urla di giubilo dell’intera amministrazione comunale dinanzi  ad una mostra che non sembra avere nulla di originalissimo nè di epocale (anche la tecnica 3d è ormai ampiamente diffusa).  Di operazioni incomprensibili del Ministero dei Beni Culturali nel nostro Paese ogni anno ce ne sono parecchie, ci saremmo augurati stavolta non fossero accompagnate dal più fastidioso trionfalismo da provincia paleozoica (per tacer di strani avvisi pubblici e di fratelli d’arte in pole position …).

(p.b.)