Da qualche giorno si è saputo che Viterbo ripresenterà la sua candidatura a capitale della cultura: abbiamo appreso anche che i viterbesi che vorranno dire la propria potranno farlo nel corso di un incontro pubblico a Palazzo dei Priori e che il probabile testimonial della campagna sarà Sgarbi. Il problema è sempre lo stesso, si fanno annunci altisonanti e poi si intraprendono battaglie che potrebbero essere importanti per la città col solito pressappochismo, senza valorizzare le professionalità cittadine e magari badando anche che gli interessi di una determinata lobby di potere vengano ben tutelati. Un mix di dilettantismo e di conflitti di interesse che fa sì che il progetto da presentare non abbia il necessario spessore nè l’indispensabile pluralità di voci: nessuno dovrebbe mai avere il dubbio che una Viterbo Capitale della Cultura possa diventare il pretesto per favorire una specifica area politico culturale, la città dei papi dovrebbe essere al centro delle preoccupazioni, solo lei e la sua valorizzazione rimandata ornai da tempo immemorabile. C’è chi ha interesse che Viterbo resti una città facilmente colonizzabile, terra di conquista per furbi e scaltri affaristi: il capoluogo della Tuscia dovrebbe riuscire ad invertire il trend per non restarne vittima a vita. Intanto in città non si odono voci critiche nei confronti di Barelli e Delli Iaconi da parte dell’opposizione: sarà che ognuno di questi tempi pensa ai suoi festival e a possibili finanziamenti facilitati dall’essere in politica?
(J.M.D.P.)
2 Comments
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