Visti al cinema. “La foresta dei sogni”, con Matthew Mc Conaughey e Naomi Watts

E’ chiamata “la foresta dei suicidi”,  è un luogo in Giappone, in cui appunto si verifica il maggior numero di morti con questa pratica, si trova ai piedi del Monte Fuji ( il vulcano giapponese). Viene descritta come: “la più bella foresta abbandonata e selvaggia che esista”,un posto perfetto per morire in segreto, aggrediti dal silenzio e dal verde. E’ il secondo luogo al mondo scelto tra il Golden Gate Bridge a San Francisco, negli Stati Uniti e il viadotto Bloor Street di Toronto.  La fitta vegetazione  è costituita principalmente da cipressi, querce e arbusti, ma primeggia il fiore della neve giapponese.Tutto rende il bosco particolarmente silenzioso perciò in sintonia con chi decide di togliersi la vita. Ma la sua crudele notorietà cresciuta anche molto lontano dai confini del Giappone è dovuta al tragico primato. La foresta racchiude tra le sue spire verdi, e se si vuole percorrere” il sentiero della fine”, lei accompagna. “Aokigahara” ..cosi’ si chiama, è il luogo deputato a questo. Dal 1950 si sono verificati circa 30 suicidi all’anno, e il numero è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi tempi, tanto che i funzionari che curano la foresta hanno posizionato cartelli ovunque, in inglese e in giapponese per invitare coloro che arrivano qui per farla finita a chiedere aiuto, mettendo a disposizione mezzi, specialisti e soccorsi. Nel 2010, ben 247 persone hanno tentato di togliersi la vita , per overdose di farmaci o per impiccagione. Fin dal secolo scorso la zona è pattugliata da ufficiali di polizia, volontari e giornalisti, che tentano di sventare questi gesti estremi, ma alla fine, data la vastità del territorio,queste persone camminano solo per ritrovare dei corpi esangui. Il governo Giapponese ha deciso ultimamente di non rendere più note le statistiche dei decessi, nel tentativo di non danneggiare ulteriormente l’immagine del posto. Questo luogo raggiunse la notorieta’ quando, nel 1960 usci’ un romanzo”Nami no tō” di Seichō Matsumoto che narrava la storia di due amanti che si tolsero la vita tra le fronde e il silenzio. Molti credono che chi si è dato la morte nella foresta abbia permeato gli stessi alberi di Aokigahara, generando attività paranormali e allontanando la fauna selvatica. Si dice che le anime prigioniere nella foresta siano condannate ad abitare eternamente le sue profondità, intrappolate all’interno degli alberi. A parte la reputazione terribile,  Aokigahara, che significa letteralmente “Mare di Alberi” è una meraviglia naturale .I turisti possono godere di una splendida vista del Monte Fuji e ammirare attrazioni come l’altopiano di lava, e alberi trecentenari. Non ero al corrente dell’esistenza di un posto deputato principalmente all’horror, poi mi sono imbattuta nel film:” La foresta dei sogni” e dato che tendenzialmente sono una che ama conoscere, ho deciso di vederlo. E’ un film del 2015 diretto da Gus Van Sant e scritto da Chris Sparling, interpretato da Matthew McConaughey, Ken Watanabe e Naomi Watts. La trama si riassume in questo: solo l’amore infinito e la perdita della donna che ama, conducono Arthur Brennan (Matthew Mc Conaughey) con un solo biglietto di andata, senza alcun bagaglio,indossando un trench con in tasca un tubo di barbiturici e mezza minerale, all’altro capo del mondo, in Giappone, per raggiungere la foresta di Aokigahara. Il luogo in cui uomini e donne si recano a contemplare la vita e maggiormente la morte. Il protagonista sconvolto dal dolore penetra nella foresta e vi si perde. Lì Arthur incontra Takumi Nakamura (Ken Watanabe), un giapponese che, come lui, sembra aver perso la strada, la reputazione e soprattutto la voglia di vivere.  Incapace di abbandonarlo al sua destino, Arthur usa tutte le sue energie, fino alla lotta estrema con se stesso per riuscire a salvarlo. Arthur si chiederà a un certo punto chi sia in realtà Takumi, a quale realtà o fantasia appartenga? Finirà a contemplare quello che la sua mente e il suo cuore dopo l’esperienza quasi metafisica lo indurranno a credere. Le persone vivono..amano..muoiono..o forse no! Chissà…?

Maria Grazia Vannini