Verso il partito della Nazione. Ogni giorno una “battuta d’arresto” per il Pd… Renzi si butta sul referendum, Verdini grida al complotto giudiziario

E’ una guerra impari tra Renzi che  cavalca il referendum di Ottobre  per allontanare la pressione sulle amministrative, cronaca di un disastro annunciato, e gli arresti e i rinvii a giudizio che piovono su   personaggi del pd dal nord al sud del paese. Ieri è stato il turno del sindaco di Lodi Simone Uggetti,  arrestato per turbativa d’asta con accuse pesantissime come  stanno riportando in queste ore i giornali on line. Ma qualche giorno fa è toccato all’altra parte dello stivale, la  Sicilia,  avere il piacere di vedersi arrestato , addirittura per droga, venti chili di erba, un consigliere di Siracusa, sempre della premiata ditta  pd. E la scorsa settimana il rinvio al giudizio, questo il più clamoroso di tutti, di Stefano Graziano,  nientepopodimenochè Presidente  dem della Campania, per associazione esterna camorristica con il clan dei casalesi. Ma,  per quanto possa sembrare paradossale, l’arresto del sindaco di Lodi va a rompere ancora di più le gia rotte “giarrettelle” della sciagurata candidatura della renziana Valeria Valente a Napoli (terza nei sondaggi e fuori dal ballottaggio), già partita male per la storia della distribuzione degli euro davanti  ad uno dei seggi , e per la manifesta ostilità di  Bassolino e dei bassoliniani, cosa di non poco conto (tredicimila voti alle primarie) e poi precipitata per l’avviso di garanzia a  Stefano Graziano. Il perchè’ è presto detto.  L’ex primo cittadino di Lodi è  non solo un renziano di ferro, ma un Gueriniano di acciaio.  Di Lorenzo Guerini, vice segretario del pd , Simone Uggetti è stato braccio destro ed anche assessore  all’epoca di Guerini sindaco della cittadina e, destino cinico e baro, è proprio Guerini che giovedì deve  arrivare a Napoli a presiedere l’assemblea regionale del pd per scegliere il nuovo dirigente regionale.  Una assemble sulla moralita’ e sulla legalità nel partito  di cui, pensate un po’, si fa garante, per il Nazzareno, il protettore di un sindaco arrestato per turbativa d’asta: niente male, eh? E questo è il motivo per il quale, già da qualche settimana in evidente stato ansioso ora  il pd napoletano è nel panico. Al momento silenzio sulla pagina fb della Valente, che nel frattempo  inciampa in piccoli incidenti di percorso che vanno dal vittimismo per quattro fischi presi  al corteo del 25 Aprile, ad un selfie scattato su uno scooter in palese controsenso, e soprattutto ad una  strepitosa alleanza  all’ombra del Vesuvio con “ALA”, il raggruppamento che fa capo a Verdini e che ha suscitato stati d’animo che vanno dallo sbigotimento, alle perplessità, al “ma che cazz staie a fa”. E a questo punto non si sa nemmeno se la riunione di giovedì sara confermata e se sarà Guerini l’inviato dalla segreteria nazionale. Ma, a dire il vero, a convincere il premier a  provare la mossa della distrazione di massa dalle elezioni con questa spavalda uscita,  alla vigilia delle elezioni, non è stato solo il versante giudiziario.  Che nel partito ci fosse  un bel po di  delinquenza associata e non, a prescindere dalla sua vocazione a favorire lobby, logge e loggetelle, amici , finanzieri e finanziarie etc, banche e banchetelle, lo si sapeva gia. In realtà  il premier ha capito che da tempo la luna di miele  con gli italiani, quella cosa che si chiama “connessione sentimentale” è finita e che il suo disegno, quello vero per il quale ha messo in mezzo referendum e tutto il resto,ormai è scoperto: il Partito della Nazione.

IL PARTITO DELLA NAZIONE

Il presidente del consiglio non ama il partito. Se ne frega: anzi mal lo sopporta. Ha una idea sbrigativa della democrazia, della partecipazione alle scelte, dei rapporti con la minoranza. Nella sua testa ci sta l’allargamento al centro, e quello è gia fatto, e poi lo sfondamento a destra: sino a un certo punto, lasciando ai leghisti e ai residuati fascisti la rimasuglia estrema. E lo stesso intende fare a sinistra dove sa bene che fuori dal pd ci sta il vuoto; nulla tranne che i cinque stelle. Che detesta, che sono l’unico vero ostacolo al suo matrimonio con Verdini che,  al momento,  sta al gioco e si fa usare dal premier. Ma il noto pluriinquisito, sei rinvii a giudizio,  ragiona come Totò nel famoso siparietto con la sua spalla Castellano, “fammi vedere questo stupido dove vuole arrivare”. Ricordate? Verdini alla fine presenterà il conto  e non è detto che con il bottino non ritorni da dove è venuto, ma senza più l’incomodo di Berlusconi, ormai l’ombra di se stesso: un rincoglionito circondato da coglioni, capeggiati dalla nota  politologa Francesca Pascale con prestigioso master in soubretteria  conseguito con il bravo cabarettista Oscar Di Maio a telecafone, in quel di Napoli.  In questo scenario  figurarsi se ci può essere spazio per  Napoli , o anche per Roma. E, per quanto   su Bagnoli il premier ha fatto due calcoli e si è reso conto che la faccia ce la poteva mettere, anche per favorire qualche buon amico mattonaro,   magari proprietario di un paio di giornali importanti, (per citare a caso:Il Mattino e Il Messaggero), consapevole che senza la scorta sua e di altri ministri la Valente non si regge in piedi (più che una scorta  badanti)   è del tutto chiaro che il sud  è tagliato fuori dal modello renziano. Lo stesso per la Capitale. Tutto l’interesse è su Milano dove Sala è quello che  entra a pieno titolo nel progetto manageriale del partito della Nazione, dove anche i sindaci sono pedine di un gioco.

 IL REFERENDUM

Il collante che dovrebbe tenere in piedi  tutta l’impalcatura è quindi il referendum, di fatto un referendum su di lui, che vorrebbe trasformare in plebiscito. Le amministrative solo un fastidio. Ed anche i giudici. Questo spiega le provocazioni continue verso la Magistratura, di berlusconiana memoria, contro la quale  è stato aizzato Verdini: vogliono colpire Renzi, dice, ponendosi come cane da guardia del nascente Partito della Nazione.  Ancora qualche avviso di garanzia e  partirà la proclamazione che ormai è nell’aria, e di cui si avvertono gia in queste ore  le prime avvisaglie: assalto dei giudici al Quartier Generale! Giustizia ad orologeria! Già sentito da qualche parte, vero? Anche perchè ogni provvedimento giudiziario è grasso che cola per i” Cinque Stelle ” verso i quali sono stati usati due pesi e due misure. Quarto, modesto e malavitoso paesino alle porte di Napoli, a stento segnalato dal Google maps e sconosciuto a gran parte degli italiani, divenne, per una vicenda di infiltrazione che conivolse un assessore grillino, la capitale  del malaffare e delle turpitudini  pentastellate con truppette cammellate di sbraitanti dem che andarono a fare ammuina davanti al comune  della amena località per chiedere, a gran voce, le dimissioni del sindaco  Rosa Capuozzo che tra l’altro era vittima e non colpevole.  Sono gli stessi che oggi si scoprono,  con i presunti lestofanti del loro partito garantisti sino a sentenza definitiva. E chiunque si avvicina  ai social ad ispirazione renziana e piddina deve stare attento a non farsi investire da esalazioni tossiche dei post e dei tweet  di questi paladini liberali.

CIRCO BARNUM.

Cosa ci sta da attendersi ora? Difficile da dirsi, Il capo è teso e nervoso, le dormienti minoranze interne cominciano a muovere il mignolo e l’alluce,  segnali tipici di chi si sta svegliando dal coma, a Napoli  alcuni deputati importanti stanno più fuori che dentro al partito: Rosaria Capacchione, Luisa Bossa: hanno rilasciato dichiarazioni durissime. E Bassolino posta commenti sempre più polemici. una parte dei suoi si è apertamente schierata con De Magistris. La manovalanza del segretario  ogni volta che apre bocca irrita.  Dal Ciaone di Carbone, alla manifesta incapacità di apparire in video della Picierno,  a tutti gli altri. In qualunque contraddittorio televisivo ne escono a pezzi, e non parliamo della Boschi, icona di comici, barzellettari e cabarettisti. Una segreteria che sembra un circo Barnum. E crescono sempre di più le adesioni ai comitati per il No. Al momento” le magnifiche sorti e progressive” di Renzi e del suo nuovo Partito rischiano qualche battuta d’arresto.  Ecco, d’arresto. Soprattutto.

Emilio Magliano

Foto: Il premier Renzi con il sindaco di Lodi Uggetti