Subito a Milano il Museo Nazionale della Tangente… il M.U.N.T….. per capire meglio il nostro Paese

Pensavo… a Milano si dovrebbe creare il Museo Nazionale della Tangente, il M.U.N.T. come si potrebbe chiamare con simpatico acronimo, come si usa fare adesso. Si potrebbe alloggiarlo in una delle tante fabbriche dismesse o in qualche padiglione di Expo scampato alla demolizione, ma, forse, la soluzione migliore sarebbe affidare il progetto a qualche nota archistar che includa nella sua parcella la ristrutturazione gratuita della villa del committente e poi affidare i lavori, naturalmente, all’impresa che offra la tangente più alta. Si potrebbe collocarlo a Milano in ricordo dei lontani giorni di “Mani Pulite” anche se per onestà si potrebbe riconoscere che molte altre città italiane avrebbero tutti i titoli per reclamarne la sede. Vi si potrebbero collocare reperti di ogni tipo ed epoca in grandi sale ordinate con chiare indicazioni del perché tale oggetto abbia trovato posto in quelle sale.

Si potrebbe collocare in una teca la pergamena con cui un guelfo, dietro lauto compenso, si offriva di passare nelle file ghibelline portandosi dietro tutto il suo comune ma forse sarebbe meglio limitarsi a tempi più recenti per non esaurire prestissimo gli spazi espositivi. Si potrebbe dedicare una sala ai soldi che Mosca inviava al PCI per ogni contratto di import-export concluso col nostro paese e contrapporvi una sala con quanto giungeva da Washington alla DC.

E mostrare come non solo non bastassero, ma venissero integrati abbondantemente in sede locale poi  illustrare come, quando i rubinetti si chiusero al termine della guerra fredda, i nostri politici furono costretti ad arrangiarsi e quanto bene si adattassero alla nuova situazione. Vi si potrebbero esporre oggetti entrati ormai nel mito, dal pouf di lady Poggiolini al congelatore di casa Rizzi dove il consigliere regionale leghista, braccio destro del governatore Maroni arrestato due giorni fa, riponeva il suo tesoro raggranellato lucrando sulle dentiere degli anziani e sulle forniture dell’ospedale dei bambini Buzzi.

Nome, che come si vede è destinato a tornare alle cronache ma qui si tratta di omonimia. Vi si potrebbero esporre i diamanti di Belsito, l’ex tesoriere leghista, e le auto sportive di Carminati,uno dei protagonisti di spicco di Mafia Capitale tanto attiva sotto la giunta dell’ignaro, ingenuo e inadeguato sindaco Marino che, come l’ispettore Closeau non si accorgeva di nulla.

E perchè non esporre un calcinaccio del terremoto dell’Aquila? E ci vogliamo dimenticare il brutto pupazzone di Italia 90? Bisognerebbe solo avere l’accortezza di lasciare posto per affiancargli quello che sarà studiato per le olimpiadi di Roma del 2024. Lungo il percorso si potrebbero collocare gigantografie dei tanti protagonisti di prima e seconda fila, narrandone le biografie, mentre verranno proiettati vecchi filmati con le loro dichiarazioni.  Una sala enorme andrebbe dedicata allo stupore e all’indignazione dei sodali del tangentista: tutti intenti a precipitare dalle nuvole scoprendo inorriditi le malefatte del loro strettissimo collaboratore.

Ed un computer collocato in un angolo potrebbe conteggiare tutte le volte che è stata pronunciata la frase: “Giustizia ad orologeria” e fare un calcolo statistico di quante volte sia stata pronunciata dalla sinistra e quante volte dalla destra. Verrebbe su un museo immenso ed il povero curatore sarebbe costretto ad un estenuante lavoro di sistemazione e riordino con allestimento continuo di nuove sale e nuove esposizioni.

Schiere di “volontari”, a cui potrebbe essere donata una bella maglietta con su una bustarella, accompagnerebbero i visitatori illustrando il contenuto delle varie sale. Ci si potrebbero portare le scolaresche che potrebbero apprendere la storia patria non già dalle fredde pagine di un testo scolastico ma dal vivo. Sarebbe una visita istruttiva più di un’ora di educazione civica. E per gli studenti stranieri potrebbe diventare un primo passo verso una vera integrazione, un modo per capire davvero il paese che li ospita.

Gianvittorio Musante