Strage di Ustica: oltralpe continuano le indagini sulla pista francese

Qual è l’ipotesi di un coinvolgimento francese nella strage di Ustica? Trentasei anni dopo  siamo ancora qui a chiedercelo. Si interroga ancora oggi la stampa con una emittente al di là delle Alpi. Non ha mai interrotto le indagini sul mistero della notte del 27 giugno 1980  rilanciando l’ipotesi dell’abbattimento del Dc9  da parte di caccia dell’esercito francese. Mentre la politica,  che avrebbe dovuto farlo da tempo ha taciuto, proteggendo i suoi scheletri nell’armadio.

Ci sono comprovate affermazioni false secondo le inchieste giornalistiche, da parte delle autorità di istituzionali Parigine. Una ha riguardato l’affermazione del governo Francese del fatto che la base militare di “Solenzara in Corsica” sarebbe stata chiusa a partire dalle ore 17 del giorno del disastro, cioè quattro ore prima che il Dc9 precipitasse. Gli autori dell’indagine hanno dimostrato che non era vero, portando le testimonianze di militari in servizio all’epoca. Tra i testimoni  c’era l’ex generale dei carabinieri Niccolò Bozzo  in servizio a Solenzara. Ha ricordato perfettamente che al contrario di ciò che veniva detto, fino a quella tarda sera  nella base militare si svolse un’intensa attività di monitoraggio dei molti decolli dalla Corsica, mentre il “Dc9 di Itavia” si trovava in volo tra Bologna e Palermo. Si verificarono dunque delle omissioni nei rapporti, delle negligenze o le solite bugie di “Stato”..  da parte Francese?

Il Presidente Cossiga,  in carica allora, disse che Parigi era stata responsabile dell’abbattimento del velivolo, e lo dichiarò agli inquirenti titolari dell’inchiesta, anche la TV francese smentì il suo governo, secondo cui le autorità avrebbero affermato che “Nessuna portaerei francese sarebbe stata in mare il giorno della tragedia. Cossiga al contrario affermò la presenza della portaerei nel Mediterraneo della Clemenceau, ma subito negata dalle autorità francesi. L’inchiesta, al contrario confermò l’ipotesi, sostenendo che si trattava della portaerei Foch, come continua ancora oggi a risultare da documenti mai resi noti e rimasti inediti, che certificavano la piena attività della nave il 27 giugno 1980. 81 vittime civili ignare sarebbero salite sul Dc9, risultando il danno collaterale di un’operazione militare in corso. La verità sta in cielo ,in quanto sembra che i caccia francesi volessero abbattere un Mig libico, che seguiva da vicino il Dc9 e avrebbero lanciato per errore un missile contro l’aereo di linea Itavia. Con tutta probabilità questo fu realmente lo scenario del dramma. Il capo dei servizi segreti di Muhammar Gheddafi, dichiarò pubblicamente che il nemico pubblico numero uno di Parigi era il premier Libico e pertanto probabile obiettivo. Valéry Giscard d’Estaing, dall’Eliseo non volle mai incontrare la stampa di inchiesta, nonostante le richieste e le numerose sollecitazioni da parte dei media. Alle 20:59 e alle 21:04 i radar e le torri di controllo persero il contatto con il volo. All’alba del giorno dopo le ricerche già istituite per direttissima, riportarono alla luce ad alcune decine di miglia a nord dell’isola di Ustica i primi resti dell’aereo, e nessun sopravvissuto.

Ci fu una totale assenza di prove su cosa avesse determinato la caduta del Dc9, si svilupparono diverse ipotesi:

un cedimento strutturale del velivolo, una bomba a bordo, una collisione con un aereo militare, un abbattimento causato da un missile ara-aria ( un tipo di missile usato per colpire un mezzo aereo attraverso un altro mezzo aereo).

L’ultima teoria solo dopo tanti anni dall’accaduto è ritenuta ufficiale e la piu’ veritiera, perchè fino agli inizi degli anni 90 sul relitto non furono trovati residui direttamente riconducibili a una collisione con un missile, ma solo tracce di esplosivo. La Corte d’Appello di Palermo ha ritenuto l’ipotesi valida, in quanto la teoria che il DC-9 Itavia IH870  fosse stato colpito da un missile era la piu’ plausibile. Esiste la certezza che in quella porzione del Mar Tirreno, in quegli anni, si sarebbe concentrata un’intensa attività dell’aeronautica militare da parte di diverse nazioni, fatto che ha avuto sempre piu’ conferme. L’attività di ricerca della verità stando alle ricostruzioni degli inquirenti, sarebbe stata piu’ volte ostacolata e soprattutto inquinata. Il giorno dopo l’ammaraggio del velivolo, una telefonata ad un quotidiano nazionale pubblicò a nome dei Nuclei Armati Rivoluzionari (Nar) che il gruppo terrorista neofascista aveva collocato una bomba sul’aereo, ma questa teoria è rimasta tra quelle trascurabili.Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime della strage disse:”È importante che la tragedia di Ustica e le possibili responsabilità della Francia, siano portate all’attenzione dell’opinione pubblica “Tant’è che ancora oggi il Tribunale di Palermo ha condannato, con tre diverse sentenze, i ministeri della Difesa e dei Trasporti Francesi a risarcire i familiari delle vittime di Ustica per complessivi 12 milioni di euro, confermando l’ipotesi di un disastro aereo causato, con elevata probabilità, da un missile o da una quasi collisione con un altro velivolo intruso. Le autorità francesi continuano a mantenere il ” Secret Défense” sugli eventi di quel disastro, che nel frattempo hanno avuto modo di nascondersi nell’opacità polverosa degli archivi dell’inchiesta per una  bazzecola di tempo, 36 anni.

Maria Grazia Vannini