Serie Tv. Domani torna su Sky “Gomorra”. Saviano replica a Cantone: “Non sono nichilista”

Roberto Saviano è intervenuto a sorpresa alla presentazione della seconda stagione della serie “Gomorra”, in onda su Sky Atlantic dal 10 maggio. Lo scrittore è tra gli autori del soggetto della serie, ispirata al suo libro, e ha spiegato: “Non credo che l’arte, in questo caso una serie, debba avere un obiettivo pedagogico, però ha la capacità antropologica di raccontare mondi e meccanismi”. La scrittura della serie, ha spiegato Saviano, è basata sull’osservazione e lo studio della realtà criminale, e questo racconto, secondo lo scrittore, ha una grande utilità. “Chi ha paura di raccontare queste storie, parlo dei giornali ma anche della politica, teme ingiustamente di dare un’immagine sporca o contraddittoria del Paese” ha affermato, esprimendo poi un suo timore: “Il rischio più grande che si sta correndo in queste ore è di tornare a 10 anni fa, quando qualcuno disse che avrebbe strozzato chi raccontava queste storie”. Saviano ha detto la sua sulla lotta alla criminalità e alla corruzione e ha risposto in maniera indiretta a Raffaele Cantone che in un’intervista a “Libero” lo aveva definito “nichilista” e “pessimista cosmico”. “Non mi spaventa essere definito un nichilista, non lo sono, nel senso che raccontare una contraddizione significa provare a risolverla, non parteggiare per quella contraddizione. – ha affermato lo scrittore – Spesso si continua a fare l’errore di prendersela con chi racconta il male, non con il male stesso. Questo è un antico vizio italico”. Lo scrittore ha sottolineato come la risposta della politica al problema della corruzione e della criminalità oggi sia insufficiente. “Le norme prese non bastano e lo dimostrano le ultime inchieste: la politica è profondamente sguarnita da questo punto di vista. Il sud è un tema che è diventato marginale” ha sottolineato Saviano, che ha spiegato: “In questa fase quando si parla di mafia si dice che si diffama il Paese. Penso semplicemente sia un errore: c’è molto da fare, non è tutto perduto, anzi, ci sono grandissime risorse, e raccontare è una di queste”. Saviano ha poi concluso: “Mi spiace molto che si sta tornando a questa sorta di silenziosa omertà, al pensare che il non parlarne sia sufficiente per ridimensionare e per risolvere”. La seconda serie di “Gomorra”, già venduta in 130 Paesi, è di 12 episodi, ha la supervisione artistica di Stefano Sollima, ed è diretta da lui e altri tre registi, Francesca Comencini, Claudio Cupellini, Claudio Giovannesi. Saviano, che è tra gli autori del soggetto insieme a Stefano Bises e Leonardo Fasoli, ha affermato: “Quando si è pensato di fare Gomorra la nostra paura era di rischiare di far sembrare tutto come relegato in una nicchia esigua di interesse. Lo stesso si rischia sui temi mafiosi: si lasciano alla cronaca nera, si lasciano al dibattito locale, si lasciano al margine, non capendo che studiare questi meccanismi, farli emergere, è l’ipotesi iniziale per poterli fermare, spezzarli. Mantenere il silenzio su questo è l’errore, anche sul piano scientifico, più grande che si possa fare”. (aska news)