Sanremo 2016. I Conti tornano, il festival tiene bene… Vincono gli Stadio, ma loralegale.eu sceglie Annalisa. Perchè è stato il Sanremo delle donne

Che cosa ha dimostrato l’ultimo Sanremo conclusosi ieri sera? Forse che esiste una via intermerdia al nazional popolare trash e che l’unica alternativa al baudismo può essere un baudismo riveduto, corretto ed aggiornato e non solo il fazismo pseudo prog per consumisti snob. E’ questa la scommessa vinta da Carlo Conti, alla seconda direzione artistica e conduzione consecutiva (affiancato quest’anno dai non indispensabili Madalina Ghenea e Gabriel Garko e dalla bravissima Virginia Raffaele, qui alla consacrazione definitiva), quella di mettere su un festival inevitabilmente spettacolarizzato, ma di buon gusto, con ospiti di grande livello come Elton John ed Ezio Bosso (forse il momento più intenso e toccante dell’intera manifestazione), la fantastica Nicole Orlando o ancora una simpaticamente nostalgica Cristina D’Avena, un irrefrenabile Renato Zero  ed un Ramazzotti pre-world tour in forma smagliante. Detto che tra le nuove proposte il vincitore Francesco Gabbani (“Amen”) e la “premiata dalla critica” Chiara Dello Iacovo (“Introverso”) ci sono sembrati decisamente i migliori, il pacchetto  complessivo comprendente le canzoni e le esibizioni dal vivo dei “Campioni” ci è sembrato onesto senza mai toccare livelli altissimi, con uno standard medio sicuramente sufficiente. Ci aspettavamo forse di più dalla proposta degli “Elii” che con “Vincere l’odio” e la parure di refrain accattivanti fatti canzone ci son sembrati indulgere stavolta in un autocompiacimento forse eccessivo; non ci ha colpito al cuore più di tanto la canzone vincitrice degli Stadio, “un giorno mi dirai”, in ogni caso un pop melodico di discreta fattura; così come ci era piaciuta più altre volte di recente la sempre elegantissima e sinuosa Patty Pravo, che con la sua tiepida “Cieli immensi” si è guadagnata in ogni caso il premio della critica. Ben scritti come al solito i brani di Ruggeri (“Il primo amore non si scorda mai”) dei Blue Vertigo di Morgan (“Semplicemente”) e di Neffa (Sogni e nostalgia) sono apparsi poco convincenti  gli Zero Assoluto, Clementino, Irene Fornaciari, lo stesso Rocco Hunt che scelto la scorciatoia del tormentone prevedibile e già sentito. Se anche Alessio Bernabei (un po’ troppo sulla scia di Nek), Valerio Scanu, Giovanni Caccamo e Debora Giurato, Lorenzo Fragola non hanno catturato la nostra attenzione più di tanto, ad essere la vera splendida conferma di questo Sanremo è stato lo splendido poker di donne formato da Annalisa, Noemi, Arisa e Francesca Michelin: ormai perfettamente padrone di se stesse, cresciute, molto brave nello gestirsi e nell’interpretare  canzoni che si muovono tra la musica leggera e il pop deluxe con più di una incursione in una canzone d’autore moderna quanto intensa e comunicativa, Di qui la nostra personale preferenza alla sempre più convincente Annalisa (foto in alto a sinistra), coautrice dell’intenso e toccante “il diluvio universale”, love song di scuola cantautorale eseguita con classe, misura e pathos magistrali. E’ stato decisamente il festival delle donne il Sanremo 2016, nonostante la vittoria degli Stadio e già si sa in materia di audience quanto i Conti siano tornati…

Pasquale Bottone