Ritratti. Fausto Intilla. Dall’ Italia alla Svizzera, una mente italiana al servizio della ricerca scientifica

Fausto Intilla, inventore e divulgatore scientifico di origini italiane (classe 1972), alle spalle ben tredici opere letterarie a carattere scientifico (quasi tutte pubblicate dall’Aracne Editrice, Roma), ci offre in questa intervista uno spaccato del suo “lato umano”, rispondendo a delle domande di natura filosofica e umanistica; domande tra l’altro, relative ad argomenti sempre più frequenti nei suoi libri più recenti (come ad esempio nel libro “Ulixe”, uscito a fine 2015; oppure in “Pensieri”, uscito a fine 2013).

Lo incontriamo in una coincidenza casuale e fortuita, con un tempismo quasi perfetto: a pochi giorni dall’annuncio della scoperta delle onde gravitazionali, previste nella teoria della Relatività Generale da Albert Einstein, esattamente un secolo fa (1916).

• Che cos’è la mente e cos’è l’anima per Fausto Intilla?  

“Tutti i più grandi pensatori che la storia ricordi, tra scienziati e filosofi, nel corso dei secoli, hanno cercato di dare il loro contributo, nella ricerca di risposte semplici ed oggettive sulla questione anima-mente-coscienza; tre elementi che caratterizzano la natura più profonda del nostro cervello, tra loro interagenti ed inscindibili (perlomeno fin quando l’attività biologica del nostro organo supremo è presente), ma di cui non tutti sono disposti ad accettare l’esistenza del primo, ovvero di quello che solitamente chiamiamo con il termine: “anima”.

Circa sette anni fa (agosto 2009), scrissi un articolo (tuttora presente online) che intitolai: “Dalla teoria dell’informazione al concetto di anima” (video), dove cercai di esporre il mio punto di vista sulla questione, usando una terminologia di impronta scientifica che fosse il più possibile vicina a ciò che oggi conosciamo nel campo della termodinamica, della meccanica quantistica, della teoria dell’informazione e persino in quello della teoria delle stringhe (dove è prevista l’esistenza di dimensioni extra dello spazio-tempo). L’intento era quello di giungere ad una sorta di “dimostrazione scientifica” dell’esistenza dell’anima (un’entità eterna e “indissolubile”), lasciando il concetto di mente-coscienza, inalterato nella sua classica accezione di “prodotto dell’attività neuronale” del cervello umano (che ovviamente cessa di esistere con la morte di un individuo, ma non immediatamente, secondo recenti studi). Il concetto di conservazione dell’informazione (su cui poggia la mia tesi sull’esistenza dell’anima) su scale prossime a quella di Planck, non è ancora pienamente accettato dall’intera comunità scientifica, nonostante diversi esperimenti scientifici eseguiti negli ultimi dieci anni, sembrerebbero confermarne la validità. Ciononostante, è bene non farne un dramma, visto che tutto sommato, per dirla con Herbert George Wells: “Ogni dogma prima o poi deve morire”. Le nuove idee sono come i fotoni, non hanno massa ma energia e quantità di moto quantificabili solo dopo un determinato intervallo di tempo: quello sufficiente a far crollare i vecchi paradigmi, per dar spazio a quelli nuovi”.

• Se dovessi spiegare ad un bambino di 10 anni “la particella di Dio”, quale metafora adotteresti? 

“Bè, forse inizierei così “…osserva lo spazio a te circostante e immagina che non vi sia nulla, neppure l’aria che respiri! Ora pensa che in questo Vuoto da te immaginato, vi siano nascoste un’infinità di palline piccolissime, così piccole da non poter essere viste neppure con il più potente microscopio del mondo! Tutte queste palline formano una fitta rete invisibile che ricopre tutto lo spazio a noi circostante, alla quale possiamo dare il nome di campo: Il campo delle palline di Mr. Higgs. Ogni pallina però, anche se infinitamente piccola, è tuttavia molto pesante! Esse si nascondono nel Vuoto ed è difficilissimo farle uscire! Ci vogliono delle macchine molto grandi per stanarle, che prendono il nome di “acceleratori di palline piccolissime”, così piccole che possiamo chiamarle particelle. Ora immagina che insieme alle palline di Mr. Higgs, vi siano tantissime altre palline di altro genere, ma sempre infinitamente piccole e tutte nascoste nel Vuoto a noi circostante. Queste palline però hanno delle proprietà magiche, perchè sono tutte in grado di trasformarsi a vicenda le une nelle altre o di creare altre palline, e ogni volta che fanno questo giochetto scaricano o assorbono nel campo delle palline del signor Higgs, una sostanza invisibile chiamata carica debole. Ma sono tutte le palline del signor Higgs che forniscono la sostanza invisibile chiamata carica debole! Senza la quale questo giochetto non sarebbe possibile! Quando queste palline magiche (diverse da quelle di Mr. Higgs) assorbono carica debole dal Vuoto (invece di scaricarla, ovvero di liberarsene), in quel preciso momento esse danno origine ad una cosa chiamata massa …Le cui proprietà avrai tutto il tempo di studiare quando sarai più grande!”.

• Da Albert Einstein con la relatività ristretta, la dicotomia più famosa al mondo risolta nella nota formula E=MC², con cui si determina l’equivalenza di massa ed energia, ad oggi, che cosa è cambiato nella ricerca del secondo principio della termodinamica?

“Sul fatto che la massa sia effettivamente da considerarsi come una forma complessa di energia (da cui la famosa equazione di Einstein E= mc^2), oggi ovviamente non abbiamo più alcun dubbio; dai tempi del Progetto Manhattan fino a pochi anni fa, in ambito militare, abbiamo potuto appurare fin nei minimi dettagli, di che cosa è capace l’atomo (a titolo d’esempio, andando oltre la semplice fissione nucleare, se fossimo in grado di annichilire completamente un Kg di massa di qualsiasi tipo, ne ricaveremmo qualcosa come 25 miliardi di KWh di energia!). È inoltre di pochi giorni fa, l’annuncio della scoperta delle onde gravitazionali, previste nella teoria della Relatività Generale da Albert Einstein, esattamente un secolo fa (1916). Per quanto riguarda i principi della termodinamica invece, essi rimangono sempre immutati e saldamente ancorati alle loro radici storiche, con qualche recente inatteso sviluppo, come avvenuto ad esempio nel campo della fisica dei laser. Si è scoperto infatti che in determinate condizioni, i laser possono raffreddare, invece di riscaldare. Che in particolari condizioni i laser fossero in grado di raffreddare era noto dal 1995, ma solo di recente si è riusciti a dimostrare questa possibilità anche nei liquidi e con tecnologie a basso costo; risolvendo così un problema che nella comunità dei fisici persisteva da oltre dieci anni. Un altro recente sviluppo si è avuto invece nel campo della termodinamica dei sistemi non additivi. Si tratta di particolari sistemi da cui non è possibile derivare le comuni leggi della termodinamica (si pensi ad esempio ai plasmi non neutri). L’energia complessiva di un sistema non additivo, non è mai uguale alla somma delle energie delle sue singole parti (nel caso in cui si compia l’operazione di scomporlo in parti macroscopiche, per poi calcolarne l’energia complessiva attraverso la somma di tutte le sue parti). Ciò che di recente alcuni fisici italiani hanno scoperto però, è che introducendo una nuova grandezza chiamata “energia di replica”, questo problema può essere risolto. Ulteriori sviluppi si sono avuti inoltre, negli ultimi dieci anni, nel campo dei condensati di Bose-Einstein; dove ad esso correlati troviamo il raffreddamento laser dei gas, l’ottica quantistica e la spettroscopia ad altissima risoluzione”.

• Qual è il confine tra leggenda e realtà ipotetica per Fausto Intilla, inventore e ricercatore scientifico?

“Penso che tutto ciò che si possa oggettivamente ipotizzare su una o più possibili realtà future (in ogni ambito della sfera umana), debba necessariamente poggiare su un vasto numero di informazioni e conoscenze approfondite in svariati campi del sapere umano. Per fare un esempio, non è possibile, a mio parere, fare delle previsioni sugli sviluppi della robotica e dell’intelligenza artificiale, senza un adeguato bagaglio di informazioni anche nel campo delle scienze sociali, delle neuroscienze, della bioelettronica e via dicendo. Ma ciò non sarebbe neppure umanamente possibile, per l’immensa quantità di dati e di informazione che una mente umana dovrebbe assimilare e poi analizzare, per poter giungere a delle previsioni che abbiano un elevato margine di plausibilità; paradossalmente, sarà proprio l’intelligenza artificiale, raggiunto un giorno il punto di Singolarità, a poter compiere delle previsioni altamente plausibili su come sarà la nostra realtà, in futuro. Con questo non voglio dire che dobbiamo relegare ogni nostra previsione sul nostro futuro, nel campo della fantascienza o delle “leggende metropolitane”, ma solo sottolineare l’enorme difficoltà che sussiste nel voler fare delle ipotesi futuristiche, che abbiano un alto livello di “gradimento” e di “credibilità” per l’intera comunità scientifica e non (anche i non “addetti ai lavori”, hanno diritto a “farsi un’idea” su un loro potenziale futuro). A mio avviso dunque, rimane leggenda ciò che non è supportato da un’ elevata quantità di informazioni disponibili sull’oggetto in esame (informazione diretta) e altresì legate ad altri settori del sapere umano, in qualche modo legati allo stesso oggetto (informazione indiretta). A fare la differenza tra leggenda e realtà oggettiva (presente o futura) ipotizzabile su ogni ogni cosa, sta dunque il nostro livello di conoscenze e informazioni su ciò che prendiamo in esame (più esso sarà basso, e più si fanno alte le probabilità che siamo in presenza di un mito, di una leggenda; tutte le religioni del mondo ci offrono degli ottimi spunti di riflessione su tale argomento)”.

• Nella tua vita personale sperimentare cosa significa? 

“Sperimentare per me significa semplicemente lasciar volare il pensiero ovunque esso desideri, senza attendermi nulla, facendo ben attenzione a non inficiare/ostacolare il suo percorso con la necessità, con gli obblighi autoindotti sia in campo personale/privato che lavorativo; il che ovviamente non è sempre facile, ma allentando di tanto in tanto le proprie ambizioni, a volte si arriva a fare delle grandi cose (senza vivere necessariamente “nel guscio di una noce”)”.

• Nel libro di Paul Davies “Come costruire una  macchina del tempo” si dimostra come è possibile viaggiare nel tempo, nel tuo libro Antigravità -Dalla gravità propulsiva ai propulsori a curvatura spazio-temporale si arriva a concepire la curvatura spazio-temporale…Ciò che resta ignoto ancora è la natura del plasma. Potrebbe essere lo stesso di una donna gravida?  

“Tra le ultime pagine del mio libro intitolato “Antigravità” (tra l’altro il più venduto tra tutti i libri pubblicati finora con l’Aracne Editrice), ho effettivamente chiamato in causa anche la fisica dei plasmi, nel tentativo di giungere a delle spiegazioni plausibili su un fenomeno (in ambito civile) ancora soltanto ipotetico; ovvero quello della gravità repulsiva. Si tratta comunque di mera speculazione scientifica, con moltissimi punti interrogativi ancora da risolvere, che non ritengo sia il caso di esporre ed approfondire in questa sede”.

• Che differenza c’è tra segreto e mistero quando si indaga in campi di ricerca che coinvolgono la percezione dell’oltre? 

“Credo che di segreti ve ne siano ben pochi, in campi di ricerca che non prevedano la trasposizione dei risultati ottenuti, in ambito militare. Il punto però è che nessuno sa, ad oggi, se gli esperimenti sulle percezioni extra-sensoriali e sui fenomeni PSI in generale, siano stati effettivamente interrotti oppure no, in ambito civile e militare da parte delle maggiori superpotenze (in primis Russia e Stati Uniti). Se la ricerca in tal senso fosse andata avanti, in questi ultimi vent’anni, e avesse dato anche dei risultati positivi (dunque ripetibili, misurabili e quantificabili da più parti), bè …allora di segreti credo proprio che ve ne sarebbero davvero tanti, nascosti ancora nell’ombra e in attesa di essere svelati. I misteri invece rimangono anche in presenza di risultati tangibili e ripetibili, in qualsiasi campo di ricerca, per il semplice fatto che non ci è concesso di conoscere la “natura ultima delle cose” (se scaviamo a fondo, ci accorgiamo che ogni spiegazione di ogni fenomeno naturale o creato dall’ingegno umano ha i suoi limiti, oltre i quali rimane solo la nostra ignoranza, con la quale dobbiamo sempre confrontarci)”.

• “Datemi una leva e solleverò il mondo” nota frase di Archimede di Siracusa, filosoficamente che cos’è la leggerezza per Fausto Intilla? 

“Per me la leggerezza è semplicemente uno stato mentale che acquisiamo nel momento in cui impariamo a convivere con le nostre responsabilità, le nostre debolezze, le nostre sconfitte e ci sentiamo pienamente in grado di apprezzare le piccole gioie quotidiane della vita; ma occorre del tempo per raggiungere questo traguardo. Per dirla con le stesse parole di uno dei miei attori preferiti: “Con l’età, ho scoperto la leggerezza” (Al Pacino)”.

• Cosa sono i sensi per te e a quale di questi sei più legato: quando si sprigiona l’intuito o l’energia? 

“Non è possibile parlare d’intuito senza parlare di creatività; le due cose sono strettamente legate e complementari tra loro. Le intuizioni sono sempre estremamente rare e preziose, anche per una persona dotata di grande intelligenza. Einstein per esempio, sfruttò il suo intuito per definire la stretta connessione che sussiste tra spazio e tempo (ricavandone tutta la Relatività); fu il suo intuito a permettergli di stabilire l’uguaglianza tra massa ed energia (E=mc^2). De Broglie a sua volta, intuì che mc^2 è uguale al prodotto della frequenza delle vibrazioni (f) per la costante di Plank (h), e questo ben ventitre anni dopo che Planck definì l’energia come il prodotto di hf. Ci vollero poi altri quattro anni prima che Heisenberg, nel 1927, intuisse e quindi formulasse il principio di indeterminazione. Il pensiero umano “striscia” (per dirla con Pauwels e Bergier), avanza lentamente verso orizzonti scientifici sempre più lontani, ma attraverso dei risvolti tecnologici sempre più rapidi e vicini; se questo sia un male o un bene, nessuno al momento è in grado di stabilirlo”.  

Questa intervista, avvenuta tramite e-mail, si è conclusa con un post scriptum al quale Fausto Intilla, che ringrazio ancora, ha risposto così:  

PS di Nadia Lisanti: Dico sempre che il tempo è una dimensione elastica, può avere un senso per te questa frase?  

Risp. al PS: “Il tempo può assumere un aspetto solido oppure fluido, a dipendenza se vogliamo scolpirlo oppure nuotarci dentro (…senza lasciarvi tracce). Se scegliamo di scolpirlo però, ci occorre una forza maggiore, che possiamo attingere solo dalle ambizioni”.

Nadia Lisanti