Politica. Elezioni a Roma. E il Pd cala l’asso di briscola Giachetti…

E il PD a Roma cala l’asso di briscola: Roberto Giachetti. Da non confondere con Roberto Giacobbo, esperto di parafantascienza estrema,  anche se pure il Giachetti dovrà addentrarsi in universi paralleli, in mondi sconosciuti ed incontrare inquietanti presenze. Sì, ma nel sottobosco della politica italiana. Scherzi a parte, Giachetti è un pezzo da novanta, vicepresidente della Camera e renziano di ferro.

Lo aspetta un compito da far tremare le vene ai polsi: riconquistare il comune di Roma al PD e non sarà facile. A Roma il PD è uscito malissimo dall’esperienza Marino travolto dalla sua totale inadeguatezza al ruolo e dallo scandalo di Mafia-Capitale.

La città è sempre più degradata e non solo nelle aree periferiche, dove l’assenza delle istituzioni è ormai cronica, ma anche nelle zone centrali finora tenute come il salotto di casa se non altro a beneficio dei vip residenti e dei molti turisti. Inoltre non è piaciuto a molti militanti ed elettori del centro sinistra il modo con cui Marino è stato messo alla porta. Licenziato direttamente da Renzi intervenuto a gamba tesa nella politica locale.

Al di là dei pochi meriti (e dei molti demeriti) del vecchio sindaco non va dimenticato che il povero chirurgo si era trovato in Campidoglio le pesanti macerie della precedente amministrazione Alemanno. Sia chiaro questo non lo giustifica. Marino sembrava l’uomo caduto sulla terra e, mentre Buzzi e soci si mangiavano la città, il nostro andava a spasso in bicicletta.

Certamente però il suo licenziamento come un servitore colto a riempirsi le tasche con l’argenteria di famiglia ne ha fatto un martire ed ha trasformato il mite vecchio sindaco da ispettore Clouseau in una vittima dell’arroganza renziana e questo non è piaciuto a molti elettori. Un arduo compito attende il povero Giachetti: ridare verginità ad un partito travolto da se stesso.

Per sua fortuna gli altri non sono messi meglio e i recenti fatti di Quarto, con l’abile campagna stampa organizzata dai principali quotidiani nazionali, sta facendo precipitare i consensi ai 5 Stelle dati per sicuri vincenti solo fino a poco tempo fa. Giachetti, che va ricordato è stato una delle menti del Job-act, sa che può contare su tutto l’appoggio di Renzi e del PD romano che non ha altri santi a cui rivolgersi mentre crollano le iscrizioni e chiudono sedi storiche del partito. Ci riuscirà? Intanto lo attende lo scoglio delle primarie e le sue chances si misureranno già con un dato: quello dell’affluenza alle urne piddine. Intanto una città allo sbando e sempre più cinica e disincantata osserva tutto questo con malcelata rassegnazione.

Gianvittorio Musante