Politica e Giustizia. Prescrizione. Nuovo bluff a vantaggio degli impuniti per censo

Come quei “croupier” di strada di discutibile moralità i quali – su tavolini volanti – propongono ai malcapitati viandanti il gioco delle tre carte. E’ un gioco di squadra nel quale compari e comparielli hanno il compito di convincere la vittima designata a scommettere. Come? Mostrando le banconote frutto di presunte freschissime vincite. Una metafora – questa – per dire che ancora una volta i signori della maggioranza di Montecitorio stanno cercando di imbrogliare in materia di prescrizione dei reati. L’ultimo escamotage lo hanno tirato fuori dal cilindro sventagliando la proposta di protrazione di ulteriori tre anni per il cestinamento legale delle malefatte. Un bluff che comporterà soltanto una maggior mole di lavoro per gli azzeccagarbugli di ricchi imputati. Già, una fatica maggiore degli avvocati per far tagliare ai rispettivi clienti – indenni e con successo – il traguardo dei nuovi tempi di prescrizione. Un escamotage per fare in modo che gli impuniti – per censo e per diritto di Casta – restino tali. Un nuovo imbroglio. Basta poco per comprendere, infatti, che il provvedimento così immaginato non va incontro nè alle richieste dei magistrati nè alle istanze di giustizia dei cittadini. Altro che l’invocata certezza della pena… Già perché per accelerare lo svolgimento dei processi e per vanificare la corsa degli imputati verso la prescrizione occorrerebbero tempi certi e non variabili come gli attuali. Tempi volubili scaturenti dal complesso calcolo tra il momento del compimento del presunto reato, quello della scoperta del medesimo e quello dell’inizio del processo. Questa dinamica perversa resterebbe immutata secondo le intenzioni dall’asse Pd-Ncd-Ala e parte di Forza Italia. Tanto rumore per nulla, dunque. Un semplice lifting per cercare di ripulire l’immagine governativa dopo gli ultimi infortuni e scivoloni in materia di legalità. A contrastare questo rattoppo restano le proposte delle toghe e delle opposizioni M5s e Sinistra Italiana. Proposte che ipotizzano il conteggio della prescrizione a partire dal momento della scoperta del presunto reato e l’interruzione del calcolo dopo la eventuale sentenza di condanna in primo grado. Verrebbero così a cadere tutte le scappatoie legali quasi sempre figlie di cavilli studiati da abili avvocati pagati a peso d’oro. La riforma della prescrizione – anche alla luce dell’ultimo tentativo di bluff – è insomma materia per persone serie. Forse sarebbe il caso di chiamare Diogene e spedirlo alla Camera dei deputati…

Marino Marquardt