Politica e Giustizia. Ecco l’esercito dei nuovi garantisti di Renzi in guerra contro le “intrusioni” dei magistrati

Da un po’ di tempo mi capita di guardare con sospetto quanti si riempiono la bocca con la parola “garantista”. E mi viene da pensare a quelli che nascondono la polvere sotto il tappeto… Forse perché, gratta gratta, alla fine scopro che molti di questi paladini hanno grane  con la Giustizia. Grane non figlie della fantasia o dei teoremi di qualche fantasioso giudice “giustizialista” ma conseguenze di parole pronunciate in libertà. Già, parole in libertà, parole compromettenti che si traducono in indizi di reati, parole intercettate alcune volte casualmente e ad insaputa degli investigatori perché scambiate dagli improvvidi con interlocutori sotto indagine. Avviene quando la legge del Caso decide di sostituirsi ai tribunali… Ultimo arruolato in ordine di tempo nell’esercito dei garantisti il premier Matteo Renzi. Ha scatenato in nome del diritto alla privacy e della Giustizia l’ennesimo assalto del Palazzo ai magistrati che non vogliono farsi gli affari propri, a quei magistrati distanti anni luce dai vecchi togati dove, nel porto delle nebbie romane, insabbiavano di tutto. Altro che rifiuti tossici! Scherzo del destino – non a caso alcuni lo definiscono “cinico e baro”- da alcuni giorni inquietanti rumors accompagnano il premier. Ancora una volta si tratterebbe di intercettazioni compromettenti, vale a dire si tratterebbe di quelle di “intrusioni” investigative invise a Giorgio Napolitano, a Silvio Berlusconi e a Matteo Renzi, tanto per fare dei nomi. Una bufera – questa scatenata dal nervoso e preoccupato Giovanotto – che ha finito col dividere i magistrati e col riproporre l’antica diaspora tra le componenti della categoria. Non è piaciuto ai “conservatori” guidati da Edmondo Bruti Liberati l’appassionato sdegno di Camillo Davigo, neo presidente dell’Associazione magistrati. Ne è nata una polemica comunque contenuta nei toni. Equidistante – in sostanza – Nicola Gratteri, procuratore capo a Catanzaro, una vita sotto scorta. Tranciante il Csm: “Davigo alimenta i conflitti”. Il “politicamente corretto”, insomma, tarpa le ali ai giudici, nessuno – al di là di Davigo – che ponga questioni etico-morali. Ma il nuovo presidente dell’Anm non è solo. Ha al proprio fianco quella parte di italiani stanchi di assistere impotenti al degrado senza soluzione di continuità dei Palazzi, alla corruzione sempre più dilagante, alla spudorata arroganza di quanti hanno fatto della politica un affare privato. Sinistra Italiana e M5s le uniche forze politiche a sostegno del coraggioso magistrato contro gli attacchi del Pd, attacchi che hanno fatto impallidire il ricordo di quelli portati una volta ai giudici da parte di Berlusconi e di Forza Italia. Attacchi che sono segni della continuità etico-politica tra Berlusconi e Renzi. Meno male che a giugno si vota…

(mar.marq.)