Politica. Caso Quarto. La verginità perduta e la questione morale. La purezza in politica non esiste, l’etica sì… Qualche consiglio ai cinque stelle….

La leggenda narra che, all’apice di “mani pulite”, Antonio Di Pietro, avendo arrestato tutti, si guardò allo specchio e, insospettito dalla sua immagine riflessa, cominciò ad interrogarsi da solo: non   soddisfatto delle risposte  che diede alle sue domande, si inviò un avviso di garanzia e si ammanettò. La dicerìa, che circolò a lungo   nel palazzo di giustizia, mi è ritornata in mente a proposito della vicenda di Quarto, in provincia di Napoli. Nel paese tra i piu inquinati dalla camorra  della Campania, i cinque stelle hanno perso la verginità. Sono stati politicamente e moralmente deflorati. Nè casti, nè puri si sono arresi,  e non potevano fare diversamente, all’evidenza dei fatti. Rosa Capuozzo,  la prima cittadina espulsa dal movimento, si è dimessa qualche giorno fa, al centro di ricatti, e minacce, vere o presunte. Coinvolta in una storia di abusivismo edilizio e di corruzione, ormai noto a tutti. Per carita di patria stendo un velo pietoso sulla canea  dei  giornali  (tranne il Fatto)e dei  Partiti, innanzitutto il Pd che ha un esercito di amministratori, deputati , e sottosegretari inquisiti. Il Partito di Renzi, che ha il governatore della Campania Enzo De Luca  sotto processo, ha dato vita ad una “vaiassata” sotto il Comune del paese per chiedere le dimissioni della sindaca pentastellata, che è un vero e proprio oltraggio al pudore e al buonsenso. Alla fine dimissioni ed espulsioni, in un finale pirotecnico tra chi sapeva e chi non sapeva ai vertici del movimento (Di Maio sapeva, e Di battista, e Fico? Roba da n.c.d.) dove tutti hanno perso, proprio tutti tranne la criminalità organizzata, che ancora una volta ne è uscita vincente. Su questa vicenda una riflessione va fatta ed è tutta politica e culturale. Basterebbe citare Pietro Nenni:”chi è puro e combatte gli impuri alla fine troverà qualcuno più puro di lui che lo epura”. Saggezza del vecchio capo socialista!  La storia si ripete, da Robesbierre in poi. Lo stesso Di Pietro dovette, ad un certo punto,  dar conto di qualche presunta malefatta, e si dovette difendere in tribunale. Vale, in questi casi, la massima di Zarathustra “se tu fissi l’abisso, l’abisso fissa te”.

In questi giorni “Repubblica” ha compiuto 40 anni e tra i vari reperti che sono tornati in auge ci sta una fondamentale e ormai storica intervista che Enrico Berlinguer concesse all’allora direttore, e fondatore, del giornale Eugenio Scalfari.

Intervista del 1983. Tema: la questione morale

. Rileggiamo la risposta del segretario del Pci alla domanda  su cosa intendesse per questione morale: ” la questione morale non è la semplice denuncia dei casi di disonestà in politica, quella c’e’ sempre stata e per quanto deprecabile, ci sara ‘ sempre”. No- afferma Berlinguer-” la moralità della politica consiste  nel fatto che le Istituzioni dovrebbero essere  depositarie dell’interesse generale dello Stato, mentre i partiti sostengono ciascuno la propria visione del bene comune e su quella base chiedono il consenso dei cittadini. I partiti cioè debbono essere strumenti di comunicazione tra il popolo degli elettori e le Istituzioni, dunque tra la società, i ceti sociali e le categorie professionali che la compongono, i loro legittimi interessi dei quali reclamano la tutela, e le istituzioni che rappresentano lo Stato e la comunità  nel suo insieme”. Testuale.

Tutto chiaro: per il segretario, che non parla mai di mani pulite, purezza, casta, etc, l’immoralità consiste “nell’occupazione partitica delle Istituzioni”.  Farebbe bene Grillo e magari pure Casaleggio, il direttorio, i triumviri e tutto l’ambaradan a cinque stelle a rileggersi quella intervista. Berlinguer non criticava la politica, la esaltava; ne rivendicava il ruolo fondamentale in uno Stato democratico. Al punto da coglierne la sua eticità, il suo valore morale. Non ci puo’ essere politica che assolva al suo mandato se viene meno la sua autonomia dalle Istituzioni. Altro che antipolitica! Perchè cito la questione morale a proposito di Quarto, ma soprattutto dei cinque stelle? Perche la differenza tra l’utopia di una purezza della politica e la sua moralizzazione è tutta qui. In mezzo ci sta una visione della società, un’idea di Stato, una concezione del ruolo dei Partiti totalmente estraneo ai grillini, ai populismi di ogni natura, ma anche ad una sinistra sinistra che più sinistra  non si può   il cui sport preferito è citare Berlinguer, dimenticando quante contestazioni, da quelle stesse parti , contestazioni anche dure  e violente venivano alla linea che il pci , sotto la sua guida,  portava avanti. Gente che, durante il compromesso storico, gridava nelle piazze:  il pci non è qui, lecca il culo alla dc, e che oggi ” Berlinguer qua e Berlinguer là.”

Fuori da quella visione , che resta quanto mai attuale, e cioè “L’etica della politica in uno stato di Diritto”, (e quindi non etico) ci stanno solo uno dieci cento Quarto, perchè, amici pentastellati, fatevene una ragione: la camorra , la mafia, la ndrangheta, il malaffare, si intrufola ovunque  senta odore di potere: la camorra non ha partiti. Non li ha mai avuti. I suoi partiti sono quelli che vincono. Decenni di dc, poi anni di forza italia, ora il pd .

La camorra non ha ideologie, se non quella dei soldi. E laddove non riesce a farsi strada , il partito se lo fa da solo, come avviene in alcuni paesi, soprattutto al sud . Ma davvero pensavate che bastava un po di selezione on line per evitare le infiltrazioni  della criminalita organizzata? Ma davvero pensavate che vi bastava gridare “la mafia fa schifo” per autoassolvervi? Ma “La mafia fa schifo” lo gridò pure Toto’ Cuffaro, detto vasa vasa, da Costanzo nel famoso  collegamento da Palermo con  Michele Santorio e il giudice Falcone! Ma davvero vi eravate illusi che nella delinquenziale Quarto, al netto delle persone perbene che vi abitano, i cittadini, illuminati sulla via di Damasco   si erano tutti redenti dandovi , cosi,  il settanta per cento dei voti? Suvvia, fate i bravi! Un bagno di umiltà, invece di alzare il tiro, vi farebbe bene. Rivedete i meccanismi di selezione, sicuramente, rivedeteli: ma soprattutto  mettete da parte la retorica della purezza, l’estetica delle mani pulite e imparate a fare politica. Della vostra onestà e del vostro entusiasmo il paese ha bisogno. Non bruciatevi con la protervia,  l’autoreferenzialita, la sfacciataggine di negare l’innegabile. Che anche i cinque stelle non sono immuni da corruzione e infiltrazioni. Questi vagheggiamenti  lasciateli alle altre forze politiche che la verginità l’hanno persa da tempo, per essere solo delle zoccole: vecchie zoccole.  Anche se qualcuna , che pure è venuta a sbraitare a Quarto contro di voi, è ancora giovane. All’anagrafe.

Emilio Magliano