“Uè carissimo” il piu’ gettonato, , seguito da” comme staje cumpagno mio!”. E’ tutto un abbracciarsi e “vasa vasa” in via Chiaia, dinanzi al Teatro Sannazaro. Sabato pomeriggio, nel cuore di Napoli, si alza il sipario su Antonio Bassolino. Prima uscita pubblica dopo il post su fb di due paroline di due mesi fa, il 21 Novembre : “mi candido”, che gettò’ nel panico i cacicchi renziani. Un tutto esaurito da fare invidia alle piu importanti e rinomate compagnie di spettacolo. Bandiere del Pd? Non pervenute. Ma se non fosse stato per “Il Mattino” che ha notato il particolare, nessuno se ne sarebbe corto. Chi stava lì ci stava per lui e solo per lui: “O presidente”, come chiamano l’ex governatore della Campania ed ex primo cittadino, per ben due legislature. Presidente della “Fondazione Sud” da lui messa su dopo aver lasciato Palazzo Santa Lucia in un clima incandescente. Ma in tanti lo hanno salutato anche con un beneagurante “ciao sindaco”. Folla di “amici e compagni” di antica data che si sono ritrovati in quella che era la casa artistica della grande Luisa Conte, in una “ammuina” di fotografi, teleoperatori, giornalisti come non si vedeva da tempo, con la gente che passava e non riusciva a capire, causa mancanza di manifesti, cosa stesse accadendo . “Nè, ma che e succies, nè che è stato? ” …. ” sta Bassolino,”, Azz Bassolino”. E lui, con Claudio Fava guest star, (mamma mia … e come si sono incazzati quelli di Sel !) non ha deluso: standing ovation , occhi lucidi, parole chiave che, si sa, vanno diritto al cuore. E la capacita di coinvolgere parlando anche di autobus e strade rotte. Là sta l’arte! Sennò perche il Sannazaro? Intanto, mentre in citta si inneggia a Higuain, il Pd napoletano sta ancora cercando il Maradona da opporre ad Antonio Bassolino. Infelici anche nella metafora, a dir poco” vintage”…
Lui, Don Antonio, da tempo va casa per casa, porta per porta, secondo un metodo che sembra di altri tempi (ma è modernissimo se è lo stesso che che ha seguito Obama, consigliato dal suo esperto di comunicazione) e a via Toledo annaspano: si cerca sull’asse Napoli Roma un candidato alle primarie da opporre a Bassolino; cercano un Maradona, il copyright non si è capito di chi è, ma si è capito che al momento l’unico vero “el pibe de oro” sul quale lo “sfrantummato” Pd napoletano potrebbe puntare, anche se non piu tanto pibe, per evitare di rimanere a quel quarto posto dove i sondaggi lo hanno incollato, è proprio “o presidente” .
In quelle case ‘o presidente sa che deve ascoltare, ma anche dare spiegazioni: la storia della raccolta della spazzatura, gli inceneritori, tutta quella ingarbugliata vicenda, per lui drammatica , sa che va chiarita, spiegata bene. E ci sono scuse da chiedere. Oltre che responsabilità di altri. Non lo facesse sarebbe una spada di Damocle sul suo capo in questa difficile campagna elettorale. E sa che deve parlare di un programma per Napoli, pochi punti ma buoni. L’essenziale: strade, trasporti, infrastrutture, ma anche temi di fondo, il lavoro, Bagnoli, le periferie, e su tutti la grande occasione da non perdere, il volano di tutto, Napoli capitale europea e internazionale della Cultura e del turismo. Temi che poi andranno a confluire nelle primarie delle idee il 7 febbraio.
Ma perche tanta ostilita’ nei confronti dell’ex sindaco al punto da provare a fermarlo anche con una legge specifica partorita e abortita dalla vice di Matteo Renzi, Debora Serracchiani che prevedeva l’ineleggibilità di chi per due volte era stato primo cittadino? ( E, si mormora, ispirata da una soffiata del deluchiano Berardino Impegno). Semplice; perche per il segretario rottamatore Bassolino rientra, nel vocabolario del Nazareno, alla voce : “rottamati”. Rappresenta il vecchio, il superato. E in più inviso anche al potente Governatore della Campania Vincenzo De Luca, per quanto anche lui sino a poco fa non tanto amato dal Premier .
Da qui una girandola di nomi della cosidetta societa civile messi in campo alla media di uno al giorno, e caduti come i “dieci piccoli indiani” di Agata Christie. E alternati a presunte candidature politiche di personalità anche note, ma non certo di primo pelo; dai riformisti Umberto Ranieri (sconfitto alle primarie delle precedenti amministrative dall’allora bassoliniano Andrea Cozzolino, in una competizione annullata poi dal Partito per eccesso di cinesi alle urne) e Graziella Pagano; oppure i soliti noti come l’onnipresente Gennaro Migliore, abile- dice chi gli vuole male -come un saltimbanco nel passare da Vendola a Renzi senza fermate intermedie: un frecciarossa della politica. Malelingue!
E poi i rampanti Leonardo Impegno, Valeria Valente, e uno stuolo di simpatici ragazzotti, animatori di correnti e controcorrenti, ognuno con il proprio compariello nella segreteria nazionale. Ragazzotti ai quali si fa credere che davvero potrebbero amministrare una citta come Napoli, per la cronaca la terza citta d’Italia, ma la prima per quelle problematiche che tutti conoscono, senza avere esperienza , competenze e adeguata formazione politica (Quarto docet): al massimo qualche partecipazione alla Leopolda. Il risultato è in un hastag inventato dall’esponente storico del pci e sigle successive, Antonio Gagliotti: catacombeviatoledo (sede del pd -ndr).
Ed è da queste catacombe che l’Araba Fenice è risorta dalle sue ceneri. Bassolino è uomo intelligente, oltre che politico di lunga lena e navigato dirigente di Partito. E’ il primo a sapere che la sua candidatura è figlia della crisi del Pd. In una situazione normale non sarebbe stata proponibile, al netto delle cose buone che come sindaco, soprattutto nella prima consiliatura (quella inizata nel ’93) ha realizzato per Napoli. Insieme a tanti errori compiuti successivamente, tra i quali quello di essersi costruito in un clima di sostanziale regime, un cerchio di collaboratori che doveva essere forse “magico” ma che si è rivelato tragico, non fosse altro perchè, come spesso accade in certi frangenti, alla fine l’uomo, nel mezzo dei guai, si è trovato da solo. Bassolino è risorto dalle sue ceneri perche il Pd si è ridotto a Napoli in cenere: catacombale, appunto. E i tentativi, sempre piu disperati di trovare l’antiBassolino da parte del partito” ufficiale”, diciamo cosi, aprono il sipario sul teatro dell’assurdo: senza “questo” candidato il pd è votato alla sconfitta, ma non una sconfitta cosi, ma di quelle da “scuorno”. Eppure sembrano immolati al martirio. Sono dei kamikaze: si fanno saltare in aria. Surreale è pure che ai nastri di partenza ci sia un candidato ufficiale e uno no.
Sia chiaro che alla fine un nome uscirà, della societa civile o dalla panchina, ma qualche nome uscira. Tipo Monti che, già come cognome, non porta bene: è “nà seccia”, si dice a Napoli .
E andrà diritto alla “mazziata” contro De Magistris. O contro, ma è molto improbabile, un altro sempiterno: Gianni Lettieri, che dovrebbe essere il candidato del centro destra: dovrebbe, perchè’ anche da quelle parti le “cape” sono quelle che sono: c’e chi vuole la Mara Carfagna, per quanto Berlusconi abbia già benedetto l’imprenditore ex candidato alle precedenti amministrative.
Questo è il quadro dentro il il quale è maturata la candidatura di Antonio Bassolino. Ma perche si candida e cosa rappresenta? Alla prima domanda la risposta è semplice: si candida perche non sa stare lontano dalla politica attiva, perche ne è uscito malconcio, per quanto assolto sempre e legalmente pulito; perche un uomo come lui, con le sue caratteristiche, vuole essere ricordato come il sindaco del riscatto, non quello delle tarantelle intorno alla “monnezza” (e solo chi è in malafede può disconoscere che esiste una Napoli prima e dopo Bassolino, che il Rinascimento per un periodo c’è stato, eccome.) La ricerca di una rivincita? Come in queste ore cruciali per le candidature vanno dicendo alcuni suoi potenziali avversari? Forse. Di sicuro un riscatto. E per questo riscatto si sta dimostrando anche disposto ad un bagno di umiltà, lui che di natura è diffidente ai limiti del sospettoso, che una volta vedeva ai sui danni complotti dappertutto, e soprattutto orgoglioso. Un Bassolino diverso, e tecnologico : al “passo dopo passo” del ’93, uno slogan, ora un hastag si è aggiunto: un “post dopo post”. Giusto per far capire che è un contemporaneo.
Ma è la risposta che sta venendo fuori alla seconda domanda che sta spiazzando chi aveva sottovalutato la sua discesa in campo: Bassolino è un brand. Un logo. Un marchio. Come lo può’ essere il cavallino rampante della Ferrari o la mela della Vespa. Se ne stanno rendendo conto. Intorno all’ex governatore non ci sono solo combattenti e reduci, anche quelli: ma non solo. Ci sono “quelli che la tessera del partito non ce l’ho piu”, “quelli che al comune ci vuole un politico”, “quelli che… ma uno che emoziona e ci mette la passione come lui dove lo trovi?”, “quelli che… voterei pure i cinque stelle, ma che esperienza hanno, meglio Antonio”, “quelli che , almeno ha le palle e ci mette la faccia”, “quelli” che vuoi mettere l’usato sicuro?”.
Ma si, votaantonio votantonio! E poi il bello e che là in mezzo puoi dire “Compagno” senza essere cazziato. E in tanti preferirebbero una lista civica piuttosto che una lista Pd con quel simbolo abbastanza sputtanato. Soprattutto all’ombra del Vesuvio. Terza ed ultima domanda: ce la può fare? A vincere le primarie, probabile. Quasi certo. Ad andare al ballottaggio, forse. A vincere le elezioni, possibile, ma difficile. E a chi gli chiede se è ottimista risponde con un post: “mi sono alzato in piena notte. Per strada quasi nessuno, era freddo. Poi una leggera luce, le prime persone e finalmente l’alba”. Cosi parlo’ Bassolino. Tutto questo succede a Napoli. Aspettando lo scudetto.
Emilio Magliano
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