Perchè il Procuratore di Castrovillari Facciola ha riaperto il “caso Bergamini”

Il Procuratore della Repubblica di Castrovillari, Eugenio Facciola riapre il caso “Denis Bergamini”. Il ragazzo era un calciatore militante del Cosenza che morì in circostanze misteriose il 18 novembre 1989. Secondo il Procuratore, oggi meno che mai si potrebbe credere ad un caso di suicidio, questo è certamente un giallo mai chiarito, soprattutto non ha mai convinto l’opinione pubblica e men che meno la famiglia del ragazzo, che dopo 28 anni attende ancora giustizia. Dunque per l’ennesima volta si fa dietro front e si ritorna sui passi delle precedenti indagini per cercare di far riemergere quello che è stato trascurato o meglio mai chiarito o forse principalmente occultato. Il magistrato sostiene anche a distanza di molto tempo che il suicidio non sia neppure lontanamente ipotizzabile. Bergamini fu trovato morto sulla statale Jonica n.106 al km. 401 nei pressi di Cosenza, circa 30 anni fa. Era steso sull’asfalto, investito (sembrava) da un camionista “Raffaele Pisano”. Ora si procederà con la riesumazione del cadavere per procedere a nuovi accertamenti, oggi le tecniche a disposizione delle indagini sono altamente sofisticate e precise. Due persone, oggi come ieri vengono indagate per omicidio, la ex fidanzata del calciatore e l’investitore Raffaele Pisano, con l’aggravante per entrambi della premeditazione. Ai due sono stati consegnati gli avvisi di garanzia. Bergamini verrà dissotterrato in questi giorni dal cimitero in provincia di Ferrara. Questo caso ha suscitato fin dall’inizio dubbi e troppe perplessità, l’autopsia datata 1990 demoliva l’ipotesi di suicidio, non convinceva al momento dei fatti e tanto meno convince oggi. Il procuratore di turno indaga sulla pista passionale e non solo. Il dottor Facciola sembra scarti nettamente l’ipotesi ufficiale che sosteneva che il giocatore ferrarese si sarebbe lanciato volutamente sotto le ruote del tir sulla statale Calabrese. Carlo Petrini, “Il calciatore Maledetto” (cosi’ chiamato per la sua vicinanza a mondi paralleli a quello del calcio, morto qualche tempo fa) all’epoca dei fatti molto amico di Denis, si improvvisò investigatore e sembra avesse intuito molto precocemente sul caso del collega anomalie investigative eclatanti. Sostenne che il ragazzo di 27 anni fu ammazzato di proposito e che fosse già morto quando l’autocarro Fiat Iveco in transito sulla statale passò piu’ volte sopra al corpo di Bergamini, sia avanti che in retromarcia. La versione ufficiale propendeva a sostenere che Bergamini fosse scattato, da una piazzola di sosta dove si trovava, gettandosi di proposito sotto le ruote del tir gridando a voce spiegata “Ti lascio il mio cuore” alla ex fidanzata Isabella presente sul luogo insieme al camionista, oggi indagato con lei. Entrambi verranno nuovamente interrogati per deporre come testimoni nel nuovo procedimento che li vede coinvolti . Bergamini aveva chiesto alla fidanzata di accompagnarlo in Brasile, era stanco dell’Italia e del mondo intero, fatto di mistificazioni. Forse il processo illuminerà scenari fatti di omertà, insabbiamenti, depistaggi e troverà il modo per smascherare chi ha condotto le indagini su un binario morto, fino all’archiviazione del caso negli anni precedenti. Per 20 anni, l’autista del tir Pisano non si sa per quale alchimia fu ritenuto morto, mentre continuava a vivere nella sua abitazione a Rosarno. Nel secondo processo, che venne celebrato a suo carico, fu accusato di favoreggiamento in omicidio, ma il caso venne archiviato. Come anche quello a carico della fidanzata di Denis, anche lei accusata di omicidio volontario. Fin dai primi atti dell’indagine fu chiaro che Bergamini ” Fu.. suicidato”, per un mix di circostanze mai chiarite, legate a questioni sentimentali o peggio legate ad un giro di stupefacenti, che vedevano altri soggetti del mondo del calcio coinvolti e la mafia stessa. Fu creata una cortina fumogena per evitare verità scomode e soprattutto perchè la realtà venisse veicolata altrove, dove qualcuno avrebbe goduto di protezioni ingiustificate. Gli abiti di Bergamini in una busta sparirono il giorno del funerale, se li passarono di mano in mano su un autobus del corteo diretto al cimitero, dalle mani della fidanzata a quelle dell’intera squadra. Nello stesso giorno della sepoltura a casa di Isabella, “dolente” per la morte del sua amore, si tenne una festa a base di pasticcini e brindisi. A volte la vita riesce a guardare in faccia alla morte con allegria, sbeffeggiandola. Se verrà accertato l’omicidio lo vedremo, in concorso?quasi certamente.

Maria Grazia Vannini