“Pecore e Legalità”

L’altra mattina, recandomi al lavoro, sono rimasto attratto da una scena che si è profilata alla mia vista: un gruppo di pecore sparse in quel fazzoletto di campagna sabina che attraverso per andare a svolgere la mia professione di medico, ad un certo punto, al suono di un fischio, uno solo emesso dal padrone si sono radunate in gruppo e sono state circondate da tre cani, che  non erano neanche quelli del pastore, ma che fungevano al ruolo di mantenimento dell’ordine. E lì ho pensato se il pastore è un buon pastore basta un solo fischio perché si possa reagire all’esecuzione di un ordine, ed è questa la metafora dei giorni nostri nel rapporto con il sistema di rappresentanza. In serata rientro a casa e ricevo la telefonata di Suor Lucia che entusiasta per avermi visto in tv, mi invita a far visita al convento, ora che è ufficiale la mia candidatura nella Lista Civica per Fassina Stefano Sindaco alle amministrative di Roma e, mentre, accolgo il suo invito con piacere e le dico che sto per andare a cenare mi dice: – Ma come va a mangiare? Lei ora è in campagna elettorale, non può perdere tempo… – .

Sorrido quando penso fuor di metafora che questo mio cammino per la Legalità, inaugurato dopo la morte di mio fratello Angelo, mi sta facendo attraversare l’Italia con gli occhi della gente e, in questa trasversalità di contenuti, incontro sempre più persone che mi incoraggiano e si avvicinano, con lo spirito di chi ha trovato un punto di riferimento in una battaglia civile che si combatterà ad armi pari, è indiscusso, ma  senza spargimento di sangue, beninteso.

Ciò che infatti mi sta a cuore non è vincere o perdere, non si tratta di questo, nessuno vincerà o perderà se percorre questa strada giorno dopo giorno, con la consapevolezza che fare politica è anche ascoltare le persone, senza la mercificazione dei rapporti, tanto che la mia campagna elettorale si sta svolgendo secondo il “canone romano” per quanto riguarda le spese: quindi ad ogni cena e incontro ognuno paga per se stesso, “alla romana” e quello che davvero mi unisce alle persone che incontro è il piacere di offrire un caffè…Sto scoprendo in questi giorni di aver costruito in trentacinque anni di permanenza in questa città delle relazioni di amicizia che ora sono il mio supporto in questo viaggio e mi reputo sereno nell’affrontare questo percorso perché davvero non devo temere nulla. Ho abbracciato un’opportunità che mi è stata data, quella di esprimermi per un altro uditorio, tenendo sempre accanto le persone che in questi anni con me e mio fratello Massimo si sono spesi perché la memoria di Angelo rimanesse come un faro ad illuminare un altro modo di fare politica, nel rispetto delle posizioni altrui, perché noi non siamo mai stati contro nessuno ma a favore di un percorso di condivisione, nella pace, dei valori che contraddistinguono il suono vero delle parole. Non servono uomini di comando per amministrare la Cosa Pubblica, è necessario piuttosto un percorso condiviso con la bella gente, che in questo Paese c’è anche quando non va in tv, ed è anche la gente che, forse, si astiene dal votare e che spero invece possa trovare un’occasione per avvicinarsi a leggere la politica come la giusta rappresentanza civile e democratica.

La stessa gente che mi si avvicina e che io non voglio convincere a votare me ma andare a votare per esprimersi perché è fondamentale.

Come ho sempre detto fin qui, non mi candido per un lavoro, perché dopo il risultato delle votazioni per me non sarà cambiato nulla, io non ritorno al mio lavoro ma io continuo a fare il mio lavoro, è diverso,  come ho sempre fatto in questi anni, come medico e come Dario.

Credo in determinati valori, gli stessi da trasmettere alle generazioni future e, attraverso il Giglio, il movimento creato insieme a mio fratello Massimo garantisco una sola cosa: essere uomini significa avere una propria dignità. Giusta o sbagliata non tocca a me dirlo, ognuno è libero di votare chi vuole,  sempre nel rispetto delle posizioni degli altri con un unico baluardo decisivo per me e ci tengo a sottolinearlo, che qualsiasi sia il numero dei voti che io possa prendere, da parte mia e nostra non ci sarà mai un accordo con il PD, né prima né dopo.

E dico questo con fermezza perché è in questi patti che si avvalora il significato di due belle parole: lealtà e dignità.

Dario Vassallo 

Testo raccolto da Nadia Lisanti