Partito della Nazione. Giochi chiusi, giudici permettendo….

Giochi sulla carta chiusi, si va a passo di carica verso il Partito della Nazione, ovvero verso la Democrazia Cristiana 2.0. E ciò checché intonino i soliti Cantori di Palazzo e gli strimpellatori d’occasione. Si aggiungono al coro Pierferdinando Casini, Gianfranco Fini, Francesco Storace. Uomini soli che a stento riescono a rappresentare se stessi, generali senza esercito, i tre aderiscono entusiasticamente al progetto. Tutti insieme appassionatamente, Matteo Renzi, Silvio Berlusconi, Angelino Alfano, Denis Verdini, Fini, Casini e, se resta uno strapuntino, Storace. Intanto si cerca di depistare l’opinione pubblica sbandierando l’annunciato NO di Forza Italia al referendum istituzionale. Un bluff, una finta, giurano accreditate voci di dentro. “Panta rei – sussurrano – fino ad ottobre ne scorrerà di acqua sotto i ponti… Sempre che – aggiungono – i giudici se ne stiano buoni…” La riflessione a questo punto è d’obbligo alla luce dei nuovi scenari politici. Con una Destra e una Sinistra stuprate e oltraggiate dai rispettivi interpreti, dalle nostre parti non c’è più spazio per queste antiche categorie, a meno che non si voglia trasformare il personale impegno politico in mera opera di testimonianza. La domanda allora è d’obbligo: cosa c’è dopo queste rottamate categorie? Risposta: ci sono i moderati e gli incazzati. Che poi in sostanza altro non sono che la riconversione, il riciclaggio lessicale, la riproposizione anche emotiva delle suddette rottamate categorie. Riproposizione e accostamenti ovviamente approssimativi, accostamenti – non lo nego – talvolta arditi. E’ variegata la composizione dei nuovi blocchi. I moderati si dividono in due sottocategorie: i grandi e i piccoli moderati. I grandi moderati sono quelli culturalmente “a cazzi propri”, i signori della finanza improduttiva, avara e strozzina, i faccendieri delle lobbies, i padroni e i manager delle banche, i trafficoni delle case acquistate all’asta a strozzo, i gestori del petrolio, i burattinai delle assicurazioni, i professionisti dalle profumate parcelle; i piccoli moderati sono quelli che hanno la seconda casa al mare o ai monti non possedendo la prima in città – quanto comunque basta per farli sentire dei piccoli Berlusconi – sono quelli delle crociere low coast fuori stagione, sono quelli dei week end in torpedone, sono quelli dei biglietti aerei acquistati un anno prima, sono quelli della pizza il sabato sera. Grandi e piccoli borghesi, si sarebbe detto una volta. Due sottocategorie dividono anche gli incazzati: quella degli incazzati economici e quella degli incazzati culturali. Gli incazzati economici sono ovviamente quelli che se la passano male, con rate inevase del mutuo e con figli o nipoti disoccupati a carico; gli incazzati culturali sono quelli che temono il diverso, sono gli xenofobi, sono quelli che sognano di innalzare muri nel mare. In questo quadro è chiaro che appaia più semplice amalgamare i grandi e i piccoli moderati che gli incazzati economici con gli incazzati culturali. I primi si ritroveranno attorno al Partito della Nazione, i secondi chissà… I chiari di luna per le opposizioni M5s, Sinistra Italiana, Lega e Fratelli d’Italia appaiono non del tutto tranquillizzanti. Troppe le diversità culturali, soprattutto con ciò che resta della Sinistra, difficile immaginare un blocco tra queste forze.

Marino Marquardt