Non solo cannoli siculi. Viterbo ad ogni livello è ferma alle sagre di paese… necessario costruire una dimensione urbana…

Si parla tanto di riqualificare le piazze del centro storico con concorsi, rassegne etc, poi basta fare una passeggiata dalle parti di Piazza dei Caduti per sentirsi subito presi in giro o sgomenti: infatti recandosi da quelle parti cosa troverà il cittadino.viterbese, le prove tecniche della città d’arte e di cultura del futuro? No, si imbatterà unicamente nell’ennesima sagra di paese, con cibi e bevande provenienti dalla Sicilia che occupano con odori di fritto molto tipici tutta la piazza.

.

Verrebbe facile gettare la croce addosso subito all’Assessore allo sviluppo economico Sonia Perà che ha fatto sì che l’evento si svolgesse: la sensazione è che però non fosse sbagliata l’idea di movimentare il centro con un’iniziativa gastronomica, ma il contesto in cui è maturata, sempre lo stesso, di una città senza identità, ambiziosa quanto ancora all’anno zero: per essere apprezzate iniziative del genere Viterbo dovrebbe innanzitutto abbandonare questo aspetto da paesotto anni ’50, costruire un’identità urbana organizzata per settori dove cultura, intrattenimento e anche la pura evasione, il mangiare e bere trovassero la giusta collocazione. Certo le bancarelle siciliane almeno non hanno l’ardire di travestirsi da grande evento, ma sicuramente avrebbero avuto bisogno di un’ospitalità più attenta e curata. Alla fine siamo sempre lì, a parte i proclami altisonanti di questo  o di quello, la vetus urbs rimane ancora prevalentemente priva di dimensione urbana. Se non ripartiamo da qui avremo solo  riuscite o meno riuscite sagre di paese, ad ogni livello …