Per comprendere a fondo il clima elettorale che si respira a Napoli, in questo momento, ci si dovrebbe tenere, in primis, lontano dai giornali cittadini, i cui toni apocalittici, a volte con punte di gossip, fanno apparire una normale e democratica competizione elettorale, come un qualcosa di pugnace e cruento, da ultima spiaggia. Al posto di una corretta ed equidistante informazione, un giornalismo militante sta personalizzando ed esasperando la campagna elettorale, oscurando in tal modo i punti salienti del programma di ciascun candidato. I motivi di tanta drammatizzazione sono facilmente individuabili negli interessi particolari dei proprietari delle varie testate. A cominciare dal costruttore Caltagirone, che ha nelle sue disponibilità “Il Mattino” e un bel po’ di suoli in quel di Bagnoli. È il caso di dire che molto frastagliata nel suo sentire si presenta la pubblica opinione napoletana. La qual cosa rende azzardati o poco credibili tutti i pronostici ed i sondaggi fino ad oggi acquisiti. Ci sono, infatti, interessi, come quelli appena descritti, che cozzano con la visione della supremazia del bene comune del sindaco uscente, Luigi de Magistris. C’è chi vuole proseguire lungo la strada della solita politica politicante, incurante del fatto che essa ha provocato danni non indifferenti lungo l’arco di ben vent’anni in città. Altri pensano di veicolare il secolare ribellismo dei napoletani verso un altro tipo di populismo. Ma in questo caso si sono scelti argomenti e personalità tenui, tali da non incidere profondamente, magari come avviene, in altre situazioni, o a livello nazionale. Non mancano, in questa campagna elettorale attacchi forsennati di tutti i tipi, con conseguenti colature di fango sulla città, raffigurata sempre morente, priva di ogni alito di speranza. La realtà è ben diversa e mai come adesso, Napoli si mostra città vivissima, dalle mille iniziative, ricca di prospettive, pullulante di visitatori felici, ma anche sorpresi e frastornati nel trovare qui qualcosa di diverso, rispetto alla raffigurazione ingenerosa e spesso imprecisa che si fa della città. Certo i problemi non mancano, ma identificare l’intera città con “Gomorra” è un clamoroso falso, che forse conviene al potere andante, per i continui dinieghi che esso indirizza alla capitale del Mezzogiorno. Peccato che anche alcuni candidati, negando l’evidenza di una realtà che sta cambiando in meglio, nonostante i reiterati attacchi mediatici e partecipano al gioco al massacro per qualche voto in più, accreditandosi come i più accaniti avversari di Napoli. Detto di napoletani, ciò sembra assurdo. Ma la cosa non desta meraviglia e non si incorre in un’iperbole calunniosa, se si afferma che i mali del Sud Italia sono dovuti anche alla protervia ed alla mediocrità della classe politica meridionale nel suo insieme. Ed il panorama offerto dalla politica politicante nazionale contribuisce ancor di più a deviare la politica locale. Da queste considerazioni può scaturire l’impressione che non ci siano, per Napoli, tante speranze dal punto di vista amministrativo e che tutto per la città, in negativo, alla fine possa essere deciso dall’indifferenza e dall’astensionismo. Invece no. Gran parte dei cittadini è fermamente decisa a percorrere un virtuoso cammino etico e morale, con prospettive serie di programmazione economica e ciò pensa di esplicarlo anche attraverso scelte elettorali che considererà le più giuste. Sarebbe opportuno dire, a questo punto, che i cittadini elettori a volte sono molto più lungimiranti dei politici che li rappresentano o vorrebbero rappresentarli.
Aurelia Del Vecchio
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