Primarie Pd, più polemiche che votanti. E a Napoli il caso è ancora aperto, anche se i democrats respingono il ricorso di Bassolino

Le primarie del PD (perché del PD e non di una coalizione sono state) si sono chiuse con il risultato che ci si aspettava: vittoria totale dei candidati renziani da nord a sud. La base del partito plaude alla guida illuminata del suo grande leader e conferma felice le sue felici intuizioni.

L’importante è vincere, come non importa. Vincere e vinceremo. Vinceremo? Questo è tutto da vedere. Le elezioni vere sono lontane e solo la mancanza di avversari credibili può far pensare che tutto si sia già compiuto, che il vincitore delle primarie sia ipso facto il nuovo sindaco. Ma non dimentichiamo le discusse, anche allora, primarie liguri dove la Paita vinse le primarie contro Cofferati ma il centro sinistra perse la regione, regione un tempo “rossa” peraltro.

Perché le primarie sono fondamentalmente un fatto interno ad un’associazione privata che può regolarsi come meglio crede. Anche sfidando la decenza ad ogni occasione.

Abbiamo cominciato noi, qui a Milano, dove disciplinate file di cinesi, sotto una pioggia battente, si sono recati ai gazebo per designare il candidato sindaco del centro sinistra. Probabilmente avranno votato Sala, ma non si potrà mai dimostrare. A chi a suo tempo fece notare la novità di questo voto fu detto che non si poteva impedire ad una comunità “forte e radicata sul territorio” di esprimere le sue preferenze. Ma che fino a poco tempo fa non aveva mai partecipato troppo entusiasticamente a questo tipo di eventi.

A Napoli, dove sono molto più creativi di noi austeri lombardi, hanno fatto di meglio. Si sono avvalsi della collaborazione di cosentiniani almeno a quanto si vede chiaramente nei filmati diffusi da fanpage e riportati dai tg di Sky. Beh? Dov’è lo scandalo? Verdini non vota con la maggioranza? E allora!

Un tale, poi risultato essere stato un consigliere comunale di Forza Italia, invitava quanti si recavano ai seggi a esprimere la preferenza per la Valente,  poi dichiarata vincitrice, candidata gradita al segretario-premier in luogo del più noto, nel bene e nel male, Bassolino.

Una cosa del genere è molto, molto grave tanto più che lo scarto tra la Valente e Bassolino è stato di circa 500 voti. Uno scarto ridottissimo e che dovrebbe invogliare a fare chiarezza se si pensa che lo strumento delle primarie abbia un senso e voglia essere davvero uno strumento democratico con cui la base si rapporta alla sua dirigenza.

Intendiamoci chi scrive non nutre nessuna simpatia per l’ex governatore ma si illude di vivere in un mondo dove se si indice una competizione poi si seguano delle regole di correttezza.

Le primarie, così come sono strutturate, possono essere falsate in tutti i modi possibili. E’ già assurdo che siano aperte a tutti e non solo agli iscritti. Mi chiedo ma voi fareste votare all’assemblea di condominio quelli del palazzo accanto? E se il titolare di un’impresa edile,interessata ai lavori, raccogliesse passanti e li invitasse a votare a favore del rifacimento delle facciate voi cosa direste? Che va bene così? Che si è deciso tutto in mezz’ora invece di fare notte con snervanti discussioni?

Perché il succo delle dichiarazioni dei vari Orfini e Serracchiani è stato questo. I risultati non si discutono. Punto. Il ricorso di Bassolino è stato bocciato perché presentato in ritardo, ma la partita è tutt’altro che chiusa. Bassolino potrebbe perfino presentare una sua lista civica alternativa al PD.

E di fronte a primarie così organizzate cresce la disaffezione. Da quando sono state istituite l’affluenza di votanti è andata calando fino a toccare il vergognoso livello di quelle romane. In una città di due/tre milioni di abitanti e dove più volte la sinistra ha conquistato il campidoglio si sono recati ai gazebo circa 50.000 elettori. Si tratta di una percentuale talmente irrisoria da spingere gli organizzatori a immettere nel conteggio migliaia di schede bianche.

Ora ditemi che senso possa avere andare a votare scheda bianca a delle primarie di partito! Non sai chi votare? Non ti presentare ai seggi!

Dopo aver sbandierato per anni la differenza con la destra “che non fa le primarie perché decide tutto Berlusconi” le primarie PD finiscono con la vittoria annunciata dei candidati decisi dall’alto e per di più eletti in questo modo sfacciato ed indecente.

Renzi, che di primarie se ne intende essendo finora l’unica competizione elettorale a cui abbia partecipato ed abbia vinto, dovrebbe ricordarsi quante polemiche fece lui sia per essere ammesso a presentarsi sia quando le vinse Bersani.

Ma quelli erano altri tempi, ormai rottamati. A chi le primarie? A noi! Vincere e vinceremo! O no?

Gianvittorio Musante