Napoli. Caso Graziano. Ombre sulla legittimità politica della giunta De Luca

Le ultime ombre calate sulla politica della Campania inducono il premier Matteo Renzi e il presidente della Regione Vincenzo De Luca a sorreggersi vicendevolmente. Emblematica in merito la rappresentazione di ieri con entrambi fianco a fianco davanti a un pc per rispondere alle domande più gradite degli interlocutori on line. Parlano di tutto, ma non di moralità e legalità. Argomenti che sfiorano appena. Si tengono a vicenda perché – al di là della frana annunciata in occasione della partita per Palazzo San Giacomo – la vicenda del dimissionario presidente regionale del Pd e consigliere regionale attualmente in carica, Stefano Graziano, può aprire un caso di legittimità politica della giunta guidata da De Luca. Graziano – come è noto – è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Una ipotesi di reato gravissima, lo stesso reato per il quale Nicola Cosentino, l’ex plenipotenziario di Silvio Berlusconi, è ristretto nelle patrie galere. Legittimità politica dell’attuale Giunta che può essere messa in discussione se è vero – come è vero – che Graziano alle elezioni regionali ha raccolto 15mila voti di oscura provenienza e che De Luca nella provincia di Caserta – la stessa di Graziano – ha ricevuto 142mila voti. Numeri che gli hanno consentito di prevalere sul governatore uscente Stefano Caldoro per sole 50mila preferenze. E ciò senza dire degli ex cosentiniani imbarcati nelle liste d’appoggio… Insomma potrebbe essere il caso di mettere sotto la lente di ingrandimento la provenienza di certi voti per province, per zone, per aree, quelle ad alto tasso criminale… E non è detto che – visto il clima pesante e l’intorbidimento morale – qualcuno non decida di farlo…

Marino Marquardt