Musica e danza. “Aethnòs”, 7 musicisti e una ballerina: il territorio cilentano interno custodisce le tradizioni con questo progetto artistico e musicale

“Il progetto Etnico-Popolare Aethnòs nasce agli inizi del 2012 ad opera di sette musicisti e una ballerina di danze popolari(Gerardo Sessa, Bonfrisco Angelo, Concetta Vermiglio, Sebastiano Cervo, Aldo Bello, Fabio Tolomeo, Chiara Schiavo, Cristian Matonte) nella vita anche amici e tra loro anche una coppia che condividono due grandi passioni: la musica e l’amore per la propria Terra. Siamo nell’entroterra Cilentano a Magliano Nuovo frazione del Comune di Magliano Vetere, dove avviene il primo incontro, nella piazza del paese dei due musicisti, Bonfrisco Angelo (tre pubblicazioni discografiche alle spalle) chitarra e voce del gruppo e Cristian Matonte, percussionista: tutto all’insegna di quella pura spontaneità e attaccamento alle radici che nei piccoli borghi del Sud Italia è ancora magia. Con uno slancio di ricerca i due musicisti diventano sette, dopo una serie di incontri che li porta a concepire l’idea di fondere i valori condivisi all’interno di una ricerca più profonda prendendo spunto proprio dal “frescarulo”, nome dialettale dato al flauto costruito ancora in canna e diventato per il gruppo il simbolo di una tradizione da custodire sia attraverso la sonorità che attraverso la sua evocazione poetica di abitudini e costumi, quasi bucolici, di cui la bellezza immateriale deve essere preservata. Incontro uno dei componenti del gruppo Aethnòs, Angelo Bonfrisco, per parlare di radici e musica:

• L’evocazione attraverso la sonorità delle tradizioni di un popolo è un lavoro che non può prescindere dalla conoscenza della storia: un brano in particolare “Bellusignò” rivendica proprio questo: chi sono i vinti e chi i vincitori per Aethnòs?  

“I vincitori per noi sono i pastori, i detentori di una tradizione, mentre i vinti sono gli arroganti, i malfattori, i camorristi”. Metaforicamente oggi il volto del potere non è quello di un monarca o dittatore, non un soggetto unico quanto piuttosto l’incarnato di una rappresentanza di poche mani da cui dipendono le scelte del nostro futuro”.

• Il progetto Aethnòs conta su valori condivisi e, tra questi, anche l’amore per le proprie radici: che cos’è la tradizione oggi? 

“La tradizione per me è la quotidianità…- e mentre mi risponde si avvicina una persona che dice proprio un detto del paese “Lo stuombo sape i guai della cucchiara” – Ecco, vedi, ne hai la dimostrazione!Questa persona ha tradotto all’istante ciò che intendevo e sai cosa ha detto? “La pentola conosce i guai della cucchiara, sarebbe il  mestolo di legno con cui si gira il ragù!” In queste parole viaggia un mondo fatto di saggezza che noi riusciamo ad incontrare nel presente, è vivo e ci attraversa, proprio come la cultura dei cantastorie, i nostri nonni, gli anziani della comunità, nei loro vissuti c’è tutto un mondo che noi scopriamo ogni volta e che ha lo stesso valore del suono della pioggia che batte su un campo”.

• Il progetto Aethnòs nasce in un’entroterra cilentano, il comune di Magliano, ancora vergine, non deturpato da politiche di turismo aggressivo per il territorio: avete mai avuto il dubbio di confinarvi in una realtà “esclusiva” che non riesce a farsi universale? 

“La bellezza delle proprie radici, è vero, qui è come se fosse rimasta intatta, la posizione geografica di un territorio determina anche l’economia di un luogo, ma il messaggio della nostra musica è proprio in questa “scelta di confine”che rende universale la narrazione: la storia dei soprusi per certi aspetti è prettamente del Sud ma comprende anche le dinamiche extraterritoriali e ti dico che al nord, a maggior ragione, il riscontro è anche più immediato. Anche al nord ci sono le tradizioni, ma la loro diffusione è meno ampia”.

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• Che difficoltà incontrate in questo viaggio di ricerca delle sonorità dei popoli? 

“Nessuna nell’esprimere le nostre idee, fa parte della tradizione popolare una certa libertà di contenuti e di sperimentazione artistica…Certo se penso alla distribuzione di ampio respiro, inciampo nelle stesse difficoltà dei colleghi musicisti che non si sottomettono alle dinamiche clientelari”.

Ringrazio Angelo Bonfrisco e auguro buona fortuna al gruppo Aethnòs!

Nadia Lisanti