Milano. Primarie Pd. Sala candidato sindaco. Cronaca di una vittoria annunciata

Cronaca di una vittoria annunciata. Alla fine ha vinto Sala e non si è stupito nessuno. I numeri sono stati quelli che si erano previsti: nessuna percentuale bulgara ma sempre sopra il 40%.  L’afflusso, seppure in calo rispetto alle primarie che portarono alla scelta di Pisapia, non è crollata, come pure qualcuno si aspettava. Renzi ha più di un buon motivo per gongolare. Saranno stati i cinesi, che disciplinatamente a centinaia sotto la pioggia battente si sono messi in fila ai seggi, a determinare il risultato? Chi può dirlo. Sarà stata la buona abitudine della sinistra di dividersi ogni volta che è possibile? Majorino e la Balzani avrebbero superato Sala? Probabile ma ben difficilmente uno di loro avrebbe avuto una minima possibilità di diventare davvero sindaco.

Ai milanesi piace la concretezza ed i programmi dei due veri rivali di Sala erano il festival del velleitarismo. Tante belle utopie per sognare ma nessuna possibilità concreta d’essere realizzate. Dalla riapertura dei Navigli agli autobus gratis per tutti, dalla sparizione delle auto in città entro il 2020 alle erogazioni varie a giovani, stranieri e chi più ne ha più ne metta, la maggioranza di queste proposte non aveva una possibilità pratica di diventare realtà. Magari è anche bello sognare ma poi bisogna scendere coi piedi per terra anche se a volte (e a volte con buona ragione) può non fare piacere.

La Milano che decide, e che a differenza di quanto pensino le anime belle non sono i cittadini, non vuole intralci e Sala non ha nessuna intenzione di metterli. Per questo, con ogni probabilità, sarà il prossimo sindaco del capoluogo lombardo. Lo abbiamo visto all’opera con la Moratti e alla guida di Expo. Evento talmente ben riuscito che ancora non se ne conosce il bilancio. Ma in questo nostro bel paese è solo un mistero minore. A questo punto la destra non ha altra scelta ed il nome di Parisi è ormai molto più di una ipotesi.

Parisi è il clone di Sala : un altro manager, scuola Moratti, prestato alla politica. Che vinca ora l’uno o l’altro a questo punto è indifferente, oggi come oggi, potrebbero militare nello stesso partito e chissà che tra qualche tempo ciò non possa accadere. Vincerà Sala e con lui vincerà Renzi. I militanti PD, adusi alla disciplina di partito, lo voteranno turandosi il naso, “per non far vincere la destra”. Renzi lo sa. Conosce i suoi polli e lo ha più volte saputo dimostrare. E gli altri? I 5 Stelle? Non credo abbiano vere possibilità di impensierire qualcuno. Può darsi che sbagli ma non li vedo in grado di impensierire nessuno.

Tra l’altro la loro candidata non è così conosciuta in città. Forse raccoglieranno qualche voto dei delusi dalla sinistra ma non di più. Passera è destinato a raccogliere percentuali, come suol dirsi, da prefisso telefonico. Proprio come avevamo anticipato in tempi non sospetti, quando le primarie era ben di là da venire, a Milano si terranno le prime prove tecniche del partito della nazione. Se vogliamo anche questa è una tradizione meneghina che fu culla del centro-sinistra in empi ormai lontani. Si comincia dalla periferia per arrivare al centro. Da Milano a Roma è la strada che percorse a suo tempo anche il giovane Mussolini.

Renzi tira un sospiro di sollievo. Majorino o la Balzani avrebbero significato consegnare la città alla destra. Invece, se così si può dire ancora, ciò non accadrà: il “compagno” Sala sarà il nuovo sindaco senza plebisciti ma anche senza ostacoli.Intanto verdiniani e cuffariani si scaldano in panchina, pronti a cambiare verso. Non si dice così adesso?

Gianvittiorio Musante