Milano-Primarie centrosinistra. Renzi irrita minoranza Pd e Sel rimandandole. Per il voto giorno unico comune con Roma e Napoli

Venerdì 6 novembre era stato sottoscritto un accordo, faticosamente raggiunto, per tenere le primarie del centrosinistra il 7 febbraio. Le regole erano più o meno le stesse delle precedenti: aperte a tutti anche agli extracomunitari in regola col permesso di soggiorno.Ora la volontà di Renzi di avere un unico giorno comune per le primarie a Roma, Milano e Napoli ha rimesso tutto in discussione provocando non poca irritazione sia tra la minoranza PD che in Sel.

Molti temono che portare molto più avanti le primarie, quasi a ridosso della tornata elettorale, possa  rimettere in discussione il difficile equilibrio raggiunto.

Equilibrio sempre più fragile e non da ora soltanto, sarà opportuno ricordare che Pisapia vinse le primarie ma non godeva affatto dell’appoggio del PD che gli avrebbe preferito altri candidati.

Non è un mistero che Renzi vedrebbe volentieri prevalere la candidatura di Sala, già commissario per l’Expo, ma la base è fredda e non dimentica gli anni trascorsi da Sala al fianco dell’ex sindaco Moratti, che perse sonoramente il duello con Pisapia potremmo dire per una totale pochezza di stile.

L’operazione Sala comporta non pochi rischi e i vertici PD sono intenti a calcolare col bilancino quanto un’eventuale emorragia di voti a sinistra possa essere compensata da un afflusso di voti da “destra”. Probabilmente tutto dipende dall’appeal del candidato del centrodestra.

La proposta Sallusti ha suscitato tiepidi entusiasmi specie nella base leghista che preferirebbe un candidato “puro e duro” alla Salvini. Qualunque cosa si pensi di Sallusti, di certo non scalda i cuori padani.

Intanto il Movimento 5 stelle raccoglie consensi sebbene la sua candidata sia poco nota tra i cittadini comuni e non è da escludere che ad un eventuale ballottaggio potrebbero convergere su di lei anche i voti del centrodestra che hanno visto l’esperienza Pisapia come fumo negli occhi.

Ma è la politica in toto ad avere disgustato i pragmatici lombardi i quali cominciano a pensare che sia meglio andare “ verso l’ignoto pur di trovarvi del nuovo” come diceva il poeta Baudelaire.

Gianvittorio Musante