Milano. Motociclisti illustri al raduno della Befana Benefica. Alla 49a edizione anche Sala in lambretta

La Befana a Milano non arriva a cavallo di una scopa ma di una rombante motocicletta. Sono ormai molti anni (l’anno prossimo sarà la 50° edizione) che il Motoclub Ticinese organizza la Befana Benefica che vede centinaia di motociclisti radunarsi e poi portare regali e i fondi raccolti al Piccolo Cottolengo ed alla Sacra famiglia di Cesano Boscone (proprio quello dove Berlusconi prestava la sua opera in seguito alla nota condanna).

Si tratta comunque di benemerite istituzioni cittadine che si occupano dell’assistenza ad anziani e disabili a cui i fondi raccolti fanno sempre comodo e, avendoci partecipato talvolta, devo dire che sia i ricoverati che i loro familiari è in ogni caso una giornata diversa dalle altre. Quest’anno, a sorpresa, vi ha preso parte il candidato sindaco Sala a bordo di una fiammante lambretta d’epoca perfettamente restaurata. Cosa non si fa per un poco di visibilità! L’evento mi dà lo spunto per un breve excursus storico su altri motociclisti illustri, che si sono conquistati un posto nella Storia, quella con la esse maiuscola.

Cominciamo con il primo: il cavalier Benito Mussolini. Il duce, che amava atteggiarsi ad amante di uno stile di vita sportivo e non pantofolaio, era un appassionato motociclista, anzi era solito definirsi “Primo Motociclista d’italia”. La sua marca preferita era la Bianchi di Milano. Oggi non esiste più ma ai tempi era una delle più grandi industrie italiane del settore. Su una Bianchi il grande Tazio Nuvolari cominciò la sua carriera di grande campione. Per favorire la diffusione della moto non esitò a far cambiare il codice della strada e consentire alle moto fino a 175 cc di cilindrata di circolare senza targa e senza bollo e di essere guidate senza patente. Questo favorì la diffusione delle piccole moto e la Bianchi Freccia d’oro 175 divenne la moto dei giovani Balilla.

Molti dei quali pochi anni dopo si trovarono a cavallo di una Guzzi GT 17 o Alce a correre per i deserti africani o per le lande desolate della gelida e sterminata Russia nella sciagurata partecipazione italiana alla seconda guerra mondiale a fianco dei nazisti tedeschi. Ed ora facciamo conoscenza con un secondo personaggio su due ruote: Thomas Edward Lawrence, meglio noto come Lawrence d’Arabia.

Costui è l’uomo che ha cambiato la storia del medio oriente. Fu quello che di fatto guidò la rivolta araba contro l’Impero Ottomano durante gli anni della prima guerra mondiale. Gli arabi infatti si trovavano sotto la dominazione turca. L’impero Ottomano era alleato degli imperi centrali, tedesco e austroungarico durante il primo conflitto mondiale. Gli inglesi, che avevano grandi interessi geopolitici nella zona, volevano strapparla ai turchi e perciò sfruttarono l’insofferenza araba per la dominazione ottomana. Il colonnello Lawrence promise agli arabi indipendenza e autodeterminazione e li condusse fino alla vittoria.

Finita la guerra però tutte le speranze sollevate furono bellamente tradite. I domini dell’ex impero Ottomano furono spartiti tra inglesi e francesi. Il colonello, che probabilmente aveva creduto in un diverso esito della vicenda, fu prima emarginato e poi eliminato inscenando un incidente motociclistico in cui perse la vita. Chissà se invece si fosse dato retta ai suoi suggerimenti oggi la situazione di molti di quei paesi non sarebbe stata migliore per loro e , indirettamente, per noi. Per la cronaca era era a bordo di una Bruogh Superior SS 100, probabilmente la miglior moto inglese allora in circolazione di cui il nostro ne aveva  possedute ben sette. Infine veniamo all’ultimo personaggio di questa carrellata: Ernesto “Che” Guevara.

E’ noto che in gioventù il futuro rivoluzionario, appena laureato in medicina, intraprese nel 1951 un lungo viaggio, insieme ad un amico il dott. Alberto Granado oggi a Cuba,  a bordo di una vecchia Norton 500, detta “la poderosa”. E mentre la moto perde pezzi per strada così il nostro perde via via le sue certezze e nel corso di questo un lungo cammino attraverso l’America latina maturerà le sue convinzioni a contatto con la dura realtà e le contraddizioni dei luoghi da lui visitati. Per chi volesse approfondire si rimanda al libro Latinoamericana edito da Feltrinelli o allo splendido film “ I diari della motocicletta” del regista brasiliano Walter Salles. E così eccoci ai giorni nostri con ben altri centauri e ben altre cavalcature. Appuntamento al prossimo anno per la 50° edizione della Befana (inquinamento permettendo) .

Gianvittorio Musante