L’Ora della Storia. Il tempo lineare

Questa volta vorrei dedicare la nostra Ora di Storia non ad un evento, non ad un personaggio ma ad una riflessione sul Tempo (che in fondo sta alla base della Storia). In Occidente il tempo è lineare. Che si sia devoti credenti o irriducibili positivisti, il Tempo ha un inizio ben chiaro e definito (ed analogamente avrà una fine altrettanto netta).

Possiamo pensare che l’ora X sia stata la Creazione oppure il Big Bang ma necessariamente dal momento della partenza il Tempo si muove in un’unica direzione ed è possibile solamente distinguere un prima, un durante, un dopo: passato, presente e futuro.

Un’altra idea radicata in Occidente è che l’umanità, procedendo lungo la linea del tempo, proceda inevitabilmente verso il Progresso.

Su questo Marx, Ford, Stalin e Mussolini sarebbero tutti d’accordo. Naturalmente ognuno di loro avrebbe una visione antitetica di Futuro ma tutti concorderebbero che quella è la direzione (anche se la meta finale non sarebbe la stessa).

Tutti in marcia verso il Progresso. E difatti la parola “progressista” è divenuta contenitore di concetti positivi in antitesi con la parola “conservatore” divenuta quasi un insulto al punto che nessun vero conservatore ammetterebbe d’esser tale.

Noi siamo stati meglio dei nostri padri i quali, a loro volta, sono stati meglio dei loro nonni. Questo è il mantra che ci siamo sentiti ripetere ogni volta che avanzavamo un dubbio.

Ma è davvero così? Io credo che questa crisi senza fine stia rimettendo in discussione questo concetto su cui si fonda tutta la cosmogonia occidentale.

Non è più vero che i nostri figli staranno meglio di noi, anzi è assai probabile il contrario. La ruota della Storia ha cambiato senso di rotazione: si “può” tornare indietro.

Ed è questo che rende questa crisi diversa da tutte le altre e fa da spartiacque tra un prima e dopo.

Qualche tempo fa qualcuno parlava di fine della Storia e qualcun altro di “medioevo prossimo venturo”.

E’ indubbio che questo periodo storico assomigli in modo inquietante a quello che precedette la caduta dell’Impero Romano.

Migrazioni incontrollate e incontrollabili, sparizione della classe media, nascita di un’oligarchia senza limiti al proprio potere ed al proprio pudore.

Tutto si attorciglia su se stesso. Niente più cammino lineare verso il progresso sia esso il regno di Dio o il trionfo del Socialismo ma nemmeno più l’infinita libertà di scelta promessa dai cantori del liberismo liberista.

Apple si lamenta che la vendita dei suoi prodotti sia stata molto inferiore alle attese (e subito la Borsa, come la mano invisibile di Dio, l’ha punita). Ma come pensare che un popolo di precari, disoccupati e pensionati tartassati possa essere un “consumatore felice”?

Delocalizzando oggi, precarizzando domani, il sogno del Capitalismo (quello che aveva vinto la Guerra Fredda più d’ogni missile nucleare) è finito. Ci stiamo svegliando senza avere speranze.

E, paradossalmente, è proprio in questo deserto che il terrorismo recluta i suoi adepti. Offre una chiave di lettura della sofferenza, indica i colpevoli e prospetta una soluzione, sia pure aberrante.

E’ cos’ che il cristianesimo vinse la sua battaglia. Quando Costantino fece la sua riforma monetaria basata esclusivamente sulla monetazione aurea distrusse in un giorno i risparmi ed il potere d’acquisto delle classi subalterne.

Per anni tutti gli imperatori succedutisi sul trono avevano tentato di tutto per non arrivare a questo. Diocleziano ci provò con il calmiere ed un controllo ferreo dello Stato e dei suoi cittadini. Non a caso fu l’ultimo feroce persecutore di cristiani. Come sappiamo il “mercato” sa essere più forte di ogni “politica” e lo abbiamo tutti sotto gli occhi.

Costantino, che teme che il disastro della classe media, possa trasformarsi in un problema di ordine pubblico e di stabilità del suo governo, decide di appoggiarsi alla Chiesa, sfruttare la sua rete di welfare alternativo a quello di Stato sempre più inefficiente. Per questo le offre il riconoscimento ufficiale. I poveri riceveranno assistenza e carità mentre i ricchi vivranno tranquilli nelle loro ricche domus.

Il sistema si rivelerà così efficace che nessuno dei capi barbari, succedutisi all’Impero, penserà di imporre i suoi dei germanici e si convertirà al cristianesimo che proseguirà trionfalmente la sua resistibile ascesa.

E oggi? Forse avevano ragione quelle culture “altre” che credevano in un tempo circolare, in un eterno ritorno, per dirla con Nietzsche.

Dio è morto, Marx pure ed io non è che mi senta troppo bene.