L’Ora della Storia. Furti d’opere d’arte, i crimini di ladri memorabili

Esistono crimini pianificati nei confronti dell’arte, non solo contro gli esseri umani, ma compiendo tali violazioni si danneggia il patrimonio che appartiene a tutti. Un furto assolutamente importante di opere d’arte risale allo scorso settembre, ma quasi giornalmente si hanno di queste notizie. I ladri in larga parte sono balordi lanciati allo sbaraglio, oppure accade di frequente che non si rendano conto del valore delle opere che maneggiano. È accaduto a Villanueva de la Canada, vicino Madrid, 5 milioni di euro all’incirca il valore del bottino.  Inconsapevoli,ma determinati, sono entrati in una casa di notte, neutralizzato l’allarme e, messa a soqquadro l’abitazione privata, si sono impossessati di due piccole tele alte poco più di 30 centimetri sottraendole. Ciò che questi prestigiatori del furto probabilmente non sapevano era che i quadri in questione erano due dipinti di Francisco Goya: “Il sogno di San Giuseppe” e un disegno ad inchiostro  intitolato:”Caricatura di teste”, entrambi risalenti agli ultimi decenni del 700.

Una violenza inconsapevole, ma dannosissima,  come spesso è accaduto in varie epoche e accade tutt’ora. Persino la “Mala del Brenta”nella figura di quel bell’imbusto del boss Felice Maniero, il “faccia d’ angelo”  della criminalità del Nord, intendeva far sue opere d’arte, o forse avrebbe voluto usarle come arme di ricatto nel confronti del governo Italiano. Mise a segno un colpo miliardario del gennaio 1992 alla Pinacoteca Estense di Modena. Un commando perfettamente organizzato s’impadronì di cinque tele di valore inestimabile, non fu sparato un solo colpo. Due opere, firmate da Francesco Guardi e El Greco, furono successivamente recuperate dai carabinieri fortunatamente. In altre occasioni i ladri  intenzionalmente rubano arte per il valore di miliardi, senza riuscire poi a vedere il frutto sperato delle loro scellerate imprese,  perché vendere dei pezzi  importanti come un Goya o un Picasso, è davvero molto complicato o addirittura impossibile. In genere si tratta di bravi ladri ma di pessimi venditori, spiegò Robert Witman, dell’Art Crime Team dell’FBI, in una conferenza stampa di qualche tempo fa, “Questi delinquenti allestiscono piani rocamboleschi per entrare nei musei , rubare capolavori , ma quello che questi “Arsenio Lupin” non sanno, è che il valore delle  opere d’arte è legato all’autenticità,  alla sua storia, e senza documenti che ne attestino la provenienza legale, diventano sostanzialmente invendibili”.

La storia di queste vicende  è piena di ladri memorabili, ma  spesso con poco intelletto, e di furti che hanno portato in seguito a strani e curiosi ritrovamenti,ne è piena la cronaca. Tante le storie interessanti come romanzi d’avventura. Anche la ” Gioconda”, fu rubata, la sua clamorosa scomparsa  dal museo del Louvre, per opera di un italiano mosso da ideali romantici e patriottici quando il 21 agosto 1911 dalle sale del Louvre.  Il capolavoro di Leonardo sparì. Tra i sospettati del furto ci furono anche personaggi famosi come Pablo Picasso e Guillaume Apollinaire. Invece, l’origine del furto fu da incolpare agli ideali sentimentali  di Vincenzo Peruggia, nato in provincia di Varese l’8 ottobre 1881. Padre muratore e madre casalinga,e una gran voglia di riportare in Italia la piu’ grande opera di Leonardo Da Vinci. Si trasferì a Parigi, dove faceva l’imbianchino. Venne mandato al Louvre a compiere dei lavori, e lì decise che era ora di fare giustizia. Staccò il dipinto dalla parete ed uscì dal museo a piedi, con il quadro sotto il cappotto, così semplicemente, senza attirare l’attenzione. Due anni dopo, lo stolto decise di offrire l’opera a un mercante d’arte fiorentino, venne immediatamente scoperto e arrestato. Al processo che ne seguì, venne definito: “minorato psichico”, e la pena venne attenuata grazie  alle argomentazioni della difesa, basate sul patriottismo e al deficit mentale.

Alla fine Vincenzo divenne un personaggio quasi simpatico, dichiarò di aver passato due anni “romantici” con la Gioconda appesa nella sua cucina. La Gioconda rimase  esposta  agli Uffizi a Firenze per qualche tempo, successivamente fu vista a Roma, per ritornare in Francia, dove si trovava dalla prima metà del Cinquecento, dopo essere stata acquistata dal re di Francia Francesco I per 4000 ducati d’oro. Il fascino della storia dell’arte  offre molti appuntamenti con le opere prese di mira dai ladri, addirittura dalla mafia o  da saccheggiatori occasionali. Caravaggio e la mafia,ebbero un losco legame, con il furto della Natività dalla Chiesa di San Lorenzo a Palermo, mai più ritrovata. O ancora la vicenda dei falsi Modigliani “ritrovati” quando la figlia Jeanne decise di partire per Livorno, dove non arrivò mai. Tre giorni dopo venne trovata morta in casa e qualcuno sospettò che la sua morte non fosse un caso accidentale, ma legata a qualche losco affare sempre inerente ai capolavori di suo padre. Ad aggravare la situazione della mancata protezione delle opere d’arte, oggi arriva anche il nemico “terremoto” con i suoi sciacalli. “Il perdono di Assisi” del pittore francese Jean Lhomme, che lavorò per Papa Urbano VIII, è sparito dalla chiesa di Santo Stefano, nella frazione Nottoria, la scoperta è stata fatta dal parroco della chiesa. I Carabinieri del nucleo tutela patrimonio artistico e culturale stanno indagando per ricostruire l’accaduto. Potrebbe trattarsi di un furto, oppure del gesto generoso di qualcuno che ha messo in salvo il dipinto per difenderlo. Alcuni parrocchiani della zona, hanno riconsegnato  oggetti preziosi che avevano portato via dalle chiese per difenderli dai ladri.  Dalla abbazia di Santo Stefano di Nottoria, frazione di Norcia, il quadro è sparito, sono stati ritrovati il telaio d’alluminio installato nel 1989 e la cornice, mettiamo in conto anche la speranza di poterlo ritrovare.

Maria Grazia Vannini