Londra caput mundi: lo “splendido isolamento” britannico

A volte il voto elettorale pro o contro qualcuno significa dare una punizione o lo si scaglia come oltraggio alla persona che si ritiene meno meritevole; è già accaduto più volte in varie epoche, anche le piu’ recenti. La maggioranza del popolo Inglese, infatti, ha voluto sacrificare Camerun per la sua spiccata antipatia decidendo contro di lui a favore della Brexit. Si è trattato probabilmente di risentimento contro un politico troppo affacciato sulla terrazza oltre la Manica. Poi si possono trovare analogie e richiami, come rimbalzate da una eco, in ogni dove e principalmente nel mondo dove la politica si pratica più per se stessi che per le comunità . La sovranità è costituita dalla monarchica in Inghilterra e insieme al Parlamento dei Lord detta legge, ma in questo caso il referendum a furor di popolo chiamato alle urne, si è acclarato il diritto di scelta per confermare e scandire regole ,quelle che maggiormente si addicono ad un paese esclusivista e conservatore. Per la Gran Bretagna il voto si è tradotto nel meccanismo meno inceppato e più decisionista d’Europa. Una brusca retromarcia è il condensato dell’esito, ma senza finire in un burrone…. perchè gli inglesi sono abituati a guidare contromano.

Grande paese, tra i più forti e solidi del pianeta, ora fuori o quasi della U.E; mancano solo i dettagli, anche se in pratica per lungo tempo hanno presenziato nella comunità dei paesi membri con un piede dentro e uno fuori, ma con la marcia sempre ingranata e il piede pronto sul freno. I loro valori, la loro civiltà, le abitudini e la sempre altissima considerazione per sè stessi e per la propria moneta hanno prevalso nell’urna, non hanno mai rinunciato alla “Sterlina”… tintinnante parola che “suona” bene e porta bene. Sorrisini, ammiccamenti, gomitate compiacenti e strizzatine di occhi anche da parte di chi in Europa pensa di emulare e rinvigorire il progetto di chiusura delle porte di casa propria. Le angosce per il lavoro che si fatica a trovare quasi ovunque, l’immigrazione mal tollerata, insieme a un’antica e nostalgica condizione di supremazia e benessere di chi ha sempre goduto di privilegi, hanno compiuto lo strappo con la vecchia e decadente madre Europa, troppo rigida molto affamata, ma ultimamente invitata solo al banchetto dei poveri.

Gli Inglesi sono un popolo di velocizzati, insofferenti, indifferenti, attivissimi, quasi meccanici, che vivono il loro “splendido isolamento” e le loro prossime sfide sono indirizzate alla apertura di nuovi cantieri di welfare. Si affacciano ovunque in qualunque settore economico, quello delle nuove costruzioni per esempio è sempre in ascesa, nascono colossi verticali che ospitano persino interi boschi in contrapposizione ma non antagonisti ai lussuosi e costosissimi palazzi d’epoca Vittoriana, dove le agenzie immobiliari fanno affari d’oro,esponendo le foto di unità abitative ristrutturate meravigliosamente, in vendita a multipli di multipli di numeri a sei zeri. La tesi del leave è cosa già masticata e digerita nei palazzi del potere e i progetti inseguono nuove economie di mercato, transazioni e contratti si attuano nel tempo di un click. I palazzi della City ospitano i cervelli più preparati del mondo globalizzato(anche i nostri) in uffici luminescenti, dove lo sguardo viene proiettato su acquari con pesci tropicali e barriera corallina, questi ragazzi lavorano su scrivanie multiple dotate di pulsanti ad effetti speciali che controllano in tempo reale le economie mondiali, Bloomberg, che con uno speciale pass si può visitare ne è l’esempio.E’ una multinazionale operativa nel settore dei mass media con sede principale a New York ma con filiali in tutto il mondo,nel corso degli anni Bloomberg è cresciuta in modo esponenziale,nel “modo” che fa la differenza,attuando ricchezza.

I britannici recedendo dalla U. E. hanno stabilito che le loro sfavillanti monete vadano destinate al welfare del popolo inglese, anzichè all’ingordigia dell’Europa ed anche se la scissione ha svalutato un poco il valore della sterlina, tutto procede con tempismo, rigore ed entusiasmo verso lo sfruttamento di nuove opportunità che comprendano lo sviluppo di trattative per nuovi mercati da conquistare. Tutto ciò nonostante il sorriso poco accattivante del nuovo primo ministro Theresa May, che con la sua faccia da “esperta divorzista” traghetterà il paese verso nuove alternative, altre certezze, maggiori rinegoziazioni, vantaggiosi balzelli doganali e accordi favorevoli a beneficio esclusivo territoriale. L’Europa penserà a sè stessa e Dio penserà a tutti (forse). Andare a Londra in questi giorni è per parallelismo come recarsi a Montecarlo, nel principato delle luci sfavillanti e dei locali dove per sedersi si deve fare slalom e dove per una colazione al quarantesimo piano della Heron Tower, si viene invitati a una perquisizione nemmeno troppo sommaria, dopo di che si puo’ premere il tasto n.40 dell’ascensore con vista panoramica solo avendo prenotato con largo anticipo…, 60 giorni sono sufficienti. I profili della vecchia Londra stanno cambiando e sempre più velocemente si costruisce e si progetta guardando verso l’alto, verso quel cielo sempre più a portata di mano. London city si sta dotando di strutture spettacolari in grado di garantire spazio, benessere e sicurezza, e dove, oltre alle luci, si proietta la voce possente del governo piu’ british del mondo globalizzato che difende, intreccia e tesse accordi economici e cammina a gamba tesa verso ogni interesse utile alla nazione. L’Europa è stata invadente e la Gran Bretagna risoluta, ma gli inglesi sono lontani dal Mediterraneo, non riescono a sentire le urla di chi annega.

I cittadini londinesi corrono sempre, con ogni clima negli innumerevoli parchi e giardini della città, polmoni verdi tradizionalmente noti e sono altamente allenati, corrono le mamme appese ai passeggini, corrono i cani, i cavalli, i taxi e gli scoiattoli, pochi intrattengono una conversazione all’aperto, d’altra parte per molti di loro rappresenta una perdita di tempo. Anche se esistono regole scritte che precettano comportamenti educati, non mancano mai i fuori programma a volte divertenti. Si può incappare in qualche cameriera delle “afternoon tea”, dallo smagliante sorriso che propone di consumare la bevanda calda, offrendo la scelta tra una mezza dozzina di marche, dalle piu’ tradizionali fino ad un centinaio di quelle piu’ inconsuete, ed è in quel momento che si comprende quanto le contaminazioni culturali possano intervenire a rendere poliedrica, ricca, alternativa e grande una città. Intanto.. Momo, Dio del biasimo,sempre in agguato in ogni dove, figura della mitologia greca ma in adozione a molti e con sede pontificale e ramificazioni estese universali, figlio della cupa notte e del qualunquismo,continua a ridersela beatamente,tanto..”Del doman non v’è certezza”..figuriamoci dell’oggi!

Maria Grazia Vannini