Lettera aperta al primo cittadino. Dopo il caso Caffeina Winter, gentile ing. Michelini, si dimetta, non è più il sindaco di tutti i viterbesi

Gentile Signor Sindaco,

negli scorsi mesi vedendola attaccata da tutti ad ogni piè sospinto, devo confessarle che a a tratti riuscì a suscitarmi quasi un sentimento di umana solidarietà, come se non potesse essere l’unico capro espiatorio di una amministrazione in ogni caso fallimentare. Provai per lei simpatia, come capita di provarla per una persona da tutti considerata di buoni principi e provata signorilità che si trovi ad essere nell’occhio del ciclone per colpe non solo sue e che probabilmente è stato catapultato  all’improvviso a dover giocoforza gestire una situazione più grande di lui. Devo ammettere che la mia comprensione nei suoi confronti, già in netta fase calante negli ultimi giorni, è stata messa a dura prova dalle sue ultime dichiarazioni che, pur dopo due consigli comunali ricchi di nulla  amministrativo e di inquietudine, ancora facevano riferimento ad una beata condizione di “sindaco scelto dai cittadini che resta  al suo posto solo per senso di responsabilità”; è poi crollata del tutto dopo aver ascoltato le parole del consigliere Buzzi che ha svelato a tutti noi increduli cittadini e addetti ai lavori la davvero miserabile storia della delibera della sera (guardacaso) del 18 febbraio che, firmata da lei, e dai soli assessori Barelli, Delli Iaconi, Ricci e Ciambella (mentre i restanti e buona parte della maggioranza era all’oscuro di tutto) concedeva pressocchè l’uso di gran parte di piazze e vie del centro storico citradino per la durata di 49 giorni, dal 28 novembre al 15 gennaio 2017, per la realizzazione di un evento dal titolo provvisorio di “Caffeina Winter”. Sono contento che lei si senta rappresentante di tutti i cittadini viterbesi, non so in base a quale personale riscontro, e che il suo lavoro lo consideri una responsabile missione, ma io penso che l’episodio suddetto sia troppo grave per passare inosservato: come è possibile in una serata fredda di febbraio “regalare” l’intera città ad una sola associazione o fondazione che sia, ben 10 mesi prima di fine anno, per ben 49 giorni consecutivi, in periodi di feste significative come il Natale, senza prima presentare il progetto all’intera maggioranza o addirittura in consiglio comunale? Come vi siete permessi di prendere decisioni che riguardano l’intera collettività, in gran segreto, come se consci di un vulnus alla democrazia cittadina, che tanto potrebbero condizionare il prossimo Natale dei viterbesi? Le risulta che sia stato bandito un concorso e che a vincerlo sia stata la suddetta fondazione Caffeina? Quando l’arroganza dei politici raggiunge queste vette, mi perdoni signor Sindaco, siamo alla perdita totale di ogni pudore e di ogni senso di comunità; siamo al clientelismo di bassa lega che appiattisce le coscienze, allontana da un’etica condivisa e conduce lungo la strada del privilegio di casta, della politichetta neanche da condominio, del favore e del do ut des più misero che possa esistere: siamo all’inabissarsi totale di un città. Gentile Signor Sindaco, lei vive in un mondo immaginario, il suo consenso è praticamente assente e riguarda solo lo sparuto gruppo di vecchi amici  della bocciofila che la difende: lei è stato a lungo un professionista apprezzato e di livello, meritatamente, ma sarà ricordato come il sindaco della Viterbo più oscurantista e familista di tutti i tempi, il sindaco della reazione teocon, delle segreterie politiche no stop che dispensano falsi sorrisi, facili illusioni, bugie e scambi di favori. La sua lunga esperienza imprenditoriale non merita una fine così triste e patetica, non merita di farla considerare il sindaco di una parte sola, quella delle intese o delle alleanze “pelose”, dei conflitti di interesse mai risolti, della annunciata, ma mai dimostrata  trasparenza, dell’amministrazione di figli di papà, mammà e del più provinciale nepotismo. Non crede di meritare di più? E dopo l’ennesimo squallore appreso oggi di un opaco governare così incredibilmente opaco da essere visibile solo ai suoi beneficiari, il mio invito è quello di dimettersi, Signor Sindaco: lo faccia  al più presto e ritorni ad occupare il ruolo nella società viterbese che le è più consono: se continua a non considerarsi un politico, si defili da gentiluomo che è sempre stato senza lasciarsi incantare da niente e nessuno, questa politica maleodora troppo, meglio non conoscerla da dentro troppo a fondo, non c’è favore o privilegio che tenga…

Pasquale Bottone