Le pensioni dei parlamentari come gli scavi di Pompei, non ne usciremo mai vivi

Per cercare consensi il governo in carica vorrebbe tagliare i vitalizi, vorrebbe estendere ai parlamentari il sistema previdenziale contributivo, come quello vigente per noi lavoratori “umani”. Vorrebbe anche che i destinatari di quegli assegni pesantissimi delle generazioni di piu’ mandati di governo, oggi non si imbufalissero come tori, prima dello scontro in una arena solo nel sentirne parlare. La proposta di legge targata “Richetti”, pretenderebbe di ridiscutere i privilegi dei parlamentari, che pur con i nuovi “presupposti” tagli, risulterebbero essere sempre ottimi ed esclusivi vitalizi. Quanto meno, l’assegno ricevuto dopo un solo mandato di stressantissimi 5 anni lavorativi, garantirebbe ai privilegiati, di potersi ritirare in una casa di riposo, loro di certo potrebbero permettersela, dati i costi. Ma tutto sarà in divenire, infatti l’ultima parola spetterà alla Consulta, dunque, per ora un nulla di fatto. Anzi no! qualcosa bolle in pentola, gli “Onorevoli” prima delle prossime elezioni, vorrebbero che li guardassimo con occhi nuovi nel loro nuovo smalto appena applicato, con stampata in viso la proposta di legge. Una bella “facciata” dall’intonaco fresco, disincrostato, quasi immacolato, ma siamo convinti sia dura mettere un paraocchi provvisorio da parte nostra, la patina è sempre superficiale, mai profonda, mai di vero cambiamento e soprattutto mai definitiva. Tutto questo, ci dicono, per riavvicinare i trattamenti previdenziali dei “futuri”parlamentari Italiani, a quelli maturati dopo piu’ di 42 anni di servizio e oltre dei dipendenti pubblici. Con questo pensano di essere credibili. La proposta del P.D.R. innescherebbe certamente una piccola rivoluzione all’interno di Monte Citorio, si mormora che Tito Boeri Presidente dell’Imps, con questa manovra avrebbe stimato un risparmio di 760 milioni di euro sui conti pubblici. Se realmente venisse approvato questo nuovo provvedimento, forse per un pò l’Europa smetterebbe di usare il “Righello” sulle nostre dita, grazie alla “Richetti” Lex. In questo periodo, tutti, nessuno escluso fa già campagna elettorale per portare acqua al proprio mulino in termini di voti, chi sul risparmio dei conti pubblici, chi sugli immigrati, chi sulla sicurezza, chi sulla corruzione, chi sulle banche, chi sulle buche delle strade, o sulla permanenza piu’ o meno in Europa. I partiti fanno tutti carte false per accaparrare consensi, il M5S, addirittura vorrebbe “mandare in pensione” definitivamente gli assegni d’oro, ma dato che il loro movimento si presenterà senza coalizione, e ognuno del movimento voterà per “uno”, come sempre non sarà risolutivo, a meno che non spuntino liste fantasma, da qualche parte è successo, l’abbiamo letto. E Beppe Grillo riesce ad urlare con quella pesantissima cerniera al collo “Votiamo il 10 settembre”, così in questa legislatura niente vitalizi”. E gli altri che fanno? Orecchie da mercante! Certo che fino ad ora quei parlamentari che da generazioni politiche hanno accumulato assegni superiori ai versamenti previdenziali realmente effettuati, sentiranno un brivido correre lungo la schiena. Uno di loro Fabrizio Cicchitto di Alternativa Popolare, crede che l’alternativa proposta rispetto alla certezza del suo assegno “Violi i principi di ragionevolezza di irretroattività di proporzionalità e del legittimo affidamento”, da cui si evince il suo no secco alla nuova riforma. Richetti, il nuovo paladino di Renzi, sostiene a gran voce la sua proposta di modifica alla legge vigente, affermando che questa “manovrina” dovrebbe essere utile ” Per riconnettere sentimentalmente la politica e il Parlamento con i cittadini”. E pensare che molti di noi erano convinti di un divorzio magari “giudiziale”,con questa politica. Allora, se abbiamo capito bene, in un prossimo futuro e dopo l’approvazione della Consulta, le nuove pensioni verranno ricalcolate con metodo contributivo dall’Imps, ma con una gestione separata, che il diritto alla pensione si avrà dopo aver maturato almeno un mandato della durata di 5 anni, e che l’assegno si potrà ricevere solo al compimento del 65esimo anno di età, con un introito ridotto da un terzo alla metà, naturalmente sempre che la legge venga approvata. Noi cittadini sappiamo bene che se sbarriamo il portone i ladri potrebbero entrare dalla finestra, questo per dire, che le leggi si possono non votare se scomode, oppure aggirare con emendamenti per fare bella figura, insomma la botte piena e la moglie ubriaca non è affatto un luogo comune, ma in politica è quasi una certezza. Ed è qui che casca l’asino, in un emendamento all’Art.13, proposto dalla deputata Dem Daniela Gasparini, è pronto ad uscire come dal “cappello di un mago”, un assegno di reversibilità (in assenza di altro reddito di coniugi o familiari) una misura pensionistica che prevede di percepire il 60% dell’importo dell’assegno (come per gli altri italiani) ma maggiorato di un quinto. Gasparini ribadisce che si tratta di una tutela di casi ben specificati, per evitare che i coniugi di parlamentari finiscano a fare i “giardinieri o le sguattere”, chissà se mentre scriveva pensava al Guatemala?. La deputata ha tracciato alcuni esempi: congiunti di parlamentari (disabili o anziani) con un solo mandato, la cui reversibilità fosse irrisoria, porterebbe con il metodo contributivo i familiari di parlamentari in pensione in una situazione di “nessun privilegio”. Persino gli Onorevoli di “Rifondazione Comunista” decretano che la legge Richetti sia una schifezza e “Che le norme vigenti per andare in pensione possano essere cambiate retroattivamente rappresenta un duro colpo allo Stato di diritto. Nessun cittadino, nessun pensionato avrà piu’ la certezza che i diritti che gli sono stati garantiti dalle leggi dello Stato saranno rispettati in futuro. Si tratta di una legge palesemente incostituzionale” (Antonello Falomi ex Rifondazione Comunista). Suggeriremmo a questo signore di rileggere le manovre di cambiamento delle pensioni dei dipendenti pubblici, attuate da più governi negli ultimi 40 anni, quasi sempre per decreto e senza il minimo scrupolo riguardo ai diritti acquisiti maturati in tanti anni di lavoro, senza rinnovi contrattuali decenti e senza trascurare la scure della Ministro Fornero che per risanare i conti pubblici ha creato quella anomalia degli “esodati”, ectoplasmi che hanno vagato per lungo tempo come fantasmi presso l’Imps alla ricerca di un sostentamento per non non morire di fame. E Richetti conclude ” E’ legittima ogni posizione, se qualcuno mi indica dove la Costituzione protegge gli errori del passato ne prenderò atto. Il buon legislatore non tutela privilegi ai limiti della sopportabilità umana”. In quanto a sopportazione noi Italiani la sappiamo lunga, la politica ci ha trasformato in una classe di ferro nel subire.

Maria Grazia Vannini