L’arte di Francis Bacon: la mostra a Treviso a casa dei Carraresi

Francis  era il secondo figlio di Anthony Edward Mortimer Bacon, suo padre discendeva da una famiglia che vantava nobili origini, imparentata probabilmente con un filosofo, Francis Bacon (di cui prese il nome) noto in Italia come Francesco Bacone. La madre Christina Winifred Loxley era erede di una facoltosa famiglia di Sheffield, i suoi avevano fatto fortuna commerciando in acciaio e carbone. Nel 1903 la famiglia si trasferì a Connycourt House nella contea di Kildare (snodo principale delle strade irlandesi) la casa contava 18 stanze ed era provvista di scuderie. Oltre alla famiglia Bacon vivevano in quella proprietà molti domestici e stallieri. Francis ereditò dal nonno materno una grave forma di asma cronica, era costretto ad assumere morfina, ma doveva evitare tassativamente il contatto con cani e cavalli per l’allergia che gli procuravano. Questo era un fattore che lo sminuiva agli occhi del padre, appassionato di caccia e di tutto quello che si poteva fare all’aria aperta. Allo scoppio della  prima guerra mondiale l’intera famiglia Bacon si trasferì  a Londra, il padre prestava servizio nell’ esercitò presso il British War Office. Francis non frequentò quasi mai la scuola pubblica, l’asma non gli dava tregua e i genitori  affidarono la sua istruzione a un sacerdote, che  non fu determinante sulla sua formazione.  Nel 1924 fu mandato in collegio nella Dean Close School di Cheltenham dove rimase  fino al 1926. All’età di quindici anni Bacon era  già consapevole della sua conclamata omosessualità, la cosa gli procurò enormi contrasti con la disciplina militare che il padre aveva previsto per lui. Il genitore vedeva nel figlio oltre alla sua manifesta intenzione di dedicarsi all’arte, una pericolosa e non tollerata decadenza morale. Le furiose liti e l’atteggiamento sempre più ambiguo e femmineo del figlio, spinsero Bacon padre a cacciarlo di casa. Lui se ne andò a Parigi  dove vide una mostra di Picasso alla galleria Rosemberg e in quel momento pensò che avrebbe fatto la stessa cosa, sarebbe diventato un artista. Viaggiò e si impratichì nella pittura, cercando una sua vena creativa che lo distinguesse da tutti. Nel 1926 si trasferì a Londra, la città gli appariva come un mondo libero, un mondo ricco di stimoli che a lui ragazzo di campagna cresciuto nella rigida Irlanda sembrò terra da conquistare.  Bacon si inserì presto nel circolo degli omosessuali londinesi,  ne fu un noto esponente, nei primi anni venti del 900  tutti quelli con le stesse tendenze  sessuali gravitavano attorno al mondo dell’arte o della scrittura, osservando le figure più note dell’epoca. L’omosessualità era considerata un crimine, e non poteva essere esibita o manifestata liberamente, ma per lui fu fonte vitale di ispirazione e di esistenza. Svolse svariati mestieri: lo stenografo,il  centralinista, il commesso in un negozio di abiti femminili  a Soho e il domestico, nello stesso tempo continuò a studiare Nietzsche.”Non sto cercando di dire qualcosa, io sto cercando di fare qualcosa” e indubbiamente trovò la strada per farlo.

Francis Bacon cominciò a trarre vantaggio economico dalla propria omosessualità, concedendosi a uomini ricchi, con uno di questi, un ex compagno d’armi di suo padre, trascorse due mesi molto remunerativi. A Parigi  imparò la lingua francese grazie ad un’amica una pianista cantante, Yvonne Bocquentin ,abitò nella sua casa a Chantilly. Picasso fu una grande fonte di ispirazione, lui e il cubismo. Prendeva il treno cinque volte a settimana, per rivedere più volte la personale dell’artista spagnolo, da quel momento cominciò a considerare il dipingere come una professione. Nel 1928  a Londra lavorò come “interior designer” in un garage a South Kensington che divenne immediatamente il suo atelier, condivise il piano superiore con Eric Alden, che divenne suo amico, e  il suo primo collezionista. Geoffrey Gilbey, un corrispondente del Daily Express gli fu presentato casualmente, e per qualche tempo lavorò presso di lui come segretario, ma grazie a  una serie di coincidenze fortunate si affermò come “designer d’interni” per Douglas Cooper, uno dei maggiori collezionisti di arte moderna di tutta l’Inghilterra. L’incontro  che influì maggiormente nella sua vita privata e professionale  fu Eric Hall, che divenne il suo amante- protettore. Scandì e praticò l’esistenza applicando  massime in cui credeva: “Voglio che la mia vita sia il più libera possibile,voglio solo il migliore tipo di atmosfera in cui lavorare”… e questo fu. Ora, ogni città che si rispetti possiede un’opera di Bacon è annoverato tra i “pittori maledetti”,spesso è la maledizione a benedire la creatività. Lo squilibrio mentale lo caratterizzò per tutta la vita, Francis Bacon venne travolto dal dolore nel 1971,quando il suo amante e compagno di allora George Dyer, si suicidò in un hotel di Parigi, il giorno stesso in cui si apriva un’importante  personale di Bacon, al Grand Palais.

L’artista visse la colpevolezza di quel gesto estremo, la persona con la quale aveva vissuto una relazione contrassegnata da masochismo e crudeltà, alterò il suo stato psicologico,,ma lo fece evolvere come artista. Dyer iniziò a diventare nella sua mente e nelle opere  il soggetto  ossessivo preferito da dipingere. La sua opera, ha raccontato il grave senso di disgregazione, gli autoritratti  e i ritratti in genere, mostrano  tutti gli effetti ottici e psicologici di una mente confusa,che diffondono un alternarsi di espressioni di un processo di reintegrazione di parti di sé  apertamente scisse. Bacon ha costruito volti, assemblando pezzi diversi privi di una sintesi armonica, e il risultato è esplicitamente asimmetrico, le singole parti (naso, occhi, bocca, orecchie) sembrano vivere ciascuna di vita autonoma apposte con metodo inequivocabilmente suo, per restituire una precaria idea di fisionomia. Tutto appartiene a un processo interiore, si è  reso evidente un urgente bisogno di riconoscimento e di identità propria, ma anche la necessaria trasformazione di parti di sé vissute senza una accettazione unitaria.  La sua opera è  stata costantemente segnata da una violenta tensione interiore e da malessere esteriore. Treviso è una città che ospita grandi mostre, a Casa dei Carraresi dal 15 ottobre fino al 1 maggio 2017, Francis Bacon sarà l’ospite indiscusso, non mancate.                                Maria Grazia Vannini