La scomparsa di Pannella. Ed ora tutti “pannelliani”, il coro ipocrita dei finti sostenitori

Ci mancano solo Adinolfi e Giovanardi e poi il coro dei coccodrilli al funerale di Pannella sarà completo. Perché fa una certa impressione sentire le voci di quanti hanno fatto di tutto per “sterilizzare” ogni conquista del leader radicale piangerne la sua scomparsa.

Il finanziamento pubblico dei partiti, uno dei referendum che ottenne una grande partecipazione di votanti che ne chiesero d’abolirlo con percentuali bulgare, è ancora lì dov’era, pur con nuovi nomi e nuovi meccanismi. Si va affiancando alla corruzione come combustibile necessario per mantenere il moloch della politica divoratrice del paese.

Il diritto all’aborto è reso impraticabile dalla pletora di medici obiettori, tanto nel nord, dove la sanità è monopolio di CL quanto nel sud dove una scelta diversa può stroncare una carriera.

Io sto invecchiando male ma ancora ricordo cosa dicevano i comunisti a Pannella quando conduceva la sua battaglia per il divorzio: Gli italiani hanno altre priorità! Questa è una battaglia che non interessa il proletariato, la classe operaia!

Non è un caso che la legge che infine istituì il divorzio in Italia fu proposta da un socialista, Fortuna, e da un liberale, Baslini. Da nessun esponente del PCI, ricordiamocelo ogni tanto.

Per i nostri comunisti era una battaglia borghese. Le famiglie operaie, quelle dell’immaginario bolscevico, sapevano che non il divorzio avrebbe risolto i loro problemi ma solo la conquista del potere. Nel mondo magico dei comunisti italiani la battaglia per il divorzio era una battaglia inutile che non interessava i nostri gagliardi proletari con le loro belle famiglie, così false così oleografiche.

Il compagno Trombadori (o era Ferrara senior padre del più noto Giulianone?) si dilettava a scrivere sonetti in romanesco, emulo maldestro di Belli,Trilussa o di Pascarella. Ne dedicò uno ad una delle molte manifestazioni che i radicali organizzavano per sensibilizzare sui temi dei diritti civili.

Se non ricordo male cominciava così: Quei quattro froci, quelle quattro puttane… e via così.

Alla fine si schierarono a difesa del divorzio, quando i clericali vollero il referendum per abrogarlo, molto a malincuore, quasi obtorto collo, spinti dalla base che era più avanti del partito.

Avrebbero preferito trovare un qualche accordo coi democristiani, un qualche compromesso (più o meno storico) per evitare il ricorso alle urne.

Storico fu invece il risultato. La DC era convinta di vincere altrimenti avrebbe evitato lo scontro.

L’Italia era più avanti della sua classe dirigente così come lo sarebbe oggi su droghe leggere, eutanasia e adozioni gay se solo potesse pronunciarsi liberamente e non essere mal rappresentata dalle alchimie degli equilibri di potere tra lobbies.

Le chiese la domenica sono vuote, persino il prete è diventato uno di quei mestieri che gli italiani non vogliono più fare. Quanti parroci vengono dall’America Latina o da paesi dell’Est?

Un tempo era vero, la religione era un collante della società italiana oggi è al massimo un martello da impugnare in funzione anti immigrati.

Povero Pannella! Se potesse sentire il coro di quanti si appropriano delle sue battaglia si rivolterebbe nella tomba. E’ vero che dei morti è bene parlare sempre bene ma a volte anche un bel tacere, specie da parte di qualcuno, potrebbe essere apprezzato.

Gianvittorio Musante