Una credenza che ha preso piede e che si è sempre sviluppata nell’opinione pubblica è che l’universo dell’omicidio seriale sia quasi esclusivamente popolato da maschi in qualità di assassini e dalle donne nel ruolo di vittime predestinate. E’ una convinzione molto diffusa che i media, i giornali e tutti i mezzi di informazione hanno diffuso perennemente, descrivendola come un evento assolutamente raro. Molti personaggi, autori di libri e criminologi si sono occupati dell’omicidio seriale, ritenendo che le donne assassine plurime non esistano quasi, e la base di partenza per affermare questo è che solo l’uomo spinto da una pulsione sessuale sia in grado di compiere più di un omicidio.
I pochi studiosi che ammettono la presenza femminile fra gli autori di questo tipo di omicidio ne stimano una percentuale bassissima, da 5 a 10 su 100. Le opinioni abbastanza discordanti sulle origini e le cause del comportamento aggressivo delle donne ci dicono che se da un lato le donne continuano a essere considerate meno aggressive, più predisposte degli uomini alla socializzazione, più inclini all’altruismo e alla cura del prossimo, dall’altro lato affermano che sono in aumento le rappresentazioni di donne particolarmente violente che tendono a utilizzare di preferenza modalità di risposta aggressive in rapporti di origine privata o sociale, ma è il sociale che ora è interessato da questo fenomeno.
Le donne serial killer sono molte di meno rispetto agli uomini, ma sono molto più pericolose dei maschi, in quanto possiedono una capacità di manipolazione notevolmente più sviluppata e questo è un dato fornito dai criminologi. Vi regalo una curiosità: la prima donna serial killer fu una certa Aileen Wuornos, di professione prostituta, che all’inizio degli anni ’90 del ventesimo secolo uccise sette uomini,vi risparmio le modalità. Considerato il numero dei femminicidi ci sarebbe quasi da esultare, se non fosse deprecabile e abbietto commettere un crimine di questo tipo .Devo ammettere che ha fatto molto scalpore in una provincia come quella dove abito in Emilia Romagna, la notizia di un’ infermiera :Daniela Poggiali, una 44enne dell’ospedale Umberto I di Lugo, nel Ravennate, che è stata accusata di avere ucciso una sua paziente 78enne iniettandole la mattina dell’8 aprile 2014 una dose letale di potassio. Questo” Angelo della morte” subito dopo aver commesso l’omicidio, si è fatta un selfie con il cadavere. I giudici della corte d’Assise di Ravenna, dopo quasi otto ore di camera di consiglio, hanno deciso che l’assassina dovrà’ scontare l‘ergastolo. Non in isolamento diurno, perchè è stata esclusa l’aggravante dei motivi abbietti (ma farsi una foto con un cadavere … non rappresenta già di per sè un’aggravante?).
Dicono che non bisogna giudicare, ma una sentenza di ergastolo per un profilo di questo tipo sarebbe un po’ deboluccia, se poi la pena dovesse ridursi con una diversa sentenza in appello. Almeno è compresa la conferma di premeditazione dell’uso di un mezzo venefico. La Poggiali disse durante l’interrogatorio che era solo per sfortuna che i pazienti fossero morti, durante il suo turno, infatti è indagata per un’altra decina di morti sospette sempre in corsia. Per altro durante i suoi turni ci furono una novantina di decessi in più, rispetto alla media dei periodi senza di lei, ma questo è tutto da appurare. Ma non è finita qui, è di alcun giorni fa la notizia di altri decessi sempre in ospedale, da parte di un’altra operatrice sanitaria questa volta a Piombino. Un’altra infermiera di 55 anni, Fausta Bonino, è stata arrestata dai carabinieri di Livorno con l’accusa di aver compiuto 13 omicidi sempre in corsia, questa volta iniettando un trattamento a base di Eparina.
Tirando le somme dei tetri omicidi mi chiedo cosa spinga una persona ad ergersi a giudice supremo della vita o della morte di persone sconosciute, affidate a quella circostanza a quel luogo, a quell’ora,o solo al caso, da un destino aspramente contorto e crudele? E’ un abuso di potere,un delirio di onnipotenza? E’ il cancro del male che si inerpica nelle coscienze di individui che hanno predisposizione a compierlo? Non lo so,forse non voglio saperlo, mi terrorizza pensarlo, non so come sono riuscita a scriverlo…Eppure il male è li a un passo da noi, ci gira attorno, lo sentiamo lo percepiamo, forse non vogliamo vederlo, ci inorridisce incontrarlo o siamo incapaci di contrastarlo…tant’è che…
Maria Grazia Vannini
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