La malattia dell’ex leader radicale. Marco Pannella, il vero rivoluzionario che ha cambiato il costume del nostro paese

I genitori scelsero di chiamarlo Giacinto in ossequio a una certa tradizione familiare. Ma lui preferì farsi chiamare Marco in ossequio a quella vanità che alberga diffusamente tra gli uomini. Eccentrico attentatore della propria salute, in queste ore è ricoverato in ospedale a causa di un tumore che lo sta consumando. Non potrà ricevere visite.Gli ultimi incontri il 2 maggio, il giorno del suo 86esimo compleanno. Una folla di amici e avversari riempì l’abitazione romana. Ora mi dicono che sia in fin di vita. Il fatto mi addolora e mi imbarazza. Mi imbarazza perché mi rendo conto che rischio di scrivere e pubblicare in anticipo un “coccodrillo”. Oltre che di pessimo gusto sarebbe uno schiaffo all’amicizia condivisa da anni. Mi limito allora a descrivere i flash più significativi della sua attività politica. Radicale, socialista, liberale, federalista europeo, anticlericale, antiproibizionista, antimilitarista, nonviolento e gandhiano, Marco Pannella a causa di questa incredibile miscellanea culturale da molti è stato ritenuto un equivoco della politica italiana, un po’ “compagno” e un po’ amico della Cia. Ma al di là di questo cocktail valoriale che poteva fare apparire la sua come una ambigua linea politica, questo rivoluzionario leader radicale è destinato a lasciare una impronta profonda nei mutamenti dei costumi del Paese. Autore di una incruenta e possente rivoluzione culturale nata sulla scia della protesta giovanile del ’68, rivoluzione culturale consolidatasi con la battaglia a favore dell’obiezione di coscienza negli anni in cui il servizio di leva era obbligatorio e non si parlava ancora di servizio civile; rivoluzione culturale poi esplosa con la vittoriosa battaglia sul divorzio e con il conseguente amaro successo sull’aborto, male minore come sostenevano i radicali. Personaggio impegnato su più fronti. Dalla politica nazionale alla politica internazionale alla politica locale. Lo ricordo alla Sala dei Baroni del Maschio Angioino. Eletto nel 1983, da consigliere comunale di Napoli, Pannella voleva contribuire al rilancio della città. Una breve ma intensa esperienza. Tanto che il 19 dicembre 2012 – ad anni di distanza dalle sue dimissioni – il Consiglio comunale approvò all’unanimità un ordine del giorno di solidarietà al leader radicale impegnato in uno sciopero della fame contro il degrado nelle carceri italiane. Le carceri, l’eutanasia, la liberalizzazione delle droghe leggere. Temi delicati, amari su cui il teramano Giacinto ha avuto il coraggio e la spregiudicatezza di avviare una discussione. La società si evolve anche grazie a personaggi come lui.

Marino Marquardt