Italia. La lunga vita di Gelli dal fascismo alla Prima e Seconda Repubblica. La scomparsa di un “Venerabile Maestro”

Alla veneranda età di 96 anni è morto il venerabile Licio Gelli, l’uomo che ha scritto più pagine della nostra storia di Giuseppe Garibaldi solo che lo ha fatto nell’ombra ed a lui non saranno mai intitolate piazze e strade. ( o magari chissà, qui nulla più mi stupisce). Oggi nel pomeriggio si terranno i funerali a Pistoia dove sarà sepolto accanto alla moglie Wanda, con la spilla fascita appuntata alla giacca.

Può darsi che ai più giovani il nome di Gelli dica poco o niente eppure, per circa un ventennio, fu al centro di una serie di trame eversive che hanno segnato la storia di questo paese molto più di quanto si creda. E molti oscuri segreti ora riposeranno con lui nella tomba. Per sempre. A suo modo anche Gelli è stato un italiano perfetto. Ha attraversato la storia del nostro Novecento passando indenne per tutte le sue mutazioni politiche: dal fascismo alla Prima e alla Seconda Repubblica.

Era nato nel 1919 e già a 18 anni lo troviamo camicia nera in Spagna, volontario nella Guerra Civile che il generale Franco potè vincere solo grazie all’aiuto militare di tedeschi e italiani. Comincia la Seconda Guerra Mondiale sempre in camicia nera, passando poi nel 1944 tra i repubblichini di Salò ma riesce a finirla tra le fila partigiane.

Un bel giro di valzer, non c’è dubbio, ma il nostro doveva ancora dare il meglio di sé. Dopo un breve soggiorno in Argentina, dove lo troviamo al fianco di Peron, torna in Italia dove diventa dirigente industriale della Permaflex prima e della Lebole, abbigliamento per uomo,poi di cui diventa anche socio.

Negli anni sessanta entra nella massoneria di cui scala rapidamente i vertici fino a divenire capo della loggia Propaganda 2 , più nota come P2, a cui si iscrivono personaggi potentissimi in grado di influenzare pesantemente la vita politica ed economica del Paese. La potenza di questa loggia segreta è tale che nel 1975 viene sciolta d’autorità, anche se continuerà ad operare nell’ombra, molto nell’ombra.

Quando nel 1981 scoppia il caso del crack Sindona i giudici di Milano che indagano scopriranno nelle liste della P2 oltre un migliaio di nomi di ministri, parlamentari, generali, alti prelati, giornalisti tutti in posti chiave della politica, della stampa e soprattutto dei servizi segreti. Uomini della P2 risultano coinvolti in episodi oscuri come il Golpe Borghese, la strategia della tensione, il crack Sindona, il caso Calvi, il rapimento Moro, la strage di Bologna per finire con Tangentopoli. Si tratta della nostra storia più recente, una fitta ragnatela di misteri di cui non sappiamo ancora tutto e forse mai lo sapremo.

Dopo una serie di processi (e di clamorose latitanze ed evasioni) Gelli viene infine condannato a 12 anni per il crack del Banco Ambrosiano ma finisce per scontare gran parte della condanna ai domiciliari, in quella Villa Wanda nei pressi di Arezzo dove si è spento serenamente, in pace con la sua coscienza come ha dichiarato in recenti interviste.  Doveva avere una coscienza in grado di digerire tutto evidentemente. Intanto il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime, Paolo Bolognesi, che come spesso accade da noi non hanno avuto vera giustizia, indica Gelli come mandante della strage di Bologna ma il venerabile si è portato il suo segreto nella tomba e la verità nel “paese dei misteri buffi” per dirla con Dario Fo, non la sapremo probabilmente mai.

Gianvittorio Musante