Il dramma di Gabriele Del Grande nella Turchia di Erdogan: i tanti dubbi su un arresto sconvolgente

E’ stato fermato in Turchia nella provincia di Hatay, vicino al confine con la Siria, stava svolgendo il suo lavoro di reporter. Ora è trattenuto dalle autorità turche in un carcere di massima sicurezza: Gabriele Del Grande, giornalista, regista di documentari e blogger, molto noto e stimato negli ambienti dell’informazione. Ha dato vita, con il suo arresto a molte manifestazioni da parte della stampa, che si è mobilitata per richiedere il suo immediato rilascio. Chi ha contatti con le autorità turche ritiene molto difficile la sua liberazione, quantomeno nelle prossime ore, ad oggi sono già 11 giorni. E’ stato arrestato in quel lembo di territorio che segna il confine, in una zona interdetta ai civili, sembra stesse intervistando persone riguardo al conflitto siriano,per raccogliere informazioni utili al suo lavoro. Da fonti diplomatiche ad Ankara sembra che l’espulsione sia il provvedimento che Gabriele stia rischiando, ma è un provvedimento amministrativo che ancora non è stato emesso. Il Console italiano a Smirne è molto impegnato nelle trattative per il rilascio, insieme all’avvocato di parte ,che però fino a ieri non erano stati ammessi a fargli visita .Il governo Turco ha permesso gli fossero consegnati abiti puliti e una scheda telefonica, con la quale ha potuto brevemente comunicare sue notizie ai familiari in forte pena e attesa di sviluppi positivi della vicenda. Lui ha spontaneamente iniziato uno sciopero della fame, contro il bavaglio che subisce l’informazione imposta dal regime turco, che declassa quella nazione al 150 esimo posto, nella libertà di stampa. Negli ambienti della diplomazia si dice che non sia possibile al momento, sapere con certezza se sia prevista solo l’espulsione o se gli potrebbero essere addebitati altri capi di imputazione, nessun portavoce ufficiale ha notificato il reale motivo del fermo, perchè non è affatto chiaro. Tra la Farnesina e i diplomatici turchi  c’è un grande fervore verbale, ma nulla trapela. Del Grande è stato fermato dai militari di Erdogan, in una zona sottoposta a controlli rigidissimi, poco tempo fa, sarebbe bastato esibire la tessera dell’ordine della stampa, per poter svolgere il proprio lavoro, ma ora servono visti e autorizzazioni concesse solo dalle autorità locali. Non si è a conoscenza del fatto se Gabriele potesse avere quei permessi, ma si sa che la zona in questione, è fortemente sconsigliata dal nostro governo. In quella regione, vige uno stato di emergenza perenne, con il divieto di aggirarsi attorno ai confini ,le disposizioni assolutamente rigorose e inflessibili. Si pensa che il giornalista toscano, abbia rischiato il fermo obbligatorio. Il reporter è sempre stato fortemente impegnato sul tema migratorio, ha solo 34 anni ma ha già raccontato storie importanti sulle vittime dei confini,è uno dei tre registi che hanno presentato il film “Io sto con la sposa”, ed era partito per raccogliere materiale per il suo nuovo libro. E’ fondatore di “Fortress Europe”, che da circa 10 anni racconta i viaggi e le vittime del Mediterraneo. Istanbul, è stata la tappa del documentarista, che voleva ampliare le sue indagini, fornendo al giornalismo (come corrispondente di guerra),la documentazione dei crimini che vengono perpetrati a danno dei civili. Avrebbe voluto poter svolgere il suo lavoro protetto da un ingresso sicuro e garantito, ma in un paese al quale la libertà di espressione non piace affatto.

Maria Grazia Vannini