Il clamoroso flop dei moderati e riformisti di Fioroni. Tanti i no dal centrodestra all’onorevole del Pd

Pare che all’onorevole Fioroni non stia riuscendo la tanto vagheggiata e programmata “Anschluss” (annessione) del centro destra; i suoi “Moderati e Riformisti” sono infatti  palesemente il flop più clamoroso di questa stagione politica. Il Presidente della Commissione Moro pensava di rafforzare la sua “squadra” facilmente, invece ha dovuti fare i conti con parecchi  “no, grazie” provenienti dallo schieramento avversario, complice anche il momento complicato attraversato dal governo Renzi e l’allontanarsi, almeno per il momento, del disegno del partito della nazione. Oggi come oggi passare all’area piddina popolare non è proprio scelta invitante, considerata anche la forte ripresa del centrodestra annunciata per le prossime amministrative, specie in città come Milano e Roma. Fioroni ha dovuto incassare anche il no secco del consigliere regionale ex Ncd Daniele Sabatini che di prospettive neocentriste proprio non vuole sentirne parlare e di altri esponenti di Forza Italia in procinto di passare a Salvini o a Fratelli d’italia o di organizzarsi in liste civiche., Anche con un nucleo striminzito di adesioni ai, in ogni caso ambiziosi, Moderati e Riformisti il politico viterbese può contare comunque sul  disgelo con Panunzi  e su una amministrazione comunale normalizzata dal rientro nei ranghi dei 7 dissidenti e dall’intero schierarsi del partito, tranne eccezioni rarissime, sulle posizioni renziane (anche Mazzoli oggi in un in comunicato magnifica l’indispensabilità delle riforme costituzionali). Non sarà facile però per il centrosinistra, senza un centro rafforzato a dovere, riconquistare tra due anni Palazzo dei Priori, anche alla luce dei risultati non entusiasmanti ottenuti sinora dalla giunta Michelini. E considerando il lavoro sottotraccia già iniziato da associazioni e  comitati per costruire un’alternativa a questo centrosinistra. Tutto congelato a Palazzo, comunque, almeno per i prossimi 12 mesi, a meno che l’urto contrario dei referendum non si dimostri più pesante del previsto ad ottobre e Renzi non sia costretto a dimettersi prima del tempo…

Josè Maria Del Prior