I miracoli di don Peppe. La favola della bella Luisella che come una gazzella dall’oratorio volò a Montecitorio…

Certo che il buon don Peppe con la sua nobiltà d’animo ne ha avvicinata di gente a Dio… Pensate ad una ragazzina sveglia che nasce in un piccolo paese dove o coltivi la terra o cominci a trovarti il marito giovanissimo e se non fai nessuna delle due cose allora studi la migliore strategia di fuga; sì, pensate ad una bimbetta molto carina che nasce e cresce nelle vignanellesi terre, immaginate che il nostro don Peppe la scorga con occhio attento tra i bambini che giocano a campana fuori dal ristorante dove va a mangiare una tantum con perpetua e sagrestano: vedrete che la ritroverà dopo qualche anno dopo signorinella cresciuta e sorridente, volete che non la porti con sè in città col permesso di mamma e papà? Ecco infatti la dinamica ragazzina seguire il prelato nell’urbe e fargli da segretaria in parrocchia per ricordargli delle messe e degli appuntamenti col vescovo e delle anime da salvare…. Religiosissima e attaccata come ad uno zio al tenero parroco, la giovincella che si chiamava Luisella divenne l’hard disc vivente dell’impegnatissimo don  Peppe e con lui crebbe, lavorò, si fortificò, affrontò il mondo esterno con la spada dell’amore e diventò donna … e poi moglie e mamma… Che gioia fu per don Peppe vedere una sua creatura, baciata dalla grazia divina, farsi grande, sicura e ambiziosa, gli ridevano gli occhi solo a vederla… “Di te farò una stella della politica in terra di Tuscia e non solo… “, pensava ad alta voce quando era con lei e appena ne ebbe l’occasione se ne ricordò… Quando infatti il cardinale un giorno lo chiamò per chiedergli di trovare un candidato che fosse timorato di Dio e devoto alla Chiesa per il ruolo di sindaco della cittadella …. che si avvicinavano le elezioni… il buon  don Peppe s’illuminò e d’un tratto gli si parò dinanzi lo scenario che avrebbe sempre voluto… Andò subito a trovare il placido Leonardo coltivatore di fiori e piante, seminarista mancato  con un lungo passato da sacrestano, posò le mani sulla sua testa e recitò a mezza voce la seguente preghiera improvvisata (era bravissimo a far ciò): “O Leonardo, lo so non sei un ghepardo e forse neanche una veloce gazzella, ma vedrai che la città conquisterai con la mia Luisella”. E il fedele Leonardo ebbe ben presto la poltrona più bella di Palazzo dei Priori, quella di sindaco,  e mai si sentì solo, ma amato come un santo, perchè ebbe sempre la Luisella accanto… E insieme si compattarono talmente che cittadini, politici. gli stessi dipendenti comunali più non distinguevano l’uno dall’altro, un corpo ed un’anima sembravano, ma se era una voce di comando che qualcosa intimava era la Luisella di sicuro  e se smentiva crisi una dopo l’altra e radioso guardava avanti verso il futuro, era il Leonardo… don Peppe aveva compiuto l’ennesimo miracolo e or poteva ammirare un palazzo pieno di luce celestiale e dello splendore che solo i moderati sanno irradiare… e la Luisella vedi che era diventata una vera primadonna! “Ora il tuo cammino proseguirà in altra direzione-le disse incontrandola mentre diceva messa all’oratorio… ora velocizza il passo che non è lontano Montecitorio…”. E vissero felici… scusate… moderati e riformisti in saecula saeculorum. Amen.

Joaquim Verdido