I “gialli” della politica. Perchè Berlusconi appoggia Renzi, ma vota No al referendum….

Potrebbe essere il ritornello di una canzone di Apicella,”Matteo Renzi a casa”. Le opposizioni si schierano congiunte per il no al referendum, non hanno dubbi  di voto. Il  “Giglio magico” sta perdendo i lustrini?  oppure conserva la magia ? E’ come rappresentare il trend dei matrimoni, in generale, alti e bassi, più bassi che alti, ma in fondo durano comunque. In politica specialmente, quando i  giochi si fanno impellenti e soprattutto non sono conclusi, se capita una briscola bisogna giocarla. Una botta al cerchio e una alla botte, con capovolgimenti o riesumazioni, nessuno molla, in genere vincono tutti, e quella bella minestra scotta, tocca ai cittadini , a pranzo e a cena. L’Italia è spaccata dal terremoto ,dal referendum dall’immigrazione,dai giudizi della U.E.che dice che, se non facciamo bene i compiti a casa, si preannunciano sonore bocciature.

Ma per un popolo di ripetenti, a volte di asini cronici, essere rimandati è una conquista. Ora bisogna voltare pagina e guardare avanti, cambiare il vecchio con il nuovo, anche se il nuovo non è cotone, ma fibra sintetica, ma in ogni caso il cambio di passo dicono che occorra, con spirito di mediazione, sia all’interno del Pd che all’esterno, nelle aree adiacenti e nei dintorni. Lo asserisce anche Fedele Confalonieri, fido vassallo della  “Maschera di ferro”: Credo che in questa fase si debba sostenere il governo. Il Cavaliere non la pensa così,  ma io sarei favorevole a qualcosa che assomigli al Nazareno”.  Povero Cristo, lasciamolo in pace, è abbastanza indaffarato a contare i morti del Mediterraneo, del terremoto e quelli dell’apocalisse  nei dintorni. Dunque sarà paralisi, se i maggiori  due partiti tradizionali, pur lavorando fianco a fianco, non dovessero trovare un accordo, ma è certo che  dovranno sforzarsi  per cercarlo,  è” l’unica strada”. Una dichiarazione tempestiva dati i tempi, così stretti per una decisione “consensuale”.  Poi ci si mettono gli altri del calderone di destra, e soprattutto quelli di Lega e Fratelli d’Italia, ma  le preoccupazioni maggiori vengono da un  pezzo di Forza Italia che rimbrotta, rimugina, non digerisce i rimpasti. Sull’argomento esistono i reflussi gastrici di Brunetta, che gonfia il petto, soprattutto per quelli  che conserva in pancia, taciuti o tenuti a bada.

Poi arriva il “carrozzone”di Confindustria,  che si esprime prevedendo nella sfera magica degli investimenti miliardari catastrofismi  di livello apocalittico, se dovesse trionfare la   vittoria dei “no” al referendum; infatti  il no si tradurrebbe in 258 mila posti di lavoro in meno,  a fronte di quei 319 mila posti in più, rispetto ad oggi, se la spuntasse l’esercito dei “sì”. Quelli che si occupano di statistiche e sondaggi con tutto il lavoro che hanno di questi tempi, pagato profumatamente, potrebbero da soli  risollevare e coprire il debito pubblico. Ma il Pil in realtà che farà? In ogni caso, che vincesse il no,o che vincesse il si, non rientreranno mica in Italia anche le dieci piaghe d’Egitto, dato che il nostro povero paese è già martoriato e umiliato di suo. Ma al di là dell’economia, se vincesse il “no”, che succederebbe alla politica?  Come si suol  dire: “tutti a casa?”Trionferebbe dunque il desiderio nazional-popolare di quel 50% di cittadini che lo desidera fermamente? Forse, ma poi si sa, i giochi, le alleanze, il “salviamo il salvabile” non è dato per certo, nulla lo è. Cosa farebbe nel dopo referendum il Presidente Mattarella? Potrebbe cercare di allestire e varare,  un governo di scopo?

La fine della legislatura sarebbe segnata? Le successive elezioni sarebbero una grossa incognita , questo è certo, vincerebbero i Grillini?  Forza Italia è ormai un partito diviso da mille personalismi, con un capo che vorrebbe abdicare, e un partito che potrebbe attingere voti da un bacino prosciugato di elettori e quindi non più il “lago pescoso” di anni fa. Dunque nozze dichiarate per la coppia Salvini-Meloni, con patti prematrimoniali già accettati. Ma la briscola è ora di giocarla, da parte del governo? Se vincesse invece il “si”, Renzi non perderebbe il trono, pur abbandonando Roma di frequente, a favore dell’America,dell’Europa e del mondo intero, e il presidente di Forza Italia,in quel caso, potrebbe rianimarsi e firmare un accordo, sotto sotto o palesemente. Ha già  cominciato a riorganizzare il suo esercito di fedeli, ha solo bisogno di tempo per trovare un leader che possa scendere in campo al suo posto. Mica facile, e nemmeno semplice, Silvio è  pur sempre Silvio, Silvio forever green, dicono i suoi fedelissimi. Le modifiche all’Italicum, questo polpettone condito da un’infinità di emendamenti, potrebbero  essere il prezzo da pagare per una mediazione, interna , esterna, parallela o iperbolica, ma quello è e rimane” l’oggetto” della discussione, ma soprattutto è merce di scambio. Che dice a tal proposito il Presidente Matteo Renzi? Afferma che, allo stato attuale:”Non vedo in Parlamento una maggioranza per una legge alternativa”, anche se una maggioranza potrebbe, comunque, formarsi”. Lui è bravo negli scambi,”La Leopolda” è stata un trampolino di lancio.

Qualche cosa potrebbe cambiare, lo dice anche  Piero Fassino, glielo suggeriscono i suoi globuli bianchi,  rivela di aver discusso con il segretario del Pd: “Sul cambiamento del sistema da bipolare a tripolare che innesca dinamiche nuove”…. Perché se nel ballottaggio il secondo e il terzo si coalizzano, anche senza dichiararlo, il primo soccombe”. Dunque.. “una riflessione va fatta”. Dopo il fallimento del “Patto del Nazareno” tra Berlusconi e Renzi nessun altro accordo palese sarà possibile.  Ma esistono “convergenze parallele” sotterranee, che potrebbero essere ipotizzabili, ci sarebbe da scommetterlo. Sull’ Italicum,   per esempio, il premio alla coalizione tanto caro all’ex presidente del Consiglio, potrebbe diventare una realtà. Come potrebbe trasformarsi la decisione di Forza Italia dal “no”secco al  referendum, in qualcosa di più morbido. Il presidente del Consiglio e segretario del Pd difficilmente si esporrà palesemente, ma in privato non si sa mai. Nessuna intenzione da parte sua di passare il testimone di segretario del partito ad altri, nemmeno del suo stesso partito, della serie”Chi la dura la vince”, Bersani, D’Alema e company al confino! Che ne sarebbe della sua figura di “rottamatore, decisionista-indefesso,uomo del cambiamento?” Già, qualche nemico nel suo stesso partito e nell’opinione pubblica è riuscito a procurarselo no? C’è bisogno di strategie diverse di recupero, di mediazioni, anche sotto banco,ma soprattutto, di faccia tosta, impassibile, imperscrutabile,all’insegna del motto”Perdere mai”. Insomma, per raggiungere il fine, tutti i mezzi andranno messi sul tavolo verde, le fiches della  mediazione andranno giocate tutte, e la stessa cosa avverrà dal fronte opposto, molti ne sono convinti. D’altra parte i matrimoni con i fichi secchi si sono sempre celebrati, anche “all’Osteria dei Battibecchi”, mica serve farlo in pompa magna…

Maria Grazia  Vannini