Giustizia e politica. Ed all’ex sindaco Marino ora presentano il conto. Salato

“L’extraterrestre”. Fu definito così, coram populo, Ignazio Marino, surreale sindaco di Roma riposto in soffitta con atto notarile dei suoi. Inviso, ridicolizzato, osteggiato dal Segretario-Premier del Pd e dalla relativa corte, ha giocato fin quando ha potuto la sua partita. Considerando il degrado in cui ha lasciato la Capitale, ciò che resta della sua azione da sindaco sono soprattutto flashes. Eccone alcuni. Alieno con la vocazione di ingenuo furbetto tra vecchie volpi, è rimasto vittima di dileggio ma anche di infortuni non proprio veniali nel corso della breve avventura in Campidoglio.. Inesperto quanto basta ha giocato scriteriatamente con la carta di credito del Comune. Colazioni e cene con moglie ed amici. Ed è finito nei guai anche in seguito alla confessione di un infido oste. Tre anni di reclusione richiesti dal cerbero togato che si è occupato del caso. Scontrini, onlus e credit card l’insalata indigesta che ora gli sta togliendo il sonno. Bicicletta e zaino in spalla l’immagine-cult che lo consegnerà agli archivi del Palazzo Senatorio. L’ultimo scivolone il volo a Philadelphia per incontrare il Papa. Un viaggio nella speranza di potersi guadagnare l’indulgenza papale. Ma l’impresa si rivelò soltanto come un maldestro tentativo di imbucarsi nel cerimoniale. Una trasferta segnata da polemiche persino col pontefice (“non l’ho invitato io, è chiaro?” disse Bergoglio malignamente sollecitato) e dal Dinnergate. Tra cene sospette e smentite di presunti commensali e ristoratori, l’atto di “trasparenza”, come lo definì più volte lo stesso Marino, si è trasformato invece in un boomerang letale. E ora gli hanno presentato il conto. Salato.

Marino Marquadt