Ieri il Parlamento siciliano ha approvato la Finanziaria 2016, ottenendo molti pareri favorevoli all’interno della maggioranza. Critica invece Valentina Spata, dirigente di Possibile in Sicilia, che incontriamo per commentare il tutto.
ll Parlamento Siciliano ha approvato ieri la Finanziaria Regionale 2016. Molti deputati della maggioranza si ritengono soddisfatti. Possibile in Sicilia che giudizio dà alla manovra economica e finanziaria?
Il giudizio su una finanziaria incentrata esclusivamente sui tagli e che consegna una Sicilia priva di qualsiasi prospettiva di sviluppo non può che essere negativo. Basti pensare che sono stati tagliati quasi 130 milioni di euro dal fondo Sanità con la conseguenza che molte prestazioni non potranno essere garantite, soprattutto nelle zone più interne e nelle isole minori. Tutto questo per consentire alla Regione di onorare i debiti contratti proprio con quel governo centrale che negli ultimi due anni ha massacrato le finanze della nostra isola, calpestando ripetutamente lo Statuto. E’ intervenuta, a tal proposito, anche la Corte dei Conti che non ha risparmiato osservazioni critiche nei confronti del governo Renzi, senza che il governatore Crocetta e la presidenza dell’Ars osassero battere ciglio. Il paradosso è che, nonostante i tantissimi problemi finanziari della Sicilia, il Presidente Crocetta ha rinunciato ai crediti che vantava nei confronti dello Stato: centinaia di milioni di euro che rimarranno a Roma e che avrebbero costituito una vitale boccata d’ossigeno per l’agonizzante economia siciliana.
I Comuni siciliani, che hanno subito i tagli regionali e nazionali, però in questa manovra finanziaria hanno ricevuto 390 milioni di euro.
Sarebbe un errore veicolare il messaggio secondo cui questi stanziamenti siano delle concessioni elargite dal governo Crocetta: i Comuni vantavano crediti consistenti nei confronti della Regione e per arrivare a quella cifra sono stati tagliati 50 milioni di euro dal Fondo Pensioni in quella che si prospetta come una manovra di “finanza creativa” che non farà che acuire la guerra tra poveri già in atto. Inoltre la finanziaria stabilisce una sorta d’“ingiunzione” nei confronti dei Comuni i quali dovranno stabilizzare i loro precari per poter ottenere quelle stesse erogazioni che spettano loro per poter erogare i servizi essenziali e su cui la Regione ha tergiversato in maniera preoccupante negli ultimi anni. Vorrei ricordare che molti Comuni siciliani, circa 245, a causa dei contributi non versati dalla Regione hanno dovuto contrarre mutui e quindi aumentato la loro esposizione debitoria. Dulcis in fundo è stata introdotta l’Eco tassa, ovvero una nuova imposizione per i Comuni che non raggiungono il 65 per cento di raccolta differenziata. Si finge di ignorare che la stragrande maggioranza dei comuni siciliani raggiunge percentuali risibili di differenziata e che una seria strategia sui rifiuti necessita di tempo, concertazione e non si può liquidare con una norma inserita nella finanziaria.
Nella Finanziaria sono stati previsti tagli per oltre 400 milioni sulla Tabella H. Possiamo dire addio agli sprechi?
Sarebbe ipocrita negare che negli anni precedenti sono stati erogati fondi a pioggia e senza alcun criterio meritocratico ad associazioni ed enti vicini ai deputati regionali di riferimento. Credo fosse necessario dare un taglio alla famosa tabella H ma non farla scomparire del tutto. Così facendo si sono tagliati fondi alle borse di studio, ai bonus nascite, ai consultori a supporto della famiglia, alle scuole di servizio sociale, alle attrezzature per l’Università, alla cultura e alla promozione turistica. Sono stati tagliati anche 2,7 milioni agli enti che gestiscono le riserve naturali e si prospetta il rischio di abbandono di 27 aree di interesse naturalistico, tra cui le Saline di Trapani, l’isola di
Lampedusa, Torre Salsa e Monte Conca e il licenziamento di 90 operatori qualificati. D’altra parte si danno 14 milioni a Riscossione Sicilia o si aumentano di 5.000 euro ciascuno, con decreto del Presidente dell’Assemblea Regionale, le buste paga delle guardie mediche presenti a Palazzo dei Normanni (sede dell’ARS) raggiungendo la cifra totale di 168000 euro, somma raddoppiata rispetto al 2014 e che supera anche la retribuzione di primari (circa 110.000 €) e manager ASP (130000 euro). Ancor peggio, si garantiscono 9 milioni di euro al Fondo per le premialità dei dirigenti regionali da cui l’Ars ha tagliato solo 1 milioni di euro rispetto al 2015.
Ci sono state anche molte polemiche, soprattutto nel tuo territorio, per il mancato contributo straordinario di 2,4 milioni di euro che avrebbe dovuto garantire i servizi di trasporto e assistenza ai ragazzi disabili nelle scuole. Possibile darà battaglia su questo fronte? Cosa farete?
Possibile porta avanti la battaglia sul diritto allo studio per le ragazze e i ragazzi diversamente abili da tempo. Dopo la mancata concessione del contributo da parte della Regione le speranze di tante famiglie sono svanite e data l’importanza e la delicatezza della tematica trattata ci siamo sentiti in dovere di scrivere una lettera al Presidente della Repubblica. E’ triste sapere che a questi ragazzi non verrà garantito il servizio di trasporto e l’assistenza necessaria nelle scuole. Queste discriminazioni non sono accettabili e se la situazione non si dovesse sbloccare continueremo la nostra azione di informazione alle famiglie e se necessario offriremo il supporto necessario per rivolgersi alla Magistratura e non esiteremo nemmeno ad organizzare manifestazioni di protesta per ottenere il rispetto dei diritti esigibili.
Questa finanziaria regionale ha penalizzato molto la tua Provincia a partire dal mancato finanziamento della cosiddetta “Legge su Ibla”. Come interpreti queste scelte da parte del Governo Crocetta?
La mia Provincia è sempre penalizzata poiché la classe dirigente politica che ci dovrebbe rappresentare è ininfluente all’Assemblea Regionale Siciliana. Non si può interpretare diversamente il mancato finanziamento di una legge che ha consacrato Ragusa Ibla come uno dei luoghi più significativi del Barocco siciliano e del patrimonio Unesco. Se penso che leggi simili sono state finanziate a favore della Provincia di Siracusa ed Agrigento, senza nulla togliere a queste bellissime città, mi viene da dire che i nostri deputati hanno un esiguo “peso politico”. Come ben sappiamo questi tipi di finanziamento vengono erogati agli “amici” più stretti della maggioranza e così dopo ben 34 anni la legge su Ibla è scomparsa . Se necessario, occorreva fare le barricate pur di difendere una legge a tutela del territorio che si rappresenta ma evidentemente qualcuno all’Ars non ha questa stessa sensibilità.
Si dice che in questa finanziaria il Governo Crocetta ha avuto scarsa attenzione alla tutela dell’ambiente. Che idea si è fatta? Crocetta è davvero “l’amico dei petrolieri”?
Crocetta è amico dei petrolieri e su questo non c’è alcun dubbio. La Regione Siciliana è l’unica che, con il voto del Partito Democratico, non ha voluto il referendum contro le trivellazioni.
La verità è che questo Governo non ha mai avuto attenzione alle tematiche ambientali: tagli alle riserve naturali, tagli alle risorse per contrastare il dissesto idrogeologico (solo 600 mila euro), e tanto altro ancora. L’unica cosa che possiamo fare in questo momento è sensibilizzare i siciliani per andare a votare il 17 aprile per il Referendum contro le trivellazioni.
Si dice che la Sicilia è al baratro. Qualcuno dichiara che si può mettere il cartello “Chiusa per Fallimento”. Cosa farà Possibile in questa terra così bella ma tanto mortificata?
Purtroppo, penso che siamo davvero sull’orlo del fallimento. Il Governo Crocetta in questi anni ha navigato a mar aperto senza una meta. Non ha mai progettato un piano di sviluppo per l’Isola, non ha mai affrontato realmente i problemi dei siciliani. La profezia del Gattopardo del “tutto cambia per non cambiare nulla” è ancora attuale. La fantomatica “rivoluzione” di Crocetta non c’è mai stata. Di fronte a questo quadro desolante è ovvio che Possibile dovrà essere in grado di creare un’alternativa credibile sulla base del coinvolgimento dei siciliani e soprattutto sulla base di un progetto concreto di cambiamento.
Nel concreto cosa state facendo per attuare un cambiamento vero? E chi state coinvolgendo?
Siamo nati ancora da poco, a febbraio è terminata la fase congressuale. Nel frattempo ci stiamo organizzando per radicare il Partito in ogni territorio. Siamo presenti in ogni Provincia e continueremo il nostro percorso di coinvolgimento e radicamento. Sicuramente ci rivogliamo alle donne e agli uomini siciliani che sono stanchi di questo sistema di potere che ha portato la nostra bell’isola sull’orlo del collasso economico e sociale. Stiamo iniziando a lanciare laboratori politici che mettono insieme iscritti, cittadini, esperti e professionisti al fine di elaborare un programma politico efficace e concreto. Partiremo proprio dalle esperienze di ogni singolo cittadino e di ogni singola associazione perché siamo convinti che le soluzioni ai problemi possono darle solo le persone che vivono quotidianamente il dramma della crisi. La novità assoluta del nostro partito è che non c’è una struttura di partecipazione rigida e verticistica, come quella dei tradizionali partiti. Siamo tutti coinvolti attraverso l’autonomia di ogni comitato, siamo tutti uguali di fronte ad un unico progetto: costruire l’Italia e la Sicilia del domani.
(l.g.)
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