Epatite C: curarsi in Italia è un lusso per pochi, un trattamento completo costa più di 80000 euro

Gli ammalati di Epatite C  in genere presentano un colorito giallognolo, ma se riescono ad inserirsi nel trattamento antivirale di nuova sperimentazione, fatto di due composti, Sofosbuvir (per il commercio Sovaldi) e Declatasvir (tradotto in Daklinza), assunti in combinazione,per i malati anche gravi si rianima la speranza di guarire. Chi ha provato la terapia ha dichiarato che è stato come risorgere dalle ceneri, come riappropriarsi di ciò che a loro era stato ingiustamente sottratto l’esistenza. Si tratta di farmaci di nuova generazione, che fanno parte di una nuova cura rivoluzionaria che ha evitato a chi ne è affetto una morte dichiarata e certa. Alcune persone affette da epatite C, sono riuscite tramite alcune scorciatoie e prima che i prodotti arrivassero al mercato del farmaco Italiano, ad accedervi tramite “l’uso cosi detto compassionevole “, riuscendo a far regredire la malattia, e ritrovandosi dopo il trattamento di 12 settimane, completamente guariti. I pazienti affetti da Epatite C, causa il progredire della malattia, associano altre forme complesse di patologie, che vanno dalla sieropositività all’HIV, alla cirrosi epatica, fino al tumore del fegato. Dopo le prime settimane di cura i pazienti, sentono di rinascere , e dopo aver terminato il trattamento, il virus risulta totalmente debellato. La nuova terapia è stata sperimentata nel febbraio 2016, nel Padiglione 42 del Policlinico S. Matteo di Pavia, è un istituto di ricovero e cura a carattere scientifico di massimo rilievo in campo europeo. Inoltre è anche un laboratorio di sperimentazione clinica, e sede privilegiata di attività assistenziale dal 1400. Nel dipartimento delle malattie infettive si offrono cure mirate e d’avanguardia, è uno dei reparti di eccellenza, (quello delle malattie virali), tra i migliori e importanti a livello scientifico. .La medicina però si sa a volte subisce battute di arresto, e alcuni medici e studiosi avrebbero rilevato in questo caso, che i nuovi farmaci antivirali stroncherebbero si l’infezione, ma non rigenererebbero quei fegati già troppo compromessi, spalancando enormi dilemmi di etica e di sostenibilità della cura stessa, e rischierebbe di trasformare questa svolta terapeutica in un dramma di difficile gestione ,gli scienziati ammettono di essere in preda a qualche dubbio. Dunque il debutto di questi farmaci, rischierebbe uno stop cautelativo, una indagine ad ampio spettro e il vaglio di nuove commissioni di inchiesta.  Ma le persone ci credono, devono crederci, vogliono credere che guariranno. Sembra che l’epatite C sia la quarta causa di mortalità in Italia, provocando centinaia di interventi di trapianto di fegato costosissimi, e per l’associazione di patologie aggregate, renderebbe la vita impossibile ad almeno 265mila malati certificati, divenendo una insidia per la salute di un altro milione di persone, che non sono ancora a conoscenza di averla già contratta. Dunque una lotta all’ultimo sangue per procurarsi l’antidoto sperimentale, peccato che i costi siano quasi proibitivi, Sovaldi costa 24.756 euro per chi riesce a procurarselo privatamente e 13.655 euro, tramite il servizio sanitario nazionale, ma sono cifre non confermate, si parla di costi molto più elevati. L’azienda Americana che lo ha prodotto, intende recuperare in breve tempo l’investimento elevatissimo che ha dovuto anticipare, e il prezzo della cura è stato stabilito contando il numero dei malati, più  i malati crescono, più il prezzo scende. Un milione di affetti da epatite C registrati in Egitto, fa la fila per accaparrarsi la terapia salvifica, che all’ombra delle piramidi costa 900 dollari, quindi più’ che accessibile. C’è da chiedersi, quando usciranno gli antitumorali, le aziende farmaceutiche inseriranno un bugiardino d’oro, per annullare i costi delle sperimentazioni? Nel dicembre scorso il Ministro della salute Lorenzin, proclamò “In cinque anni sconfiggeremo l’epatite C dal nostro paese”, ma forse non aveva fatto bene i conti, non sapeva neppure esattamente quale fosse il numero reale dei malati. .Il governo ha stanziato 500 milioni di euro ( solo sulla carta) per un biennio, cifra che dovremo farci bastare per tutti i farmaci innovativi, tanto valeva non suonare la fanfara con tanto clamore, e soprattutto non esultare con largo anticipo per un successo che forse non sarà, i soldi non basteranno certo a curare tutti. Per beneficiare della cura bisogna rientrare nei parametri stabiliti dall’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco), in fondo abbiamo sempre saputo di quel vecchio detto, fatta la legge, trovato l’inganno. Sono usciti in questo periodo molti reportage e inchieste, su come e dove curarsi da questa malattia, ed è qui che monta la rabbia, si calcola che un intero trattamento di cura in Italia, si aggiri sugli 80mila euro complessivi, mentre il corrispettivo per la stessa cura in India sia di 600 euro . Ora le agenzie turistiche, vendono pacchetti “viaggio della speranza”, che comprendono oltre alle visite guidate, anche la cura contro questa patologia. Le persone malate,oltre a sopportare il fatto di non essere sane, devono anche tollerare che il loro “Stato” non distribuisca le medicine a tutti, e in forma gratuita. Anomalia Italiana? No,  normalità flemmatica degenerativa consapevole. Dunque, più di un milione di “voti”, prossimamente depositati nelle urne, verso quale parte politica potrebbero essere orientati?

(M.G.V.)